Martina era una ragazza solare, dolce e sincera. Le piaceva andare nelle belle giornate a Villa Borghese, sdraiarsi sull’erba e volare insieme con le rondini. Portava sempre con sé un libro e mentre leggeva aspettava Marco, il suo ragazzo.

Marco aveva una grande passione: gli piaceva suonare la batteria. Tutto quello che gli capitava tra le mani lo rendeva “Ritmo”, come diceva lui. Spesso passava le serate con i suoi amici a cui dedicava il tempo per la musica, ma questo non lo distoglieva certo dal suo grande amore, Martina.

Quel giorno avevano appuntamento alle 5 del pomeriggio. Si presentava sempre con qualche dono, e quella volta le aveva portato un piccolo ciondolo con un orsacchiotto. Lei era lì distesa che leggeva il suo libro e quando lo vide arrivare gli corse incontro, si abbracciarono, si baciarono, si strinsero forte da rimanere senza fiato. E quella giornata sembrò ancora più bella. Il tempo per un attimo si fermò, e in quell’attimo prese a suonare una musica melodiosa fatta di racconti e sguardi incantati.

Mano nella mano si avviarono per le vie del centro e giunti a Piazzale Flaminio si fermarono in un bar per prendere una bibita rinfrescante. Era bello camminare tenendosi stretti e dividere i loro sguardi ammalianti. Il mondo scorreva al loro fianco incurante del frastuono e della gente, e nell’abbraccio dei loro cuori tutto diventava evanescente. Baciarla per le strade di Roma, sentirsi due uccelli nel mare aperto, questo li rendeva spavaldi. Fu in quel momento che Martina prese coraggio e con un abbraccio sincero disse al suo amore:

“Questa sera mio gentile compagno voglio farti un regalo, ma non chiedermi altro”.

Il “Ritmo” prese a vibrare e in quel momento una luce si accese negli suoi occhi . Giunti alla stazione Termini si incontrarono con i loro amici. Mancava ancora qualche ora allo spettacolo al teatro Eliseo e decisero di passare a casa di Gianmarco per riprendere quel pezzo che stavano provando da tempo e che ancora non riuscivano a suonare alla perfezione. Marco faceva vibrare la sua grancassa e i suoi tamburi come solo lui sapeva fare e tutti gli altri seguivano il suo ritmo. Martina lo guardava estasiata, e immaginando ansiosa e felice il "regalo" di fine serata e la sua voglia di essere donna, donna per la prima volta, la trasportò nel mare della gioia.

Il tempo era passò velocemente,    Dopo le emozioni del teatro salutarono i loro amici e si avviarono a prendere la metropolitana.

Era quasi mezzanotte e giunti a casa di Martina in punta di piedi, senza far rumore, chiusero fuori dalla sua camera tutto il mondo. 

Le parole sparirono nel cielo e mille baci ricoprirono i loro corpi. Carezze infinite avvolsero le loro anime, sensazioni di leggera ebrezza Tutto diventò silenzio e il silenzio entrò nei loro cuori come la barca scivola nel mare calmo della sera, e il tramonto si veste d’infinito. Le mani nelle mani i corpi nei loro corpi, bastò un attimo per ritrovarsi per sempre tra le braccia dell’amore, tra le nuvole lassù, oltre l’immenso. Non era un sogno, le loro bocche continuarono a ritrovarsi a raccontare il loro amore. Il regalo più bello fu dirsi “TI AMO” in quella tiepida notte d’aprile

Tutto fu così bello, così dolce, e quando giunse il momento dell’arrivederci si strinsero nuovamente e il loro bacio fu la promessa di amarsi per sempre, per sempre felici tra le ali del vento.

 

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