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La nonna di Angelina soleva offrire il pranzo quasi ogni giorno per avere un po' di compagnia della sua cara nipote. "Rimani, Angelina, rimani a mangiar con me un po' di minestrina...e poi assieme diremo le preghiere" faceva la nonna con la sua solita cantilena. E dopo il frugale pranzo, ci si recava in salotto a recitare il rosario con quella coroncina di madreperle fra le mani, tutte intente a pregare con fede anche litanie in siciliano. Così passavano i pomeriggi di Angelina in compagnia di quella nonna sola e triste ma così tenera e luminosa che sembrava brillare come una stella caduta dal cielo. La nonna abitava in una casa a pianoterra con una persiana verde che dava sul marciapiede e sulla strada dove passavano già dalle prime luci dell'alba i carretti che andavano in campagna e che trasportavano i lavoratori della terra o i raccoglitori di pomodoro d'estate, sì, quel pomodoro che poi diventava "astrattu"sulle tavole stese al sole e che rappresentava la riserva invernale di passata da sciogliere nella minestra insieme alle verdure di stagione o per fare la "pasta ccu l' anciova", di cui Angelina ne andava ghiotta. Angelina non andava più a scuola perché suo padre aveva deciso che le femmine devono stare a casa e che devono stare lontano dai libri che le corrompono. Pertanto Angelina dopo la quinta elementare era sta costretta a non pensare più all'istruzione e ad imparare l'arte del cucito presso la Za Carmè, una "mastra"che aveva la sua bottega proprio di fronte alla sua casa, dove non c'era neanche la fatica di accompagnarla perché ogni giorno scendeva e si recava dalla "mastra" a cucire con gli occhi bassi e senza dare confidenza a chicchessia. Tutta casa e lavoro. Un giorno però suo padre venne a sapere che la Contessa di Forlimpo- Trabia cercava una fanciulla che le potesse fare compagnia. È così Angelina passò dal taglio e cucito a vivere presso la nobile casa come donna di servizio e di compagnia della Contessa. La Contessa era molto religiosa ed accolse Angelina con tenerezza e simpatia. Gli anni passarono ed Angelina entrò sempre più nel cuore della Contessa e le insegnò le preghiere più belle e la devozione verso i santi e la Madonna. Pregavano assieme durante la giornata ed in particolare recitavano assieme nel pomeriggio il Santo Rosario. La fanciulla crebbe e come vanno le cose spesso non riusciva a trovare un buon uomo che la potesse sposare, tanto che questa condizione mise in preoccupazione la Contessa che scrisse per Angelina ad un frate che a Pietrelcina aveva ricevuto le stigmate e "che era molto vicino a Dio" disse la Contessa ad Angelina. La lettera partì una mattina e dopo tre mesi la Contessa ricevette la risposta da Padre Pio. Egli raccomandava di pregare e rivelò che presto Angelina avrebbe conosciuto un brav'uomo che l'avrebbe sposata e fatta regina. E così fu. Un giovane imprenditore, stimato dai suoi compagni di lavoro e dagli ingegneri dell'impresa edile, la notò e in poco tempo la fece sua sposa. Da quel giorno la vita di Angelina cambiò e la famiglia crebbe a poco a poco: la prima figlia, la seconda, il maschio. La Contessa fu contenta di aver aiutato quella fanciulla, che non aveva potuto studiare ma che dimostrava un'intelligenza ed una sensibilità fuori dal normale. Angelina rimase eternamente riconoscente alla Contessa e rimase in servizio fin quando la Contessa fu trovata morta mentre pregava con la faccia a terra, come era suo solito fare. Angelina soffrì molto per la dipartita della Contessa e pianse per parecchi mesi. Gli anni passarono. I figli crebbero. Giorgio, suo marito, riuscì a comprarle la villa della Contessa e lì andarono ad abitare fino a che Giorgio andò in pensione. Ora che il tempo era trascorso Angelina ringraziava Dio di averle dato quell'uomo buono e gentile, i figli, la serenità e la fortuna. Ma un brutto giorno Giorgio era andato a prelevare la pensione, di cui ora vivevano, all'ufficio postale. Un malvivente lo seguì e cercato il momento opportuno, dopo averlo fatto cadere a terra, gliela rubò. Nella caduta Giorgio sbattè la testa nel marciapiede e morì sul colpo mentre il malvivente si dileguava e non sarebbe stato più identificato ed arrestato. Angelina così rimase sola. E pianse tutta la sua vita, ricordando la dolcezza di suo marito e rammaricandosi per quel dono che le era stato rubato dal destino, quell'uomo che l'aveva tanto amata e che lei aveva tanto amato. La preghiera rimase la sua unica consolazione. E giornalmente la senti pregare con tutto il fervore della fede e con la televisione, costantemente sintonizzata su tele 2000, ascoltare quel Papa, vicino alla gente, che sorride e benedice il mondo in nome dell'Amore misericordioso.
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Utente Anonimo
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PRFF:Eros, Bacco, un goccetto di innocente perversione, un tocco di spiritualità [...]
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