Iniziava alle dieci, maledizione! I pretacci non ritardano, dopo avranno altre funzioni ben pagate, non possono perdere tempo. Due incidenti quasi consecutivi, al secondo ho proprio pensato “devo vedere ettolitri di sangue per terra, per tutto il tempo che mi stanno facendo perdere!”

Devo essere più serio, in fondo devo andare ad un funerale… viale del Caravaggio, viale Mantegna, ci sono quasi.

«A duecento metri rotonda, seconda ussita» maledetto satellitare, lavorare nel doppiaggio e dover sopportare un GPS con la zeppola!

Lo spengo, tanto vedo già il campanile della chiesa, sento le campane a lutto, è già iniziato! Parcheggio in doppia fila.

Entro in chiesa, puzza d’incenso, do un’occhiata, non vedo nessun collega conosciuto, non vedo testimoni per poter far capire che sono venuto, va bene, aspetto la fine, vado a cercare un bar, tanto la funzione durerà un’oretta, non sopporterò ulteriormente questa inutile rottura di palle.

È proprio davanti, l’ombra della croce qui sopra punta direttamente l’entrata del bar, come un locatore venuto dall’alto, un segno divino? Google Paradise! Chi sono io per non dar retta ai segni premonitori? Attraverso la strada e cerco rifugio, faccio segno al barista

«Capo, un aperitivo qui al tavolo, grazie! Ah, oltre i salatini mi porta anche qualche mini sandwich?»

«Certo caro!»

C’è un invasione di baristi rompicoglioni, vorrei uccidere chi mi chiama “Caro!”, controbatterei: “Cara sarà tua sorella che la noleggia in leasing!”

Mi siedo al tavolo vicino a dove si mostra in tutto il suo splendore una mora vestita a lutto, cappellino da cerimonia con velina, gonna nera ormai risalita ben sopra il ginocchio, gambe accavallate, calze nere con autoreggenti. Due centimetri di cosce bianche mi fanno l’occhiolino, le faccio cenno (a lei, non alle cosce) indicando la panca comune: «Posso?»

«Non posso certo impedirglielo»

«Mi scusi, penso che proveniamo dallo stesso posto, qui davanti»

«Da cosa lo deduce? Da come sono vestita, mister Holmes? Non le sfugge nulla!»

«Ha ragione, domanda scontata. Posso chiederle se è… era vicina al defunto?»

«Abbastanza, infatti mi sono vestita di tutto punto, però non ho fatto i conti con gli odori, il fumo, appena entrata in chiesa ho iniziato a lacrimare»

«Beh, aveva il compito facilitato»

«Simpatico, davvero! Comunque ero una delle sue assistenti minori, lavoravo solo da sei mesi nella società. Portavo le fotocopie sul lavoro, lei invece?»

«Stesso suo lavoro, ma per società diverse, però eravamo abbastanza amici»

La risposta sembra colpirla, cambia l’accavallamento della gamba, altri cinque centimetri di coscia bianca vedono la luce, stiamo in dirittura d’arrivo, nella mia mente parte la scommessa: slip neri! Penso che sia una vittoria troppo facile. Arriva il barista

«Ecco il suo vassoio caro, ne ho messi due in più, offre la ditta, soddisfatto?»

«Va bene, grazie, può andare»

Rimane vicino al tavolo mettendo a posto, pulendo i posaceneri, capisco, guardo il conto, gli metto in mano venti euro: «Resto mancia, ragazzo»

Ringrazia e finalmente si allontana

«Ne ha approfittato per pranzare!»

«La giornata si prospetta lunga, ogni momento è buono per ottimizzare i tempi, madame… a proposito, le dispiace se ci diamo del tu? Mi chiamo Valerio»

«Ed io Ilenia, piacere»

Mi spingo in avanti per darle la mano, guadagno altri tre centimetri, nel frattempo ci sono altri centimetri del mio corpo che iniziano a darmi fastidio, mi sistemo diversamente.

«Ilenia, Valerio, Valerio, Ilenia, suonano bene insieme»

Ride sistemandosi sulla sedia come una gallina sull’uovo che sta covando, capisco che sta iniziando a pensare al futuro, morto un papa se ne fa un altro

«Dai, non farmi ridere, siamo ad un funerale»

«Ti va un tramezzino? Ne ha portati troppi per fare il simpatico»

«Mezzo di uno qualunque, mi piace tutto»

Gliene do uno, lo morde e me lo ridà

«Ma questo è il più buono, perché è diverso dagli altri? Protesto! Ah no, capisco, ha toccato le tue labbra»

Ricomincia a ridere

«Sei simpatico, mi dispiace conoscerti in un giorno triste»

«Non saranno sempre così, comunque ce ne faremo una ragione. Ti dispiace se mi avvicino, non mi va di alzare la voce»

«Volentieri»

Sposto il tavolino mentre sculetto per avvicinarmi, la lunga panca è foderata di orribile finta pelle, anche lei si avvicina alzando il culetto per A) staccarsi dalla plastica appiccicosa B) sistemarsi meglio la gonna C) alzare la stessa per un secondo.

Vinto! Nere!

«Devi lavorare oggi?»

«No, ci hanno dato la giornata libera»

«Ascolta, sento che devo somatizzare il lutto, ti andrebbe di passare la giornata insieme?»

«Anch’io sono ancora sconvolta, se ti fa piacere, vengo volentieri»

Mi avvicino all’orecchio

«Era proprio quello che avevo in mente»

Mi guarda con aria complice, ne approfitto per rilanciare

«Ho una casa sul mare a Fregene, in un’ora siamo lì, compriamo un costume e ci togliamo la puzza d’incenso di dosso»

Chiude gli occhi mentre fa un cenno d’assenso

«Andiamo, le campane suonano di nuovo»

Le porgo una mano per alzarsi, mi guarda in basso, sono davanti a lei, ora capisce la portata del suo intervento, cammina davanti a me, ha uno spacco dietro alla gonna, la seguo incantato fin dentro la chiesa, lei saluta altre ragazze, mi guardo intorno, non riconosco nessuno, che stronzi i colleghi, già dimenticato il morto. Spero che qualcuno mi riconosca per avvertire le malelingue che io c’ero!

«Sei in macchina? È parcheggiata bene?»

«Sì, ero arrivata mezz’ora prima per sicurezza»

«Puoi lasciarla qui, ti riaccompagno al ritorno»

«Va bene!»

Le apro lo sportello, sale lentamente in macchina, spettacolo sopraffino.

Il ritorno dell’incubo, vado verso la Colombo, poi il Raccordo Anulare, la Roma-Fiumicino, la Roma-Civitavecchia, altre due stradine e siamo arrivati

«Come l’hai spiegato sembra lunghissima, sei sicuro che ci mettiamo un’ora?»

«Certo, ma tu intanto rilassati, fai quello che vuoi»

«Ti dispiace se mi tolgo il superfluo? Fa caldo»

«Sei libera»

Si toglie le scarpe, alza il sedere per togliersi le calze, mette le gambe sul cruscotto, tira indietro il sedile ed alza la gonna

«Ooh! Finalmente, non vedevo l’ora! Ho le gambe ancora bianche, non si possono vedere, sembro malata»

«Io invece non posso guardare altro, sono ipnotizzato»

45 minuti ed arrivo a casa, lì vicino c’è un negozio di costumi, ne compra uno firmato, 172 euro, con un cenno dico alla commessa di mettere sul mio conto, spese di rappresentanza.

Apro la porta di casa, la faccio passare, da dietro la bacio sul collo mentre inizio a toglierle i vestiti, la spingo con la parte del mio corpo che la desidera di più verso la camera da letto

«Il mare può attendere»

la porta si chiude dietro di noi.

 

Tutti i racconti

2
4
20

Call Center

23 November 2024

Call Center Mi sono alzata molto presto anche stamani Il buio sembra ancora più buio, quando fai una cosa che non piace Prendo il solito tram, il numero dieci, sempre pieno a quell’ora mattutina Volti di persone che sembra non dormano da giorni Ma in queste giornate fredde di Inverno, emanano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Teo Bo: '... cosi via, veloce, tra Galassie sconfinate, senza una sosta, tra mondi [...]

  • Adribel: Ironico, sarcastico, amaro, eppur vero.

1
0
11

La felicità perduta

23 November 2024

Io sono nato in un piccolo borgo della bassa bresciana, in una vecchia cascina circondata da campi di grano e prati fioriti incorniciati da una rete di canali di irrigazione e fossati di acqua incontaminata, dove insetti pattinatori ed eterotteri, scivolavano danzanti sulla superficie. La felicità [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
5
18

La signora del quinto piano

23 November 2024

Si era inventato un mestiere per arrotondare una pensione sottile come un'acciuga e permettersi qualche fetta di prosciutto in più, magari accompagnata da una mozzarella minuta ma gustosa, con la goccia di latte che scivola verso il piatto simile ad una lacrima salata. Salì sull'utilitaria di sua [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Teo Bo: Ciao Walter. Ma come... non ti piace la faccia del mio nipotino? Anche Pata, [...]

  • Lawrence Dryvalley: La Steffilongo procurerà altri lavoretti a Vito, forse non scherzava [...]

3
3
20

I ricordi del becchino : L'uomo delle vespe.

22 November 2024

E’ una caldissima domenica estiva. Sul furgone sto percorrendo le strade di campagna per affiggere i manifesti del caro nonno ‘Tonino’. Il sole picchia, l’asfalto della strada balla per la calura, l’aria condizionata del mezzo è fuori uso. La testa è coronata da perle di sudore. Nonostante tutto [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Tra miraggi al sole e apparizioni nella nebbia, un racconto compatto, ben costruito, [...]

  • Lawrence Dryvalley: Bella questa serie "I Ricordi del Becchino"... Letti e like ai due [...]

10
12
82

Il pupazzo di neve

22 November 2024

Devo ammettere che ho fatto un ottimo lavoro. L'ho chiamato Lumiukko, che tradotto dal finlandese significa "pupazzo di neve." Ecco una descrizione veloce e sommaria di cosa mi sono servito per realizzarlo: innanzitutto, la materia prima cioè la neve, i due pomodori di Pachino ne ricreano gli occhi, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
2
13

Sono incazzato... 3/3

22 November 2024

A diciassette anni ero seduto al secondo banco del quarto liceo. La matematica è sempre stata la mia passione… non avevo bisogno di studiare la teoria… e soprattutto non ne avevo voglia… teoremi, enunciati, postulati, mi sembravano cose ovvie e banali e non sopportavo di mandare a memoria quel [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dario Mazzolini: bellissimo racconto scritto molto bene al punto di essere diventato il tuo [...]

  • zeroassoluto: Scusate, ma nelle prime due parti, ho dovute modificare di recente alcuni nomi [...]

1
6
19

A38

Una mattina alle poste

22 November 2024

Uno dei luoghi più noiosi della terra suppongo che sia lo spazio dedicato agli uffici postali della mia piccola cittadina. Frustrato da una multa ricevuta poche ore prima mi avviavo, sconsolato, verso quel pezzetto di mondo in cui qualcuno sistematicamente sfoga ansie, rabbia e risentimento nei [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Teo Bo: Grazie Law per il benvenuto e per esserti divertito leggendomi. Aspetto tuoi [...]

  • Lawrence Dryvalley: Grazie a te in anticipo per l'interesse ai miei testi, li trovi elencati [...]

3
3
21

La fermata

21 November 2024

Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ellissa: la vita è un continuo ricercare un' equilibrio tra noi e gli altri. [...]

  • U1657: Santa crocifissa!!!

2
3
19

Egregio Sig.Ictus

21 November 2024

Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Vally: Grazie Dario.
    Buona giornata

  • Adribel: Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]

3
7
24

Le mollette

21 November 2024

Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ecate: Ellissa, sorella mia, testo a quattro mani

  • U1705: In effetti capita che gli asini volino!

2
10
15

Racconto ln breve la schiavitù dal cellulare

Le persone sono portate a schiavizzarsi.

21 November 2024

È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • L’esilioDiRumba: Molti ragazzi di oggi riescono, ancora più di quelli ddella mia generazione [...]

  • Gennarino: L’esilioDiRumba: Grazie per aver letto e commentato. Bisogna educarli [...]

6
13
23

Il caffè col babbo

20 November 2024

È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lawrence Dryvalley: Ciao Dario, ho letto questo e le ultime tue proposte anche se non ho commentato. [...]

  • Dario Mazzolini: grazie Lorenzo. Ti leggo sempre volentieri pure io. Grazie ancora per il tempo [...]

Torna su