Tutto sembrava sgretolarsi attorno a me. Decisi di non dire nulla alla mia famiglia, cercando di proteggerli dalla realtà. Ma ad ogni mio sforzo per risolvere la situazione, sentivo che loro si allontanavano sempre di più. Le discussioni erano diventate sempre più frequenti, gli sguardi più freddi, le parole cariche di risentimento.
Quando le cose iniziarono davvero a precipitare, cercai almeno di salvare ciò che potevo. Il mio primo pensiero fu per i miei dipendenti, persone che avevano lavorato con me per anni e che mi avevano sempre sostenuto. Rinegoziai contratti, rinunciai a compensi e sacrificai il poco che restava della mia stabilità economica per garantire che loro potessero continuare. Ma questo scatenò il disprezzo dei miei familiari.
Avrei dovuto pensare solo a loro, alla loro sicurezza. Ma io sentivo un profondo senso di responsabilità verso chi aveva creduto in me. Ogni tentativo di spiegare le mie scelte non faceva altro che peggiorare la situazione. Le notti divennero insonni, trascorse a rimuginare sulle scelte fatte, sulle occasioni mancate.
Alla fine, quando tutto sembrava perduto, il pensiero di fallire come imprenditore non era il peggiore dei mali. Era l'idea di essere considerato un fallimento come padre e marito a togliermi il respiro. Ogni giorno, la sensazione di non essere all'altezza cresceva, come una morsa al cuore.
Alla fine, mi sembrò che non ci fosse altro modo per porre fine a quel dolore. Penzolare dal soffitto, con la corda stretta attorno al collo, fu una trovata melodrammatica, lo riconosco. Ma non riuscivo a trovare nessun'altra soluzione. L'idea di mettere fine a tutto mi offriva l'unica via di fuga da quel senso di fallimento che mi divorava ogni giorno di più.
"Scusatemi," scrissi nella lettera, con mani tremanti e il cuore pesante. Era un ultimo, disperato tentativo di far comprendere che, nonostante tutto, li avevo amati più di ogni altra cosa. Ma sapevo che, anche quel gesto, sarebbe stato visto come un altro errore, l'ennesima dimostrazione del mio egoismo.
Eppure, era l'unico modo che conoscevo per liberare me stesso e loro dal peso del mio fallimento.