Amici lettori di letturedametropolitana, bentornati al mio appuntamento con l'arte, oggi intervisterò per voi l'artista Giacomo Balla. Lo incontrerò nell'anno 2068 e, sebbene ci troveremo nella fantascienza, per me e l'artista Torinese sarà un ritorno al passato. Lo sò che vi appare un concetto confusionario ma attraverso la fantasia vi spiegheremo nel corso dell'intervista quello che accadrà fra 50 anni.
-Benvenuto maestro-
-Ciao Walter, sò che hai scarrozzato Pollock in 500 e Picasso in Vespa.-
-Maestro oggi pensavo di fare un giro con una Fiat Topolino.-
-Buona idea, ma chiamami Giacomo.-
-Nel 2068 la tecnologia è parte della nostra vita, ha facilitato il nostro quotidiano e quello che il cinema aveva anticipato per finzione scenica ora è diventata realtà, ma cosa è successo nel 2068? Prima che corressimo il rischio di diventarne schiavi, abbiamo fatto in tempo a fare qualche passo indietro.
La virtualità, l'automazione non può sostituirsi all'essere umano, questo pianeta è nato per essere la casa di ogni forma di esistenza naturale, la tecnologia deve rimanere solo uno strumento. Giacomo, parliamo del movimento Futurista?-
-Walter, Noi eravamo prima di tutto uomini con una testa, un cuore, due braccia e due mani per forgiare la materia, il mito della velocità era l'applicazione delle nostre teorie, l'arte è sempre stata l'apripista ai nuovi linguaggi, rompere gli schemi del passato era la nostra forza. la nostra illusione. Il Futurismo, come tutte le avanguardie artistiche, disponeva di un tempo limitato per lasciare il posto a nuove tendenze. Vedi come tutto gira? Non permane mai una situazione inossidabile di staticità, è l'energia dinamica della nostra esistenza che si muove insieme al globo terrestre in un vortice infinito ad una tale velocità da far sembrare ogni cosa invisibile, nella quasi perdita della cognizione del tempo. C'è solo una cosa che ci ricompatta con la natura, il colore, un' infinita gamma di sfumature, parte intrinseca nel nostro dna, il colore è il cuore di ogni cosa. Sai che l'Italia è il paese più colorato del mondo? Lo è per conformazione naturale, lo è per la sua storia, naturalmente per la sua arte, non esiste paese al mondo più colorato dell'Italia-
Giacomo Balla nel 1895 lasciò Torino per arrivare a Roma e sperimentare il nuovo Divisionismo italiano del quale, insieme ad un gruppo di giovani artisti suoi allievi, fu un importante promotore.
Gli inizi del '900 furono anni di grande modernizzazione, nonostante il periodo belligerante l'arte era attivissima.
Giacomo Balla un' inrefrenabile personalità mai domata, gettò le basi del movimento Futurista. In quegli anni attraverso una vivacità creativa eccezionale realizzò inoltre scenografie teatrali, arredamenti, accessori di vari di uso quotidiano, tutto questo con il nuovo linguaggio Futurista, un dinamismo sopratutto e maggiormente "colorato" per affermare un universo a 360° proiettato verso il futuro. Giacono Balla questo fu uno dei maggiori protagonisti.
Purtroppo nel corso di quegli anni, se da un lato il vivere sapeva di modernità e di relativo benessere, da un altro stavano rullando tamburi di guerra, l'artista non potè fare a meno di rimanerne coinvolto, il potere ha sempre usato l'arte e la stampa come strumenti di comunicazione e quando nel 1937 G.B. avvertì la sensazione che la società di quel periodo stava prendendo un altra rotta e che l'arte non era più un sentimento normalmente a carattere umano, ma un qualcosa eccessivamente portato alla presunzione, facendo diventare il colore, l'anima della nostra esistenza, una mera patina di facciata. Decise perciò di estraniarsi dal cambiamento dei propri ideali, portò la avanti la questione con coraggiosa onestà intellettiva, subendo da parte della cultura ufficiale l'allontanamento come figura di spicco dell'arte Italiana.
Dopo gli anni di guerra, l'opera di Giacomo Balla venne meritatamente rivalutata a livello mondiale, era stato un vero maestro artefice di una unicità artistica, lasciando un impronta fondamentale nel panorama culturale Internazionale. Negli anni a seguire continuò la sua produzione artistica rimanendo un serio ed appassionato artigiano dell'arte, scomparse ottantaseienne il 1 Marzo del 1958.
-Giacomo ora vorrei parlare con te di un opera, un monocolore importante e rivoluzionario per quei tempi, "Dinamismo di un cane al guinzaglio"-
-Avevo dentro di me la consapevolezza di provare un attrazione per la fotografia che ritenevo una novità, sono stato sempre uno sperimentatore, come un navigatore alla scoperta di nuove terre e non potevo rimanerne indifferente
-Giacomo, perchè il formato dell'opera è quasi quadra con il cane in primo piano e la figura della donna tagliata all'altezza delle gambe?-
-E' facile, per una questione di libertà, volevo liberare il cane dal guinzaglio, strappandolo idealmente alla donna stretta, oppressa nel suo abito lungo fino alle caviglie che la teneva prigioniera, un abito preistorico che ne celava le belle forme femminili e naturali, mentre l'animale con la velocità dei suoi passi librando il guinzaglio voleva velocizzare le gambe e tutta la personalità di donna verso una modernizzazione dei propri usi e costumi. Come puoi vedere il protagonista è il cane che ho raffigurato in una linea obliqua verso l'alto oltre vedendo un orizzonte lontano, la mia stessa firma posta in basso a destra come autore e uomo di questa nuova epoca seguo con la mia autenticazione grafica quella direzione, io, tramutandomi in un essere invisibile, valicando la barriera temporale mi proietto come una serie di fotogrammi di una pellicola in uso alla fotocamera insieme alle immagini impresse sulla cellulosa verso il futuro. A proposito di futuro. Eh già, ragazzo mio, nel 2068 siamo andati troppo in là, abbiamo portato troppo avanti l'umanità, cancellando un cuore che batte, un universo di sentimenti, la fantasia che ti fà essere felice nelle cose semplici, la gioia di esistere che per invaghirsi del progresso e della scienza superiore alla dimensione umana ha reso gli uomini, le donne, degli automi infelici e questo è stato un grave errore-
-Giacomo nel 2068 siamo diventati automi infelici?-
-Ebbene sì, fortunatamente ci siamo fermati in tempo, eravamo sull'orlo del baratro, poi il potere dell'arte magicamente ha destato attraverso tutte le espressioni umanistiche quel potere che ci ha permesso di separare la tecnologia dalla vera essenza dell'umanità, un'essenza fatta dei cinque sensi primordiali che ci rendono unici e felici, siamo riusciti ad ottenere il meglio dagli strumenti di scienza rimanendo semplicemente umani. Come questa automobile moderna e iperaccessoriata, che si alza in volo, non fà fumo e non inquina, bella da viverla umanamente con il più piacevole dei sorrisi. Walter sai adesso che facciamo?-
-Giacomo, che facciamo?-
-Andiamo a gustarci una bella pizza Napoletana!-
Amici lettori, io e Giacomo Balla dal futuro 2068 andiamo a mangiarci una bella pizza, ci rivediamo alla prossima intervista.