7:30. Fermata dell’autobus.
Mani in tasca e sguardo fisso, al di là della strada, perché si vede la spiaggia in lontananza.
Il bello di vivere qui è che non sembra di essere immersa nel caos frenetico della vita quotidiana, anche se devi lavorare. Arriva l’autobus e salgo sperando di trovare spazio davanti, vicino l’autista perché mi piace guardare ogni curva, ogni persona che entra ed esce dal mio mini-mondo.
Gli anziani sono i miei modelli preferiti, io li guardo e tra le rughe vedo tutta la loro bellezza. Una vita da scrivere e da raccontare.
Abiti dimessi, sguardi fieri e dignitosi.
E i pittori che amavano la giovinezza, io avrei dipinto soltanto loro, per poterli raccontare.
Ho camminato accanto a mille persone, ma nessuno aveva la loro luce. Una luce particolare, fatta di giorni trascorsi lottando.
E i guerrieri a me piacciono molto. Mi piacciono coloro che non si arrendono, mi ricordano mio nonno, che sorrideva nonostante tutto.
E che era umile, fuori misura.
Spesso ti penso,e mi rendo conto che tra una manciata di giorni sarà un anno che te ne sei andato, e le cose sono cambiate non solo per me, ma di sicuro nella vita di molte persone... mi rendo conto che pochi sono coloro che riescono a comprenderti e meno ancora sono quelli che vuoi portare nel tuo cammino, capisci che crescere non significa nè dimenticare nè soffrire di meno nè trovare le risposte a tutto... impari a cucirti le ferite a dosso, senza anestesia, perchè quelle cicatrici che tenderanno i tuoi polmoni ti ricorderanno ad ogni respiro chi eri, chi sei diventata, ma soprattutto camminando ancora, ti staranno a ricordare dove vuoi arrivare... impari che si è grandi nella misura in cui ci si riesce a rialzare, tu mi hai insegnato che l'umiltà è la prima dote da possedere per poter essere davvero liberi...grazie perchè se sono libera di rincorrere i miei sogni lo devo anche a te.
E pensando sono arrivata a destinazione.
Devo scendere, e un pò mi dispiace.