6 anni prima, 24 aprile 2011 Palermo - Pasqua
«Seguimi, tanto sono tutti occupati a preparare il pranzo, papà ha accompagnato nonna in chiesa, per un’ora non abbiamo niente da fare, ti farò vedere un posto segreto»
«Forte, mi piacciono i segreti»
Lei abbassa una scaletta dal soffitto ed inizia a salire
«Mi dispiace che stamattina hai messo i calzoni, avrei messo volentieri il viso sotto la tua gonna»
«Porco, smettila, se ci scoprisse mio padre tirerebbe fuori la lupara»
«Mi piace qui sopra, sei sicura che nella tua soffitta di famiglia non ci sia un battaglione di fantasmi incavolati?»
«Forse sì, se n’è parlato nel passato, ma nessuno di noi li ha mai visti»
Duecento anni di ricordi accumulati si ergono davanti a lui, armadi strapieni, bauli accatastati, la vita di una famiglia nobile delle Due Sicilie.
Un enorme letto a baldacchino li guarda dal centro dello stanzone, la luce del lucernario colpisce come uno spot da teatro il centro del letto, coperto da uno strato di plastica, Lorella lo butta in terra, getta lontano le scarpe da ginnastica e sale in piedi sul materasso
«Guarda la tua troia cosa fa adesso»
A favore di sole inizia a togliersi lentamente la maglietta, poi mentre si toglie i calzoni cade all’indietro, Lino scoppia a ridere
«La mia goffa troietta, sei sexy anche così»
Si toglie in un sol colpo calzoni e mutande e salta su di lei.
Illuminata dal sole è meravigliosa, amava moltissimo penetrare il suo bellissimo corpo.
Durò tre anni… non la scopata, la loro storia d’amore, Palermo li univa, ma Milano li divideva, peccato.
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«Pasqua a Palermo, cosa ti ricorda?»
«La mia soffitta intendi? La prima volta al sud, ancora non sposati, con mio padre che faceva finta di controllarci, sapeva che vivevamo insieme, ma al sud doveva essere diverso, una scopata magica»
«Vero, quando prima me l’hai fatta rivedere ho pensato subito a quella volta e mi sono eccitato»
Lei ride.
«Stronzo, te ne approfitti perché Stelvio è in cuffia, comunque peccato che a Milano tu sia odioso, a Palermo forse potrei ancora amarti»
Lui la guarda fissament.
«Liberati durante le feste, forse al sud il nostro divorzio non vale»
«Non dire cazzate, ti sembra logico?»
«Ragiona con la figa, non con il cervello»
«Al tuo livello, insomma»
«Loro due non hanno mai litigato, lasciamoli liberi in vacanza»
Lo guarda per capire se sta dicendo su serio.
«Sto facendo una cazzata di cui mi pentirò, il tuo cellulare è sempre quello?»
«Sì»
«Ci penserò, torno a Milano il due gennaio»
«Anch’io»
Rimangono in silenzio tutto il viaggio, all’arrivo però scendono dalla stessa parte, mentre Stelvio si affretta ad andare avanti, Lorella rallenta, permettendo a Lino di strofinargli la sua erezione dietro, la guarda soddisfatto e fa in tempo a dirle in un orecchio «Benvenuta a Palermo» prima di essere separati dalla massa degli altri passeggeri.