Pioviccica, i napoletani direbbero “Schizzechéa”, termine reso famoso da Pino Daniele, sono rimasto bloccato nel sotoportego de Ca’Dario, è tardi, il carnevale mi ha rapito nella sua bellezza ed ora sono indeciso, non voglio camminare sotto la pioggia, il costume da Duca Carpaccio mi è costato una barca di euro di affitto, non intendo riportarlo rovinato, sarebbe un salasso risarcire l’atelier.
Mi fisso a guardare il canale alla mia destra, barconi e motoscafi privati sono coperti da teli di plastica, il rumore ovattato della pioggia sopra di loro mi ipnotizza, se non fosse una situazione fastidiosa, direi che potrebbe essere un momento perfetto. Guardo il cellulare, è l’una di notte… mah, non è grave, domattina dormirò fino all’ora di pranzo.
Per fortuna sotto il costume ho messo una magliettina di lana, il velluto che ho indosso mi tiene abbastanza caldo, ma stare fermo m’intirizzisce.
Il rumore delle gocce sta lentamente scemando, forse tra poco potrò tornare in hotel, ovviamente se ritrovo la strada, ho voluto provare una scorciatoia e mi sono perso, dai, altri dieci minuti e vado!
Una luce azzurrina si alza dal canale, la luna piena esce trionfante dalle ultime nubi, una sensazione fiabesca mi pervade. Rumore di passi! Bene, era una mezzoretta che non passava nessuno, spero che sia qualche veneziano che mi riporti nella civiltà. Sembrano tacchi femminili, ma non ne sono sicuro, a quest’ora non credo che ci siano madamigelle in giro da sole ed oltretutto anche le scarpe da damerini hanno un suono leggero.
Ragionamento sbagliato, spunta dall’angolo una donna con un costume molto ricco e pomposo da Duchessa, si avvicina incuriosita.
«Si è fermato qui, Duca? Ormai non c’è più nessuno in giro»
«Aspettavo che spioveva, non volevo rovinare l’abito»
«Non me n’ero resa conto, questa è l’ora della mia passeggiata notturna»
«Che piacevole abitudine, la fa spesso?»
«Sì, sono secoli, capisce Duca, Venezia è così bella di notte!»
Rido della sua battuta
«Lei abita qui nei pressi, Duchessa?»
«Sì, proprio qui dietro, vuole ausilio? Potrebbe bere qualcosa di rinvigorente prima di affrontare il cammino verso la sua magione»
Malgrado il vestito pomposo, dovrebbe avere un corpo sopraffino, solo che parla come un libro stampato da monaci amanuensi!
Forse i veneziani genuini, nel periodo del carnevale, tornano a parlare come i loro avi.
«Accetto volentieri Duchessa, ma prima mi consenta di presentarmi, Armando Lo Cascio»
«Piacere signore, lei è un nobile? Non mi sembra di conoscere il suo cognome»
«Sono di Palermo»
«Un posto molto lontano, è qui per acquistare mercanzia pregiata?»
«No, solo per vacanza, una settimana di divertimenti… mi scusi l’ardire, non mi ha ancora detto il suo nome, se posso permettermi»
«Marietta Dario, il mio palazzo è proprio qui»
«Ca’ Dario?»
«Lo conosce?»
«Ne ho sentito parlare»
Cavolo, questa ha una gondolata di soldi, un buonissimo partito, devo lavorarmela, capire se è sposata, non ha una vera al dito, ma ormai sono molti a non metterla
«Venga con me»
Tra me e me penso: ”è il mio desiderio più grande, bella sconosciuta”
Camminiamo solo poche decine di metri, sembra giorno, la luna è luminosissima, lei ha un portamento principesco, sembra che cammini volando, entriamo in un portone, al buio mi prende una mano per guidarmi, si gira, i suoi occhi sembrano brillare
«Tranquillo, si fidi di me»
«Sono completamente alla sua mercé, Duchessa»
«Possiamo darci del tu?»
«Va bene Marietta, sono alla tua mercé»
evidentemente in casa dormono tutti, prende una torcia dal muro e l’accende dal camino, ci troviamo in uno splendido salone.
«I tuoi stanno dormendo? Non vorrei recare disturbo»
«Sono sola ormai da tanto tempo»
«Mi addolora»
Devo giocarmela bene, stavolta mi sistemo!
«Una donna sì bella? Com’è possibile?»
«Il tempo mi ha inesorabilmente portato via tutte le persone amate»
«È terribile vedere il velo di tristezza che offusca i tuoi meravigliosi occhi, darei l’anima per darti felicità»
Si scuote
«Accetti un bicchiere di Malvasia»
«Molto volentieri, Duchessa Marietta»
Apre un mobiletto, estrae una bottiglia ed un bicchiere. Lo riempie di un liquido bruno.
«Tu non bevi insieme a me?»
«Ho smesso tantissimo tempo fa»
«Continui a parlare di te stessa al passato remoto, ma sei così giovane…»
«Ho trentadue anni»
«Complimenti madame, lei è splendida… sei splendida»
Guarda verso il camino con un sorrisetto enigmatico, si accomoda in una poltrona, togliendosi le scarpe e mettendo i piedini su una panca ricoperta di velluto rosso.
Le calze bianche sono veramente eccitanti, bevo.
«Un sapore intenso, liquoroso, ottima annata»
«Viene dalle mie terre in Dalmazia»
«Posso sedermi in terra dinanzi a te?»
«Ti sarò grata se mi massaggi i piedi, sono così stanca»
«Sono ai suoi ordini Duchessa, sarà un piacere immenso per me»
Metto il bicchiere sul tavolo e mi piego per sedermi, prendo tra le mani un piedino
«È molto freddo, mettili sotto il mio gilet, te li riscaldo attraverso il tessuto, sul mio corpo»
Piano piano riacquistano vita, mi guarda con un aria strana mentre il piede rimasto libero scende lentamente.
«Sei stato molto bravo e servizievole, a questo punto devo ricompensarti»
Si alza la gonna ed il sottogonna, arriva al punto di non ritorno, la fine delle calze, l’inizio della pelle… indossa anche le culottes, la ricostruzione perfetta di una Dama medioevale! Si lascia ammirare mentre cerca l’adorazione nei miei occhi, soddisfatta del risultato ottenuto, toglie il piede da me e si alza
«La notte è troppo breve per sprecarla»
Inginocchiandosi mi bacia appassionatamente, il mio charme l’ha conquistata! Mi sbottona le perline dal gilet, inizio anch’io ad alzare la sottogonna… un costume di lusso, curato nei minimi particolari, capisco che non posso iniziare da lì, riabbasso la sottogonna, devo iniziare dalla schiena, l’unica è intervenire da dietro, sento al tatto le perle, le sbottono un po’ goffamente, finalmente posso far scivolare tutto il vestito.
La guardo, ancora manca un bel po’, il corsetto con i suoi lacci strettissimi, le calze bianche… certo che questi nobili veneziani prendono il carnevale molto seriamente, io sotto ho solo maglietta e mutande, si rialza e mi fa cenno di seguirla, camminiamo mentre mi occupo del corpetto direttamente da dietro.