Sono sempre i genitori a parlare.
Quando nasce un figlio c'è chi scrive canzoni, poesie, racconti.
E chi semplicemente ti parla della sua esperienza personale, traboccante di: gioia, ansia, paura, felicità, stupore.
Alla fine i figli non raccontano.
O se lo fanno è nel pieno della ribellione adolescenziale o per ricordare i genitori che non ci sono più.
I figli non sono fatti per raccontare.
Vivono attraverso le azioni che vi hanno visto compiere.
Si, è difficile essere genitore.
Un lavoro enorme e pieno di sacrifici, ma altrattanto gratificante dal punto di vista emotivo.
I genitori vogliono essere amati, sentirsi utili ed importanti per qualcuno e ti donano tutto il loro amore.
Sono passati anni.
Ma io la tua storia me la ricordo bene.
E oggi, per caso, mi sei venuta in mente. E ho deciso che valeva la pena riflettere un pò sulle tue parole.
Mi ricordo dei tuoi capelli biondi ed arruffati, durante un esame all'università. L'esame di storia medioevale.
Capitammo vicine,così per caso. E tra uno scambio di domande e risposte si instaurò una sorta di empatia.
Ci incontrammo di nuovo. Nuovamente per caso. In fila in segreteria.
Mi abbracciasti forte. Me ne stupii. Perchè incontrare persone come te, è raro, se non impossibile.
La fortuna quella volta fu dalla nostra. Mi ricordo che quel giorno non facemmo nemmeno un minuto di fila, lì c'eravamo solo io e te.
E così, con la spensieratezza dei nostri 20 anni appena compiuti, decidemmo di andare a fare due passi a Mergellina.
Ci sedemmo su un muretto che guardava verso Castel dell'Ovo con lo zucchero filato comprato su una bancarella che si appiccicava alle labbra come al cuore.
Hai parlato tanto quella mattina. Io ti ho ascoltata.
E si oggi è il giorno giusto per ricordarti, perchè ci sono delle nuvole bianche e soffici come quello zucchero filato.
Mi parlavi di te. Di due genitori che ti amavano o cercavano di farlo.
Di loro due che litigavano spesso, perchè non erano felici nè insieme nè da soli.
"Siamo una famiglia come tante. Secondo la filosofia ufficiale.
Mi amano secondo i loro occhi.
Che significa?
Che vogliono che li ami, ma non sono pronti al mio modo di amare.
Ti parlo da figlia.
Io vorrei due genitori sereni. Insieme o no, non mi importa.
Vorrei che mi avessero insegnato che l'amore vero è possibile, solo se si è pronti ad accettare senza giudicare.
Perchè noi figli assorbiamo le azioni, i modi di fare.
Noi figli capiamo tutto.
Qualsiasi dolore ci sia tra voi genitori.
Qualsiasi ferita irrisolta nella vita prima del matrimonio. Tutto si trasforma in cancro, che ti impedisce di amare serenamente.
Voglio guarire dalle mie ferite, quelle che non mi permettono di assaporare una giornata come questa.
Io sono la figlia di un amore che si è trasformato in amarezza.
E l'amarezza scorrerà nelle nostre vene, diventando insicurezza, fraglità."
Mi ricordo che mi facesti una marea di confidenze che rimarranno dentro di me.
Tu mi hai insegnato una cosa.
Che si migliora se ci si sente accettati per ciò che si è.
Ciao S.