Terra mia
Oh! Terra, terra mia
Madre pulcherrima
generatrice di vita
sei rimasta nascosta nelle pagine della memoria
e non potrò mai dimenticare i tuoi profumi
le tue albe che facevano brillare la rugiada
come pietre preziose sul tuo manto verde.
Ogni sera dopo il tramonto
su quei fogli ingialliti dal tempo
leggo le storie che hai conservato per me.
I mattini luminosi dell’allodola e i giorni
Caldi e assolati delle cicale e come dimenticare
Le notti di luna maliziosa degli usignoli
Che allietavano gli amori proibiti
Di fanciulle caste ma innamorate.
Oh! Terra mia lontana
Tristi sono i miei giorni senza il profumo del pane
Sprigionato dal forno della nonna
Senza il canto delle lavandaie sulla riva
Di quel fiume millenario, scontroso, ruvido
Scorreva da monte tumultuoso per poi placarsi
Nella pianura piena di giacinti e i fiori gialli
Dei topinambur.
Chissà dov’è adesso quella ragazza, occhi di cielo
Primo amore e prima a donarmi ebrezza
e palpiti del cuore in un fienile
mentre fuori un temporale picchiava
sopra il tetto e noi nel caldo del fieno
ci scambiavamo amore.
Leggo ancora ogni sera le tue storie
Ma la memoria diventa sempre più debole
E l’occhio cede alle lusinghe del sonno.
Amata terra mia, non potrò giacere in te
Il destino mi ha voluto lontano
Ma sarò io che porterò il tuo ricordo
In questo posto che odora di mare
Di alghe essiccate al sole, dove conchiglie
Conservano suoni e odori di gente taciturna
Dalle mani gonfie e sorrisi spenti.