17 Luglio, ore 15:00, puntualmente Kaufmann e i suoi collaboratori erano pronti per il collaudo, ognuno con in mano il proprio blocco delle annotazioni.
Le porte metalliche automatiche del laboratorio vennero chiuse, e dall’esterno fin da subito da sofisticate telecamere venne monitorato con precisione l’andamento del 'Progetto Z.'
Al piccolo Peter venne data un infarinata generica su ciò che riguardava A704H e si sedette su un divanetto ad attendere pazientemente il test finale.
Michele Favara, Jürgen Schmidt e Klaus Jørgensen furono designati all’accensione del macchinario.
Dopo una lunga serie di pratiche nonchè rapide pressioni di vari pulsanti, A704H dapprima emise un sibilo dalla durata di un minuto, per poi lo schermo riempirsi di righe colorate in movimento finchè risultò acceso e operativo.
Fu proprio Kaufmann a porre una prima e semplice domanda.
«A704H dove si trova Tórshavn? »
Passarono alcuni secondi e si udì una voce dall'inflessione neutra e metallica.
«Tórshavn si trova nelle Isole Fær Øer.»
Dallo schermo e di conseguenza nel maxi schermo in HD, apparvero super dettagliatissime e minuziose informazioni su questa capitale, come ad esempio le coordinate, il numero preciso di abitanti, come nacque ed ebbe origine la città, persino il numero esatto delle case e delle rocce presenti.
Ci si poteva addirittura approfondire ancora di più con altre domande, informazioni che venivano ripetute anche dalla voce stessa del computer, che tra l’altro poteva essere disattivata con un’altra combinazione di pulsanti.
Dall’esterno, tecnici, scienziati ed operatori andarono in delirio, dal momento che A704H funzionava perfettamente ed anche all’interno del laboratorio, tutti apparivano visibilmente euforici e appagati.
Immancabilmente vennero formulati altri interrogativi.
Dopo una serie di futili quesiti, si cominciò con domande di natura matematica con la richiesta di risoluzione di complicatissime equazioni algebriche, per poi chiedere l'esatta ubicazione di Taurus, un antico galeone che giaceva nei fondali delle Isole Barbados (da sempre creduto una leggenda confermando invece che non lo era affatto), si passò a domande sulla meccanica aerospaziale ed infine a domande di ingegneria energetica.
Le dure ore passarono velocemente e si era giunti praticamente nel pieno della seconda fase.
All’improvviso risuonò l’altoparlante interno, fu la voce dell’irlandese Dean Kavanagh uno dei migliori tecnici che monitorava il processo di surriscaldamento del Supercomputer.
«Attenzione, A704H ha raggiunto picchi di surriscaldamento elevati, è necessario spegnere tutto e continuare in seguito!»
Peter si alzò di scatto dalla sedia, e cominciò a manifestare un evidente malcontento.
«Papà tutti voi vi siete divertiti a fare le domande di ogni tipo, anch’io voglio chiedere qualcosa al Supercomputer, uffa, uffa, uffaaaaa! Perché tutti sì e io e no?» chiese al padre con tono lamentoso e stizzito.
«Lo so figlio mio, magari più tardi!” gli disse il professor Kaufmann dolcemente al figlio facendogli una veloce carezza sul mento, e si rivolse con autorità ai suoi tre collaboratori «Favara, Schmidt e Jørgensen che state aspettando Natale? Chiudete immediatamente!»
Peter non volle sentire ragioni, un po’ per capriccio e un po’ per dispetto, volle cimentarsi anche lui.
«A704H ma è nato prima l’uovo o la gallina?»
Il macchina alieno dopo una decina di secondi mostrò segni di malfunzionamento.
«Uov… gallina… gallin… uovo… bzzzzzzzzzz... coccodeeeee…. eee… gall… uov… bzzz… gallina… gallina… uovo… bzzzzz, uov… gal… gallina…» e sullo schermo apparvero veloci sequenze dove venivano rappresentate tantissime galline e uova di ogni genere.
«Chiudete tutto, Cristo!» gridò allarmato e indirizzò lo sguardo su Peter pronto per una sfuriata.
«Cosa diavolo hai combinato? Chi cazzo ti ha detto di prendere iniziative?»
I tre scienziati sfortunatamente non fecero in tempo a staccare, l'elaboratore iniziò ad emettere una serie di scariche elettriche accompagnate da miriadi di scintille, tanti dei pulsanti saltarono in aria all’impazzata, mentre i lampeggianti scoppiettarono tutti in una sorta di reazione a catena.
Lo schermo divenne interamente nero e la voce del Supercomputer continuò ossessivamente la tua tiritera, finchè alcuni istanti dopo prese fuoco e l’altoparlante annunciò che le porte sarebbero state aperte per fare entrare il servizio antincendio.
La stanza era letteralmente invasa dal fumo e si dovette procedere per spegnere le fiamme che stavano cominciando a divampare. La voce ripetitiva di A704H si interruppe, anche se ogni tanto si sentì a basso volume dei “bzzz” “uovo” “gallina.”
Restarono tutti intontiti, impietriti e costernati, e non passò molto per far sì che ognuno esternasse il proprio stato d’animo.
Ci fu chi pressò con forza tutte e due le mani sulla propria faccia, chi imprecò, chi pianse, chi bestemmiò, chi urlò, chi ridette istericamente e chi squadrò con odio Peter:
il professor Kaufmann.
«Complimenti, piccolo presuntuoso, grazie a te abbiamo buttato nel cesso trentadue anni della nostra vita, miliardi di dollari spesi inutilmente per finanziare tutto questo…» disse aspramente al figlio e cercò nel contempo compassione negli sguardi dei colleghi «Cosa racconteremo al Pentagono? Quelli ci scorticheranno vivi!»
«Se ci sta chiedendo di insabbiare tutto, se lo scordi! Ha voluto portare con sé questo moccioso? Ora se ne assume lei la responsabilità! Sono cazzi suoi!» gli espose Favara e per di più senza peli nella lingua.
«Inoltre vorrei ricordarle che qui è tutto registrato, il Pentagono vorrà visionare l’intera vicenda dall’inizio alla fine!» soggiunse.
Il professor Kaufmann fece un profondo respiro e con un impeto di rabbia scagliò il blocco delle annotazioni cercando di colpire Peter, ma quest’ultimo scansandosi agilmente finì in pieno viso a Nakamura che non proferì parola poiché troppo scosso dall’assurda vicenda.
«Uffa! però il Supercomputer non ha risposto alla mia domanda, poteva almeno dirmi se è nato prima l’uovo o la gallina!» protestò Peter sbuffando con fare strafottente come se non si rendesse conto più di tanto della gravità della situazione.
A704H si riattivò inaspettativamente per un brevissimo momento, come per esaudire a modo suo all'ultima interrogazione.
«La gallina ha fatto l’uovo, bzzzzzz… la gallina ha fatto l’uovo, bzzz…» per poi spirare per sempre.
Seconda edizione
Prima edizione: 25 luglio 2016