Papà, adesso come premio, voglio comprato un PC!'
Queste furono le parole intrise di pretesa che dissi a mio padre, riguardo il fatto che venni promosso in prima media e dopo avergli consegnato la scheda di valutazione con alcune cattive insufficienze e risicate sufficienze, tranne il buono in Religione e Educazione Fisica.
Papà non mi rispose subito e mi squadró con aria schifata sventolando il documento più volte.
'Dopo questa pagella merdosa, te lo puoi scordare!' sentenzió.
'Uffa! Lo voglio! Non ti basta che mi hanno fatto promosso?' mi lamentai stizzito.
'Vuoi un PC per giocare ai videogiochi, come se non ti conoscessi!' ironizzó.
'Non è vero, anche per giocare, non solo per giocare!' puntualizzai.
Mi sgamó.
Effettivamente era proprio quello il mio intento principale e tentai più volte di fargli credere contrario.
'Giovanotto, le cose si devono meritare e a parte che studi svogliatamente, c'è da dire che ti comporti male un pò troppo spesso!' mi ammoní senza battere ciglio puntandomi il dito.
Non aveva tutti i torti, oltre ad essere l'artefice di innumerevoli marachelle, mi comportavo quasi sempre in maniera disobbediente ma non volevo arrendermi lo stesso.
'Papà, farò tutto quello che vuoi ma ti prego: comprami un PC!' lo supplicai con falso pentimento mirato ad ottenere l'oggetto dei miei desideri.
'Come già detto le cose si devono guadagnare!' insistette.
'In che modo?' chiesi.
E fu così che dopo una breve paternale, mi spiegò che l'acquisto di un computer sarebbe stato possibile in base ad un sistema a punti in cui quest'ultimi si sarebbero tramutati in denaro.
L'intento di mio padre era chiaro come il sole ovvero quello di responsabilizzarmi oltre a farmi rigare dritto.
Non mi fece trapelare altri dettagli del piano che aveva in mente e per saperne di più, dovetti aspettare la sera, quando tornó dal lavoro con un sacchetto di plastica contenente il più classico dei salvadanai:
Un maialino in ceramica rosa di media grandezza con la canonica fessura di sopra.
'Per ogni incarico e in base ai voti che prenderai a scuola, verrai premiato con dei soldi da inserire dentro il salvadanaio che verrà rotto alla fine del prossimo anno scolastico.' mi espose.
'Se prenderai ad esempio un 6 nello scritto di italiano saranno 6.000 Lire, se getterai l'immondizia ti daró 2.000 Lire oppure se andrai a fare la spesa al supermercato ti sganceró 3.000 Lire, eccettera eccetera...' seguitó a dire.
Sempre riguardo i voti scolastici, se avessi preso meno di 6 non avrei beccato neanche una Lira.
All'epoca (stiamo parlando del 1996) per un buon PC, sarebbero serviti poco più di due milioni di Lire, seppur l'idea di mio padre non era affatto male, mi preoccupai soltanto di come avrei raggiunto in un anno una somma sicuramente esorbitante per il sottoscritto.
Fu proprio lui a trovare una soluzione che si agganciava perfettamente al sistema da lui ideato.
'Stai sereno, per la differenza me ne occuperò io ma ricordati che il PC sarà di entrambi.' concordó mio padre.
In conclusione accolsi la sua idea in maniera piuttosto positiva, tanto che la presi come una sorta sfida da vincere assolutamente (seppur parzialmente in base a quanto avrei potuto racimolare) anche a costo di aspettare un altro anno scolastico pur di accapararmi l'agognato premio in palio.
Tra l'altro il salvadanaio in questione non era vuoto, mio padre come simbolo di buon auspicio, aveva già provveduto ad inserire dentro di esso 10.000 Lire a monete e due banconote da 5.000 Lire per un totale di 20.000 Lire.
Passai l'intera estate ad accumulare i primi guadagni ed oltre gli incarichi poc'anzi citati, mi occupai sempre dietro compenso di abbeverare le piante collocate in terrazza, ad andare alla posta per il disbrigo delle bollette di casa oppure ad aiutare mia madre per delle commissioni varie.
Cominciai inoltre a capire il significato della parola 'sacrificio' tanto che persino le saltuarie 10.000 o 20.000 Lire dei miei nonni paterni finivano inevitabilmente nel 'caruseddu' (salvadanaio dalle mie parti) e non furono rari i casi in cui mi privai persino di un semplice gelato.
Vendetti persino il mio Super Nintendo ad un mio cugino per 100.000 Lire poiché ormai stufo dell'unico videogioco (strarigiocato) che possedevo da anni.
Anche mia sorella minore di tanto in tanto provvedeva ad inserire qualche spicciolo, difatti le promisi che se mi aiutava a riempire il maialino, le avrei permesso di usare ogni tanto il computer.
Mia madre invece non collaborò neanche minimamente al mio progetto, riteneva esatto il sistema di mio padre ma l'idea di avere un PC in casa la irritava notevolmente perché temeva con certezza, che ci saremmo 'alienati' giorno e notte dinnanzi ad uno schermo, io in particolar modo.
Motivato com'ero ritenni opportuno non contestare, d'altro canto, si sa, le mamme sono un po' tutte apprensive.
A fine settembre ritornai a scuola e mi diedi da fare fin dall'inizio, studiai come non mai, e i professori si stupirono dei miei miglioramenti.
La matematica restava come sempre un osso duro, ed in questa materia oltre i 5 non riuscì ad andare e per ovvi motivi non ci guadagnai nulla.
A livello di condotta o comunque riguardo il mio comportamento, in generale ne trassi beneficio, riducendo al minimo la mia irrequietezza e smisi gradualmente di tenere comportamenti ineducati o sbagliati. Non mi si poteva etichettare come un luciferino, piuttosto avevo un carattere molto sensibile ma peccavo di insolenza, del fatto che ero pigro, viziato e che a scuola oppure a casa mi dimostravo casinista in certi contesti.
I mesi passarono, il maialino si riempì sempre di più e come un tesoro prezioso lo soppesavo ogni giorno con soddisfazione.
Sognavo il giorno in cui mio padre mi avrebbe comprato il famigerato Pentium e con un po' di snervante attesa già pregustavo nella mia mente i videogames più in voga di quel periodo tra cui Duke Nukem 3D, Age of Empires, Turok, Tomb Raider 2, Fallout e molti altri.
A tal proposito non ci sarebbe stata la necessità di acquistarli in versione originale in quanto mi sarebbero stati masterizzati da un mio compagno di classe.
La pirateria, negli anni novanta risultava già cosa molto comune, soprattutto per via dei giochi abbastanza cari con dei prezzi che oscillavano tra le 80.000 e le 100.000 mila lire.
Non giocare per un anno ai videogiochi mi servii inoltre a cominciare ad appassionarmi alla lettura, in particolar modo ai romanzi, ai racconti e ai fumetti, nonchè a seguire con partecipazione anche la cinematografia.
Ad ogni modo, in quegli anni, la mia indole restava prettamente videoludica, anche per via che data l'evoluzione dei giochi, essi a momenti si potevano comparare a dei film con delle trame avvincenti e ovviamente il piacere di interagire.