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All'aeroporto di Fiumicino, mentre procedevo a singhiozzo verso i controlli di sicurezza, una ragazza, annoiata da quel profluvio di persone, attaccò bottone con me. Scoprii che l'attraente ma logorroica biondina era di origine svizzera e che doveva prendere un volo per Ginevra. Io, invece, le raccontai in breve della mia relazione a distanza e che ero diretto a Varsavia, dalla fidanzata. «Che bella valigia da avventuriero!» disse la ginevrina di punto in bianco, osservando la Samsonite del sottoscritto piena zeppa di adesivi di svariati luoghi. «Già!» le risposi sornione, indicando con il dito indice. «Hotel Hilton di New York, Hotel Mediterraneo di Atene, Bangkok, Malaysia, Jakarta, ChengResort di Hong Kong, Pretoria, Bogotà, Tibet, HammametResort di Tunisi, Costa Rica, Paraguay... eh, avoglia.» «Ti manca il panama.» «È vero, spero un giorno di visitarla.» «Intendevo dire il cappello in testa.» Entrambi sorridemmo. Quasi ci dispiaceva di essere in prossimità dei body scanner. «Praticamente hai girato ovunque!» esclamò la svizzerotta soffermandosi ancora sul bagaglio alla Turisti per caso. «La sola nota stonata è questa: l'etichetta dell'albergo Trinacria di Palermo» ammisi storcendo il naso ma con un'aria leggermente beffarda. «Perché, scusa?» «Perché è l'unico posto in cui sono stato veramente.» La "suisse" scoppiò a ridere. «Sei troppo simpatico! La tua amata con te si divertirà... un mondo, giusto per restare in tema.» Porco mondo, non proprio. L'incontro con Agnieszka, come le precedenti volte, comportò un fracassamento di maroni, tra pretese e sbalzi d'umore. Tre settimane dopo, appena ritornai a casa, il mio scazzo, ai miei familiari non passò di certo inosservato, difatti intuirono facilmente che la lunatica polska ne era la causa. Da precisare, inoltre, che avevo comprato vari souvenir, quindi il bagaglio risultava più pesante rispetto alla partenza. «Cavolo! Che c'è qui dentro, mattoni?» mi domandò la mamma impugnando e alzando la Samsonite. «No, un cumulo di rabbia!» abbaiai, per poi sbatacchiare la porta del salotto e sprofondare nel divano. A ogni modo, tutti quei caccamarini colorati li applicava Elisa, la mia sorellina. Spesso le venivano regalati da una sua compagna di classe il cui padre gestiva un'avviata agenzia di viaggi. A tal proposito, mi consigliò di “aggiornare” la valigia con dei posti polacchi, visto che la Polonia l'avevo visitata in lungo e largo. Sì, in effetti gli sticker polacchesi andavano messi, ma soprattutto l’adesivo più importante, che avrei potuto benissimo realizzare tramite una stamperia al fine di appiccicarlo in onore di quella bisbetica fidanzata di allora: Suka! (Stronza, trad. in polacco)
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Lawrence Dryvalley, 12 November 2024
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Giuseppe Scilipoti, 02 November 2024
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Utente Anonimo
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Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]
Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]
È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]
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PG:Parole da incorniciare! Scritte sul sottofondo della città che amo maggiormente.
È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]
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Adribel:Mi sono commossa, ancor prima di leggere le ultime righe stavo pensando la [...]
Dario Mazzolini:grazie di cuore Adribel per le tue parole. Il dolore per la perdita di un genitore [...]
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Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]
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PRFF:Eros, Bacco, un goccetto di innocente perversione, un tocco di spiritualità [...]
Dario Mazzolini:grazie prff per il tuo commento spiritoso. Se vogliono pagano il biglietto [...]
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zeroassoluto:Timida solitudine dello scrittore introverso, che si racconta in un ambiente [...]
CICCIONE FA UN BUDDHA Hi, qui è la Centrale Paranoica, non siete ancora stufi di noi? Oggi è la volta di Archie, un gran predicatore ed un gran ciccione. "CICCIONE FA UN BUDDHA" sta scritto su una specie di arco sul vialetto che porta al suo bungalow a forma di Igloo. In effetti il suo giardino, [...]