Cinque anni dopo, un vascello, carico di merce e con una decina di ragazzini urlanti a bordo, fece il suo ingresso nel porto del paese, mentre un po’ distaccati, al largo, c’erano un centinaio di velieri da guerra, armati con 100 cannoni pronti a far fuoco: era il Re Gervasio IV, che ritornava in patria con i suoi figlioletti.
Il popolo lo riconobbe subito, si radunò al grido di “Il Re è tornato, abbasso gli usurpatori” e lo scortò sino al Castello.
Non vi dico la sorpresa delle due Verze che diventarono ancora più verdi dalla rabbia, quando si resero conto di quanto stesse per accadere.
Sir Niccolò e Sir Alfonso si precipitarono ai piedi del Re, chiedendo grazia, ma il Re, sprezzante, rispose con voce ferma e forte: “COL CAVOLO!!!
Siete due traditori e, per la mia benevolenza, vi risparmio la vita, ma vi condanno all’esilio perenne!
Andate via! Non vi voglio più vedere! E portate fuori dalla mia vista queste due Verze schifose e quella specie di Patriarca Universale, che vi ha nominati!”
Cosi disse e così fu: i due traditori, le loro mogli e il Patriarca Universale furono portati a forza sul vascello e scortati da un paio di velieri da guerra armati con 100 cannoni, finché non scomparvero all’orizzonte.
Il Re Gervasio IV riprese possesso del suo regno, la Regina Brunilde fece bruciare i due troni clonati, ripristinò in vessilli bianchi originali e da qual momento si dedicò completamente ai suoi dieci cavoletti… e vissero tutti felici e contenti.
Stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia!
03/12/2017