L’uomo e il cane.
Il giorno si lasciava andare, si abbandonava alla sera e Lei guardava, dietro le persiane, il vicolo, dall’altra parte del marciapiede. Il cielo era stracarico di neve. Non che avesse importanza.
Era ormai un’abitudine spiare i rari passanti in quel lato della città. Lontano dal centro, piano terra, quell’appartamento possedeva tutti i requisiti per soddisfare le sue richieste.
Ancora pochi minuti e sarebbe passato.
Sentiva, nell’altra stanza, i rumori ben noti di piatti, pentole e posate manovrati da sua figlia trentenne che preparava, per loro due, tavola e cena.
Le sembrava lontana dai suoi problemi, assorbita dai propri desideri o dalle proprie aspirazioni. Ma, di fatto, la ragazza si adeguava agli orari, agli umori, ai capricci e soffriva. Per la mamma.
E Lei lo capiva?
Eccolo! Col cane, libero da guinzaglio e collare. L’incontro durerà qualche istante; fino a domani Lei non li rivedrà.
Immaginava che Lui fosse differente, che la riempisse di attenzioni e la libertà dell’animale rappresentasse la sicurezza unita alla protezione.
Si aggrappava alla speranza di essersi sbagliata con le proprie convinzioni, di non aver inquadrato dalla giusta prospettiva le idee di cui si sentiva piena, di non aver saputo vedere al di là del proprio naso.
E sua figlia? Era stata in grado di cavarsela da sola o si era appoggiata a qualcuno?
La guardava, adesso, e credeva di non aver spezzato il filo del possesso. Legata, ancorata, imbrigliata, si difendeva e rimaneva vicino agli ideali della generazione passata.
Pochi giorni poi Lei sarebbe partita lasciandosi alle spalle l’uomo con il cane, il letto e le persiane.
Si sarebbe staccata da quella finestra, dalla stanza, da quelle manie.
Non tentava più di convincersi pensando che esiste la solidarietà tra donne. Solo in casi al limite o per difesa di diritti che dovrebbero riconoscersi naturali. Una lotta, era una lotta per la supremazia.
Ancestrali motivi, radicati all’interno, le impedivano la ribellione. Di certo Lei non si sarebbe ribellata. Non più. Prendessero il suo posto coloro che ne avevano voglia!
Se ne sarebbe andata e l’uomo con il cane sarebbe tornato, inconsapevole prova della sua opinione.
Mentre salutava e saliva sul treno con la rampa, un ferroviere chiedeva “La devo aiutare, signora?”
“No. Sono abituata!”
E, seduta sulla carrozzina elettrica, con i pochi bagagli in grembo, si sistemava.