C'era una volta....
Circa cinquanta anni fa, una bambina di due - tre anni, aveva ricevuto dai genitori, che molto l'amavano, tanti regali tra cui bambole di ogni tipo, una bambola molto costosa parlava e camminava ma, strano caso, la bambina non la degnava di uno sguardo, anzi quando gliela proponevano si infuriava e la spingeva a terra, aveva scelto invece una bambola non più grande di trenta centimetri poco appariscente ma con dei capelli rossi; la teneva sempre con sè, era tanto affezionata che la portava, in qualunque occasione, anche fuori casa, ovunque andasse, con mamma o papà, lei si stringeva al petto "la rossa", così era stata chiamata
Non si poteva sapere cosa rappresentasse per lei e nessuno osò mai toglierla dalle sue braccia finché non fu lei, raggiunti gli anni della scuola, a relegarla in fondo allo scatolone dei giochi.
Ora era grande ed aveva molti altri interessi.
Dovete sapere che a quel tempo, ogni bambina aveva la sua bambola perché i "grandi pensatori" ritenevano che le bambine giocando con esse sviluppassero il senso materno.
Ora veniamo ai nostri giorni.
Ieri, mi trovavo nella sala d'aspetto di un medico dello sport, per necessità di un certificato di idoneità sportivo, si sa che anche con l'appuntamento c'è sempre da aspettare per cui passai il tempo osservando le persone che vanno e vengono e fantasticando su di loro.
Si aprì la porta e, con una folata di aria gelida, entrò una bella giovane mamma, un grande scialle le copriva un pancione di circa otto mesi, al seguito aveva un bambino di otto anni ed una bambina di circa quattro - cinque anni che spingeva faticosamente avanti a sè non potendo tenerla per mano in quanto la bambina aveva le manine occupate per portare un tablet, avete capito bene, portava un tablet, non dei piccoli, ma grande, circa venticinque per sedici.
Di primo acchito paventai che lo facesse cadere e provocasse un parapiglia, ma lo teneva tanto saldamente e con caparbietà senza proferir parola, stava in piedi appoggiata alla mamma che si era seduta aspettando il turno, per tutto il tempo non lo usò e non lo lasciò.
Fu spontaneo per me paragonare la bimba di altri tempi con la bambola affettuosamente abbracciata, alla bimba di questi tempi aggrappata a piene manine ad un tablet.
E del senso materno di una volta che ne facciamo?????