Questa è la storia dell’imperatore del ghiaccio. Già lo immaginate vero bambini?
L’imperatore del ghiaccio: magro ma imponente, bello ma gelido, vestito di bianco, mantello di neve come previsto anche nella favola più economica.
Beh… no! Mi dispiace. Questo imperatore non rientra nello standard. Non raggiunge il minimo sindacale. Insomma non è l’imperatore del ghiaccio che ti aspetti. Ma è più colpa delle favole che del nostro imperatore.
E’ che le favole, come dire, sono favole. Così tra effetti speciali, colpi di fantasia, una concessione allo spettacolo e il peso della tradizione, alla fine tutti gli imperatori del ghiaccio si somigliano un po’.
Il nostro imperatore no.
A vederlo sembrava uno normale: vestito normale, atteggiamento normale, perfino occhi normali.
«Davvero inconsueto!» direte voi.
Cosa penserete allora del suo regno?
Il regno del nostro imperatore del ghiaccio era probabilmente uno dei più piccoli regni al mondo. Davvero minuscolo se misurato in chilometri, in miglia o in ettari. Piccolissimo perfino se misurato in centimetri. Occhio e croce circa un metro di regno!
Ragazzi, vi è caduto il mento! Richiudete la bocca e ascoltate.
Il regno del nostro imperatore era si piccolo, se misurato con ogni unità di misura dello spazio, ma infinito se valutato in assoluto. Esso si estendeva dal suo cervello al suo stomaco. Capitale del regno: il cuore.
Secondo voi entrano più cose in un qualsiasi regno terreno di qualunque estensione o nel cervello, cuore e stomaco di ogni uomo?
Credete a me, la strada tra il cervello e lo stomaco di un essere umano è infinita. E sempre mutevole.
Vi potrà sembrare impossibile ma non esiste storia, di qualunque genere sia, che non provenga da lì. Che non sia nata da un luogo all’interno di quel regno.
O di uno simile ovviamente!
E le storie sono così differenti proprio perché su ognuno di quei regni governa un imperatore diverso. Alcuni sono imperatori del ghiaccio, altri della lava vulcanica, o dell’acciaio indistruttibile e così via all’infinito.
Badate bene, ci sono anche imperatori dell’aria e della terra, celesti e allegri o verdi e accoglienti come prati primaverili. E perfino imperatori della carta velina, indecisi e fragili da non sembrare neppure imperatori.
Ma non ci perdiamo in chiacchiere. Il nostro è un imperatore del ghiaccio.
Vi devo svelare un segreto. Nessuno sa in che modo si diventi imperatore di un tipo o di un altro. Si fanno tante ipotesi, sapete, ma nessuna certezza.
Quindi non mi chiedete perché il nostro imperatore non è diventato, che so, un imperatore delle giostre o del mare, che paiono entrambi molto più divertenti.
Bravi. Vedo che non me lo domandate. Proprio bravi… così attenti e silenziosi…
Ah! Vi siete addormentati entrambi. Molto bene piccoli. Molto bene. Ottimo!
Il resto della storia lo inventiamo domani...