Non potrò mai dimenticare quel 30 giugno del 1987, il mio ultimo giorno di lavoro a Parigi.
Mi ero licenziata dal mio ultimo impiego per passare più tempo nella comune internazionale di Puna, dopo aver lavorato trent’anni come segretaria di direzione trilingue in tre paesi diversi. Stavo festeggiando con un bicchiere di vino, in un bar del quartiere, e ricordo che non solo mi sono detta, ma ho anche proprio visto e sentito, che “avrò una vecchiaia felice, circondata da molto amore”. Una certezza che non mi ha mai fatto temere di avanzare in età. Ed è esattamente ciò che sto vivendo. Quello che non potevo a quel tempo immaginare era l’amore che avrei scoperto non solo intorno, ma anche dentro di me, come una canzone in sottofondo che continua indisturbata.
Allora avevo solo 48 anni. Se rivedo in un flash la mia vita, a 20 ero in uno stato comatoso, a 30 mi sentivo già spenta, a 40 avevo scelto un ponte sotto il quale l’acqua pareva scorrere più impetuosa, ma a 52 ero finalmente nella comune di Puna pronta a vivere una storia d’amore con un uomo e con un maestro.
A 60, quando fra i miei coetanei scattava già un campanello d’allarme, mi sentivo una giovinetta. A 70 mi sono detta con un piccolo brivido: bene adesso vediamo cosa succede. A 80 è iniziata una nuova vita con nuovi amici in un nuovo quartiere in seguito a un incendio doloso che mi ha privato di casa.
Ho vissuto 22 anni con un uomo che aveva nove anni più di me e la cui vecchiaia è stata un inno alla gioia, al silenzio e alla consapevolezza. Scomparso il mio compagno – dagli occhi ma mai dal cuore – da quasi 12 anni sono di nuovo sola, e vivo la mia vecchiaia come un regalo e un gioiello su misura.
Un minimo di introito sudato in precedenza mi esonera, con grande sollievo, dall’obbligo alla sopravvivenza e da un ruolo sociale. Godo della libertà e della gioia di non avere più orari né doveri esterni da rispettare. Ma non per questo ho passato tutti questi anni con le mani in mano. Ho realizzato il mio sogno di diventare una graphic designer lavorando come volontaria per otto anni per una rivista internazionale. Ho scoperto anche di essere una giornalista in erba e mi ci sono cimentata. E trovo che non c’è niente di meglio che lavorare nella gioia per invecchiare giovani!
Da un quarto di secolo mi dedico finalmente a lavorare solo per me, a fare tutto quello a cui il mio cuore aspira. Leggere, scrivere, imparare, incontrare amici, ma soprattutto fermarmi, riposare, o fare cose assolutamente inutili che mi ero negata, mossa solo dalle mio ritmo interno e dal mio sentire, portata dal raggio del mio sguardo affascinato e penetrante che vede piccoli miracoli dappertutto: sulla soglia di casa, sul ciglio di una strada qualunque, dal finestrino di un treno, nello scodinzolare di un cane. L’inutile rende più ricca la mia vita da quando mi fermo ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare, un sorriso da condividere o qualsiasi cosa da cui possa imparare. Se ho un appuntamento riesco ad arrivare in ritardo perché mi preparo spesso all’ultimo minuto, persa nei miei interessi!
Persino le incombenze di casa hanno subìto una trasformazione. Le piccole cose che facevo con disdegno: rifare il letto, cambiare il sacchetto della spazzatura, lavare i piatti, pulire sono diventate più naturali. Il telefono è silenzioso: mi capita di non sentire nemmeno la suoneria quando dimentico gli apparecchi acustici.
Da giovane ero preoccupata dall’apparenza fisica, con la vecchiaia ho trovato lo stile vestimentario che fa per me. Mi piaccio così e i capelli bianchi sono un tocco di grazia! E pensare che ho dovuto aspettare prima che lo diventassero! Porto due apparecchi nelle orecchie e due in bocca. Quando mi danno fastidio li tolgo e non mi vergogno.
Da giovane ero spendacciona, la vecchiaia mi fa essere più oculata ed essenziale. Da adulta ero ossessionata dall’ordine, in vecchiaia apprezzo anche la libertà del disordine. Da giovane vedevo e pensavo in grande, la vecchiaia mi insegna ad amare quel “piccolo” diventato il vero specchio del “grande”. E mi sta dando un senso della misura che mi va a pennello, anche se ogni tanto, come tutte le cose vive, devo ridimensionarlo. Tirare, accorciare, risistemare quell’entusiasmo della vita che mi fa correre ancora dei rischi. I veli delle proiezioni saltano prima agli occhi. La brava ragazza che voleva mostrarsi a tutti i costi è scomparsa, lasciando spazio a un mistero in movimento che mi sorprende. La mia vecchiaia è da un po’ che me la sto costruendo su misura, brillantemente, come piace a me, tenendo conto dei miei punti di forza, delle mie debolezze, dei miei sogni, delle mie possibilità fisiche.