I genitori di Tiffany smisero di andare in giro e si prepararono alle prossime feste. La tradizione tutta americana, era quella di addobbare la casa con quante più luci possibili, creare scenografie e addobbi particolari, era quasi una gara fra i vicini. La casa di Tiffany era stata sempre quella più fastosa e con più accessori nel giardino. I preparativi andavano avanti ed erano a buon punto. La casa degli Spencer invece era buia, come inglesi, loro non avevano quelle abitudini, ma in un viale dove tutte le abitazioni erano illuminate quello spazio buio stonava, i vicini uniti in un comitato di quartiere andarono a bussare alla porta per invitare i suoi abitanti a decorare almeno con le luci, per non far sfigurare il quartiere. Willy rimase sorpreso da tutte quelle luci, non era abituato a una cosa del genere, chiese informazioni alla sua amica Tiffany
- Come mai voi, in America, fate questo spreco di luci, non mi sembra una buona occasione, il Natale è un’altra cosa, si va a messa, si prepara una buona cena e s’invitano gli amici e i parenti, tutto il resto è inutile, sembra invece che per voi vale solo questo. Certo è che siete strani, avete usanze molto discutibili. E' solo apparenza, guardando bene ,siete vuoti, senza veri valori.
- Dai Willy, non fare così, non è vero! Lo spirito natalizio come lo abbiamo noi , non ce l’ha nessuno. Viviamo per il Natale. Esprimiamo tutta la nostra voglia di festa, con le luci e tutto il resto.
- Sarà anche come dici tu, - rispose dubbioso i fantasmino – io resto della mia idea. Con tutte queste luci ho difficoltà a non farmi vedere, a me serve il buio, qui non esiste, fa bene miss Janet, loro sì che rispettano il Natale, andrò da loro, mi dispiace qui non mi trovo a mio agio.
- Credo che rimarrai deluso, fra poco anche loro faranno le luminarie, non hai scampo amico mio, ci vorranno parecchi giorni perché tutto torni alla normalità. Vorresti darmi una mano, lo so che non puoi toccare oggetti solidi, almeno dammi qualche consiglio su dove e come disporre gli addobbi. Almeno l’albero di natale lo conosci?
- Quello non credo di ricordarmelo, il giorno del Natale ricevevo dei doni, sì mi piace avere dei regali chissà se quest’anno riuscirò ad avere quello che desidero
- Non si può mai sapere - disse Tiffany con un aria furbetta –
Il giorno di Natale, Tiffany si svegliò presto per andare a vedere i regali, il suo albero era stracolmo di pacchetti, grandi e piccoli. Corse fuori a chiamare l’amica Janet, lei uscì correndo sulle sue lunghe e magre gambe, anche lei aveva trovato più pacchetti del solito. Oltre a quelli dei genitori, c’erano quelli di Tiffany e dei suoi genitori. Le ragazze s’incontrarono per scambiarsi le impressioni, poi decisero di aprire i regali prima a casa di una poi dell’altra. Cominciarono da quelli di Janet, per Tiffany era una novità e voleva essere presente, quando li avesse aperti. Lei aveva regalato un libro dove, fra le altre cose, c’era spiegato il fenomeno dei fantasmi. Voleva convincerla che non c’era da aver paura, doveva spingerla a dare un bacio a Willy, solo così il povero bambino poteva ritrovare la sua la pace. Janet aprì il pacchetto e, alla vista del libro, restò per un attimo delusa, si aspettava di meglio. Tiffany non aveva pensato solo al libro come regalo, ma a tanti altri che riempirono gli occhi della ragazza, di lacrime di gioia. Fu il turno di Tiffany di aprire i regali e come prevedeva, quelli dei genitori erano sempre le solite bambole sofisticate che non davano nessuna emozione alla ragazza, il regalo da parte di Janet fu un completo da toilette in argento e osso, comprendeva pettine, spazzola, portacipria e una serie di aggeggi per la cura dei capelli. Gli inglesi preferivano fare regali utili, invece dei soliti giocattoli che passata l’euforia iniziale poi finivano nei bauli dimenticati. Willy si divertì molto a vedere le varie facce delle ragazze alla vista dei regali, ma era triste, per lui non c’era nulla.
Dopo il pranzo di natale che fu consumato dalle due famiglie unite, ormai entrate in amicizia, le due amiche andarono in camera a giocare con i nuovi giochi.
Fu allora che Tiffany chiese a Janet se voleva parlare un po’ con il fantasmino, per dirgli qualche parolina gentile e dimostrare che la paura non aveva motivo di essere. Dopo averla pregata un po’, alla fine lei, pur tremante accettò e Tiffany contentissima chiamò il suo amico.
- Vieni avanti Willy, fatti vedere, c’è Janet qui che vuole parlare un po’ con te.
Da dietro l’armadio scivolò fuori il corpo evanescente del bambino, si fece avanti e andò a mettersi davanti alle due amiche. Janet aveva ancora gli occhi chiusi e tremava, l’amica le teneva per mano e la costrinse ad aprire gli occhi, passato il momento di terrore si fece coraggio e guardò quel bambino trasparente, quello che l’aveva atterrita per tanto tempo. Con un po’ di coraggio disse :
- ciao!
- Ciao a te miss Janet, - rispose piano Willy - finalmente ti sei decisa a incontrarmi, faccio davvero così paura! Io credo di averne più di te. Ogni volta che mi hai visto ti sei messa strillare così forte da farmi scappare.
- Scusami, ma i miei mi hanno sempre detto che i fantasmi non esistono e quelli che dicono di averli visti, dopo hanno avuto un sacco di problemi.
- Può anche darsi, - rispose Willy con un viso serio - io non lo so, so solo che sono anni che vengo dietro la tua famiglia e non trovo pace, se solo tu…
- Io cosa - fece Janet, impaurita, cosa vuoi da me.
- Niente di speciale, come vedi io sono uno spirito, non ho corpo e non posso toccare cose solide, quindi anche volendo non posso arrecare danno a nessuno.
- Scusa Janet, - s’intromise Tiffany, te lo dico io cosa vuole, lui è troppo timido per dirlo così semplicemente. Si tratta di questo. Lui è costretto a girare per il mondo, perché, quando è morto, tanti anni fa, non ha avuto il bacio della buonanotte dalla mamma, ora che sono tutti morti deve trovare una discendente della famiglia che glielo dia, si tratta in pratica di appoggiare le lebbra su quella forma di nebbia, così lui potrà ricongiungersi con il papà e la mamma, sparendo per sempre dalla tua famiglia.
- Ho capito, ma non credo di poterlo fare, ho troppa paura, già è tanto che non mi sono messa a strillare, come si fa a baciare un'ombra gelida. E' un bambino e mi fa pena, ma non posso proprio.
- Sei proprio una bambina paurosa, ora ti faccio vedere io, Willy è un amico, tu guarda me, poi farai lo stesso, sarà il tuo regalo di Natale per lui, lo farai felice e inoltre scomparirà per sempre, non dovrai più vederlo e aver paura di lui.
- Vieni Willy, ora te lo do io un bacio, così dicendo, tese le mani verso il bambino per stringerlo, ma lo attraversò come una nuvoletta di fumo. Si sporse allora verso il viso e schioccò un bel bacio. Attese un po’, ma non successe niente, non era lei che doveva farlo, ma l’erede della famiglia Spencer.
Spinta da Tiffany la ragazza oppose resistenza, ma piano, piano si avvicinava alla figura eterea che era lì immobile nell'attesa. La ragazza tremava come una foglia, ma con gli occhi chiusi e, guidata dall’amica allungò il collo e diede un bacio nel vuoto pronunciando queste parole.
- Caro William, tesoro mio, mi dispiace di aver aspettato tanto, ora ti lascio il bacio della buonanotte augurandoti sogni d’oro,
Dopo aver compiuto il gesto aprì gli occhi giusto in tempo per vedere la figura del fantasma cominciare a dissolversi. Prima di scomparire del tutto Willy gridò la sua felicità.
- Grazie Tiffany, grazie miss Janet, finalmente potrò riabbracciare la mamma e papà, non sarò costretto a girare più il mondo, voglio riposarmi per sempre, grazie …
Le ultime parole si spensero nel vuoto. Là dove c’era lui non c’era più niente. Ora il loro amico era a casa e la famiglia Spencer si era liberata per sempre da quell’ospite scomodo. Chi ebbe invece un pensiero triste fu Tiffany che aveva perso un vero amico e compagno di gioco, ma la felicità di aver compiuto una buon'azione la ripagò dalla tristezza che stava provando. Lei e Janet erano ormai amiche per la vita, unite da quel segreto che non avrebbero rivelato mai a nessuno.