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Lo Straniero Senza Nome, giunse a El Fica, una tranquilla cittadina del Colorato. L’uomo, affamato come non mai, entrò in un McLeone’s e si fece preparare Il Panozzo di Terence Hill, un pagnottone farcito di carne di cavallo e fagioli con salsa di pomodoro che divorò avidamente, per di più tracannando un lattinone di gazzosa al cactus. Uscì dal locale, indeciso se dirigersi in un'armeria ad acquistare una scatola di munizioni per il suo revolver oppure cercare una locanda per riposarsi, dopo un'estenuante settimana a girovagare per monti e per dune a pigliare il sole cocente, tranne lì dove non batteva. Dato che aveva la gola secca come il deserto per via dell’arsura, non ritenne urgente nessuna delle due opzioni. Pertanto preferì andare a bere qualcosa di fresco e dissetante da qualche parte. Il paese era disseminato di saloon, il cowboy ne scelse uno a caso ovvero il Salo'on e le 120 giornate di Sodoma, titolato così in merito a Sodoma, la proprietaria che gestiva il pubblico esercizio per centoventi giorni all'anno. Lo Straniero Senza Nome stava quasi per varcare le porte a ventola del locale quando la sua attenzione e quella di un nugolo di astanti venne catturata da uno sceriffo panzone letteralmente sbracato e da un individuo guercio, dagli indumenti sporchi e lacerati. Entrambi, collocati nella corsia delle carovane a pochi metri di distanza l'uno dall'altro, assunsero una posa da duello. Lo Straniero Senza Nome pensò che una bella Yucca con ghiaccio poteva aspettare dal momento che non si sarebbe perso la sfida nemmeno per un quintale di oro del Klondike. Nel frattempo, i duellanti si studiarono, accarezzando l'impugnatura delle rispettive pistole. «Questa città è troppo piccola per tutti e due!» gridò il guercio. «Già!» esclamò lo sceriffaccio. I due contendenti si guardarono con intensità, immobili come due rocce del Gran Canyon. «Perché nessuno chiama il becchino?» chiese Lo Straniero Senza Nome a uno dei curiosi seduto sopra una cassa di legno. «Non ce n'è bisogno» gli spiegò il tizio, un mezzo indiano d'America e mezzo indiano dell'India. «Si affrontano al --- chi viene per primo da ridere, perde. --- Si stanno giocando la stella e il posto da sceriffo.» Passarono circa dieci minuti. Il grassone rise a crepapelle, vinse il guercio, grazie a una serie di provvidenziali inarcamenti delle sopracciglia da far suscitare il riso persino ai presenti, al contrario dello Straniero Senza Nome, tutto paonazzo a causa del Panozzo di Terence Hill che gli procurò un terribile mal di pancia dalla conseguente rumorosa scoreggia. Il guercio non ci vedeva bene; tuttavia ci sentiva benissimo, credeva che quel forestiero volesse fregargli il lavoro conficcandogli un confetto di piombo, ragion per cui estrasse la Colt dalla fondina per rispondere allo "sparo." Lo strabismo dello sbrindellato zozzone gli impedì di prendere correttamente la mira, centrando perciò l'insegna del saloon che cascò in testa al cowboy. E fu così che lo Straniero Senza Nome divenne lo Stranito Senza Nome.
Lawrence Dryvalley, 02 November 2024
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Lawrence Dryvalley, 12 November 2024
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Utente Anonimo
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Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]
Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]
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È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]
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PG:Parole da incorniciare! Scritte sul sottofondo della città che amo maggiormente.
È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]
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Cavallaselvatica:un goal indelebile, le emozioni che lo circondano sono infinite. complimenti
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Ho scompigliato i tuoi capelli stelle filanti di argento e oro Ho baciato i tuoi occhi di mandorle e miele la tua bocca letizia di scandalosa grazia Ho baciato I tuoi seni che sono onde di mare Il tuo innocente candore di lussuria, estasi che trascende il corpo, in un triangolo oscuro di umido [...]
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PRFF:Eros, Bacco, un goccetto di innocente perversione, un tocco di spiritualità [...]
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zeroassoluto:Timida solitudine dello scrittore introverso, che si racconta in un ambiente [...]
CICCIONE FA UN BUDDHA Hi, qui è la Centrale Paranoica, non siete ancora stufi di noi? Oggi è la volta di Archie, un gran predicatore ed un gran ciccione. "CICCIONE FA UN BUDDHA" sta scritto su una specie di arco sul vialetto che porta al suo bungalow a forma di Igloo. In effetti il suo giardino, [...]