Aveva sempre avuto il pallino della foresta. Eppure viveva in una periferia di un'anonima città fra fumi e nebbie, immerso in quello smog assassino, dentro ad uno scatolone di case tutte uguali, tutte realizzate in cemento armato come se avessero utilizzato uno stampo industriale per creare la fotocopia di un prototipo di casa funzionale ma non esageratamente ingombrante. Cucina, bagno, soggiorno, camera da letto. Ed un balcone, protuberanza della palazzina,  che dava sulla strada dove potevi vedere solo macchine, confusione e nulla più. E qui scorreva il tempo, in mezzo alla ripetitiva scansione del lavoro e del riposo, quasi in un ottica di attesa per giungere chissà dove. Una vita grigia, senza troppe effusion, senza poesia. Al centro della città avevano realizzato un giardinetto pieno di alberi necessari allo smaltimento della quantità di anidride carbonica presente nell'aria. E negli anni la vegetazione era diventata lussureggiante. Tarzan ci andava quando riusciva a trovare un momento libero perché nel suo arredo c'erano delle panchine che permettevano il riposo e la meditazione in mezzo a quella porzione di natura. 
Qui si sentiva felice perché fra quei rami ricordava quando suo padre gli raccontava le storie del mitico Tarzan, il re della foresta, le sue imprese e la fidata Cita, uno scimpanzé che lo aveva trovato nella foresta e lo aveva adottato. Qui si sentiva felice. Gli veniva voglia di arrampicarsi fra quelle fronde ed aggrapparsi alle liane per buttarsi in un fiume a lottare contro i coccodrilli. Ma all'improvviso il sogno allucinato svaniva e si ritrovava in ritardo perché la pausa pranzo era finita o il supermercato stava per chiudere e rischiava di ritrovarsi solo ed affamato senza cena. La frequenza di quel luogo era diventata una necessità. Qui viaggiava con la fantasia e viveva le avventure che nella sua vita non aveva mai conosciute. Addirittura aveva conosciuto la sua Jane e tutti e due si librava nell'aria come scimmie esperte e salvavano l'animale ferito, aiutavano chi era caduto in trappola e si amavano. Un giorno lo videro salito sulla panchina che gridava il suo "Oooooooooooooooooo" come il richiamo nella foresta ed una tata  che aveva portato i suoi bambini per farli giocare, spaventata del comportamento di quell'uomo anziano, avvertì la guardia. Tarzan si vide preso da due infermieri con camice bianco ed infilato in un autoambulanza. Direzione: ospedale psichiatrico. Mentre lo afferravano, non ancora desto dal suo sogno, pregò i suoi infermieri che bisognava salvare Cita che era rimasta intrappolata dentro la città  morta. E svenne fra le braccia del dottore che lo sedava.

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La fermata

21 November 2024

Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]

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  • Adribel: Mi ha interessato lastoria interiore di questo racconto. Smettere di dare lezioni [...]

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Egregio Sig.Ictus

21 November 2024

Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]

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    Buona giornata

  • Adribel: Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]

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Le mollette

21 November 2024

Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]

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  • Dario Mazzolini: carissima Ecate mi è piaciuto molto. Ti dirò che io evito di [...]

  • Adribel: Ma che bel testo, alleggerisce il cuore, complimenti.

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Racconto ln breve la schiavitù dal cellulare

Le persone sono portate a schiavizzarsi.

21 November 2024

È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]

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Il caffè col babbo

20 November 2024

È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]

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Condanna D'Amore

20 November 2024

Condanna Ad ogni battito di ciglia i suoi occhi indigo sprigiona in me ardente ardore. Ha dimenticato il mio sole caldo nel suo vascello come astro d'amore in quei fluttui delle sue tribolazioni. Ero al suo fianco come ancora di salvezza per non farla annegare, conficcata nella sabbia della sua [...]

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Doppio sogno (2/2)

PG
19 November 2024

Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]

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Goal

19 November 2024

Fare il medico gli piaceva. Dopotutto non era un lavoro pesante come fare il fonditore. E lui per tanti anni di estate quando chiudeva la scuola il fonditore lo aveva fatto davvero. Dalla mattina alla sera insieme al suo babbo. Di quei giorni lontani gli erano rimasti sulla pelle del dorso delle [...]

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La luna in una stanza

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19 November 2024

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Sensuale

18 November 2024

Ho scompigliato i tuoi capelli stelle filanti di argento e oro Ho baciato i tuoi occhi di mandorle e miele la tua bocca letizia di scandalosa grazia Ho baciato I tuoi seni che sono onde di mare Il tuo innocente candore di lussuria, estasi che trascende il corpo, in un triangolo oscuro di umido [...]

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Doppio sogno (1/2)

PG
18 November 2024

La vita influenza il sogno. E viceversa. (Dialoghi Onirici, Thomas J. Plight) Era una mattina di uno splendido Luglio, mi sentivo molto vivo, immerso negli scarichi ignoranti di uno degli quattro letali serpenti di veicoli. Scorrevano affiancati e vagamente consapevoli l’uno dell’altro. Anche [...]

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CENTRALE PARANOICA 6

CICCIONE FA UN BUDDHA

18 November 2024

CICCIONE FA UN BUDDHA Hi, qui è la Centrale Paranoica, non siete ancora stufi di noi? Oggi è la volta di Archie, un gran predicatore ed un gran ciccione. "CICCIONE FA UN BUDDHA" sta scritto su una specie di arco sul vialetto che porta al suo bungalow a forma di Igloo. In effetti il suo giardino, [...]

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