25 aprile 2103

La mia vita è un inferno. Nata tra i paria, conosco solo fame e miseria oltre alle storie amare di nonna Lina. Ma il destino, o forse il sadismo dell'élite, mi ha strappata dal buio per gettarmi in mezzo alle luci abbaglianti della città dorata.

Il mio nome risuona nelle stanze lussuose. «Elena, vieni. Quanto sei bella… Nessuna è brava come te!». «Elena, spogliati… Voglio farlo alla pecorina!». Tra queste mura dorate, ho imparato a sorridere quando vorrei urlare, a chinare la testa e ad aprire le cosce quando vorrei strapparglielo via a morsi. Sono la loro “piccola geisha”, un corpo su cui sfogare gli istinti più bassi, un giocattolo di carne per intrattenerli.

In questa prigione dorata, circondata da lussi che bruciano la mia anima. Tra le stanze illuminate, la mia ombra è l'unica compagna che non mi tradisce. Le mani che mi toccano sono ferite nascoste dietro sorrisi falsi, e i miei occhi riflettono l'oscurità di un'anima che rifiuta di spegnersi.

La città è un palcoscenico di falsità, e io sono l'attrice costretta a recitare la parte che odia. Nelle notti insonni, la penna diventa mia complice, queste pagine sono il rifugio segreto dei miei pensieri ribelli. Mi chiamano la loro “piccola geisha”, ma io cerco la forza per diventare qualcosa di diverso e di terribile.

 

28 aprile 2103

Oggi Alberto, uno dei padroni dell'élite, mi ha legato al letto e poi frustato fino a squarciarmi la carne. A ogni colpo venivano fuori lacrime. Ma la mia mente è riuscita a disconnettersi da quel tormento e a cercare rifugio nei racconti di nonna Lina. 

La nonna mi raccontava di un tempo in cui la miseria non aveva ancora spento la fiamma della speranza. Mi sono aggrappata a quei ricordi, cercando di trovare una connessione tra quel passato imperfetto e il presente implacabile.

Alberto, maledetto sadico, con gli schiaffi e con la frusta ha cercato di strappare via la mia dignità. Ma le ferite sulla mia pelle sono diventate una trincea per la mia resistenza interiore. Il dolore ha risvegliato il ricordo delle strade polverose di cui la nonna mi diceva, di uomini e donne che lottavano e di volti emaciati che, pure, conoscevano il sorriso.

Nel pianto e nell'umiliazione, ho trovato una forza inaspettata. Le parole di nonna Lina sono diventate un modo per esorcizzare un presente che cerca di spezzarmi. In quei momenti, mentre le lacrime mescolavano il dolore e la rabbia, ho giurato a me stessa di non dimenticare mai il passato di cui mi parlava la nonna.

 

29 aprile 2103

Mi hanno dato due giorni di pausa perché possa riprendermi dalle ferite. Rimarrò rinchiusa nelle mie stanze, con questa luce fredda che si insinua attraverso le tende. Il dolore mi è compagno e, come una melodia stridula, sottolinea ogni mio movimento. Nel silenzio soffocante della mia prigione dorata, la mia mente vaga tra il ricordo delle parole di nonna Lina e la promessa fatta a me stessa, “resistere”.

È venuto un medico a visitarmi. Mi ha fatto spogliare e ho notato il suo sguardo indugiare sui miei seni. “Il solito maiale”, ho pensato. Ma mi ha toccato con gentilezza mentre ricuciva i tagli e mi disinfettava con la tintura di iodio. Mannaggia quanto bruciava! Sembrava dispiaciuto di dovermi far male e mi ha dato un unguento che, a suo dire, dovrebbe lenire il dolore delle ferite.

 

30 aprile 2103

Anche oggi è venuto a trovarmi Ernesto, così ha detto di chiamarsi. E ha aggiunto: «Sono uno degli azionisti, ma ho studiato medicina per scacciare la noia. Fammi vedere come va». “Non è frequente che un padrone condivida dettagli personali”, mi sono detta. Quando mi sono spogliata, ha incrociato il mio sguardo: «Come hai fatto a procurarti queste ferite?».

Vulnerabile nella mia nudità ho deciso di confidarmi. Senza farne il nome, a noi prostitute è vietato nominare i padroni, ho raccontato di Alberto e  delle frustate. Mentre parlavo, vedevo nei suoi occhi come un'ombra di ribrezzo. Ma forse mi sbaglio, forse, al di là della sua posizione, Ernesto è anche lui intrappolato in questo gioco perverso.

 

1 maggio 2103

Oggi è il primo maggio. Nonna Lina mi raccontava che, quando lei era ragazza, il primo maggio era la festa del lavoro. Gli uomini e le donne di quell’epoca lontana soffrivano per la miseria e le privazioni, ma erano animati dalla speranza di un futuro migliore, di condizioni di vita dignitose per tutti.

Oggi va tutto al contrario di quanto quegli uomini sperassero. I padroni delle multinazionali usano l'Intelligenza Artificiale e i robot per incrementare i profitti senza doversi più avvalere di manodopera. Noi, i paria, non abbiamo più accesso alle città o al lavoro. Siamo stati relegati nell'ombra dell'inutilità: la disoccupazione è la nostra unica certezza. 

La massima aspirazione per noi paria è poter smettere di cacciare i ratti con archi e frecce, trovare un orticello e coltivare un po’ di cibo. Ma anche questo non è semplice e bisogna faticare parecchio per difendere il modesto raccolto dalla minaccia dei ladri. 

L’altra possibilità, a dieci anni, è uscire dal numero dei paria superando l’Esame. Dopo aver studiato con i programmi automatici dei computer delle scuole, io e mio fratello Juri ci siamo sottoposti al giudizio dell’élite. Gli esaminatori, freddi e distanti, scelsero chi secondo loro meritava di continuare a studiare. Studiare per diventare scienziati, artisti o schiavi sessuali, le sole strade che ti vengono offerte per abbandonare la miseria e guadagnarti l’ingresso nelle città dorate.

Nonna Lina, la cui saggezza scaturiva dalla memoria di giorni oscuri, diceva che persino ad Auschwitz, campo di torture e di ogni genere di nefandezze, campeggiava all'ingresso la scritta "Il lavoro rende liberi". Oggi noi prescelti lavoriamo per diventare gli schiavi, i giullari dell’élite.

Io e Juri siamo stati fortunati e, dopo aver superato l’esame, abbiamo appena avuto il tempo di salutare i nostri cari: nonna Lina e i miei genitori. Poi siamo stati caricati su mezzi differenti, per mete diverse. Da allora non so più nulla di nessuno di loro. Da allora sono disperatamente sola, nel lusso e nella penombra, in balìa dei capricci dei padroni.

Adesso è tardi, devo coprire con il trucco i segni delle percosse e tornare, come una scimmia ammaestrata, ad allietare i miei padroni.

Tutti i racconti

2
3
17

La fermata

21 November 2024

Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ellissa: la vita è un continuo ricercare un' equilibrio tra noi e gli altri. [...]

  • U1657: Santa crocifissa!!!

1
3
11

Egregio Sig.Ictus

21 November 2024

Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Vally: Grazie Dario.
    Buona giornata

  • Adribel: Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]

1
3
11

Le mollette

21 November 2024

Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Ma che bel testo, alleggerisce il cuore, complimenti.

  • Ecate: Grazie!!! Mi fa piacere alleggerire i cuori :-)
    @Dario: un corso accelerato [...]

1
7
11

Racconto ln breve la schiavitù dal cellulare

Le persone sono portate a schiavizzarsi.

21 November 2024

È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Gennarino: Dario Mazzolini: Grazie per il tuo commento. Un saluto da Napoli. Buona giornata

  • Rubrus: Si diceva lo stesso della TV, del cinema, dei fotoromanzi... internet è [...]

5
10
22

Il caffè col babbo

20 November 2024

È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dario Mazzolini: grazie di cuore Adribel per le tue parole. Il dolore per la perdita di un genitore [...]

  • Ecate: mi hai commosso.... le vite "sbilenche", stai tranquillo, sono le [...]

2
1
7

Condanna D'Amore

20 November 2024

Condanna Ad ogni battito di ciglia i suoi occhi indigo sprigiona in me ardente ardore. Ha dimenticato il mio sole caldo nel suo vascello come astro d'amore in quei fluttui delle sue tribolazioni. Ero al suo fianco come ancora di salvezza per non farla annegare, conficcata nella sabbia della sua [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
3
21

Doppio sogno (2/2)

PG
19 November 2024

Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Un buon racconto, ben costruito, con una trama ben articolata e ben scritto. [...]

  • Gennarino: Molto bello. Bravo

2
3
30

Goal

19 November 2024

Fare il medico gli piaceva. Dopotutto non era un lavoro pesante come fare il fonditore. E lui per tanti anni di estate quando chiudeva la scuola il fonditore lo aveva fatto davvero. Dalla mattina alla sera insieme al suo babbo. Di quei giorni lontani gli erano rimasti sulla pelle del dorso delle [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Cavallaselvatica: un goal indelebile, le emozioni che lo circondano sono infinite. complimenti

  • Adribel: Il passato, spesso si vorrebbe fare un rewind e si vorrebbero sistemare cose [...]

1
3
17

La luna in una stanza

Ispirata a "il cielo in una stanza"

19 November 2024

La luna in una stanza Varco l'uscio, chiudo la porta, accendo la luce, mi trovo solo con la luna. In una stanza.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • L’esilioDiRumba: Ciao @Dario, apprezzo il tuo commento praticamente immediato e la tua opinione. [...]

  • Adribel: Solo, è questo il punto, essere soli, capita, a molti.

5
8
26

Sensuale

18 November 2024

Ho scompigliato i tuoi capelli stelle filanti di argento e oro Ho baciato i tuoi occhi di mandorle e miele la tua bocca letizia di scandalosa grazia Ho baciato I tuoi seni che sono onde di mare Il tuo innocente candore di lussuria, estasi che trascende il corpo, in un triangolo oscuro di umido [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • PRFF: Eros, Bacco, un goccetto di innocente perversione, un tocco di spiritualità [...]

  • Dario Mazzolini: grazie prff per il tuo commento spiritoso. Se vogliono pagano il biglietto [...]

2
4
19

Doppio sogno (1/2)

PG
18 November 2024

La vita influenza il sogno. E viceversa. (Dialoghi Onirici, Thomas J. Plight) Era una mattina di uno splendido Luglio, mi sentivo molto vivo, immerso negli scarichi ignoranti di uno degli quattro letali serpenti di veicoli. Scorrevano affiancati e vagamente consapevoli l’uno dell’altro. Anche [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
9

CENTRALE PARANOICA 6

CICCIONE FA UN BUDDHA

18 November 2024

CICCIONE FA UN BUDDHA Hi, qui è la Centrale Paranoica, non siete ancora stufi di noi? Oggi è la volta di Archie, un gran predicatore ed un gran ciccione. "CICCIONE FA UN BUDDHA" sta scritto su una specie di arco sul vialetto che porta al suo bungalow a forma di Igloo. In effetti il suo giardino, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su