Era passato il tempo delle streghe, degli stregoni e dei draghi, ora si viveva in pace e armonia, ma la gente del villaggio non riusciva a dimenticare gli anni bui, tutti i patimenti sofferti e le angherie che aveva dovuto subire a causa di questi esseri.
Viveva sì in pace, ma nella perenne paura di trovarseli ancora davanti e, per evitare questa nefasta eventualità, una volta l’anno organizzava una cerimonia che in teoria doveva scacciare qualsiasi spirito che aleggiasse sul villaggio.
Quando erano stati sterminati, le streghe e gli stregoni prima di morire avevano lanciato maledizioni su tutto il paese, sarebbero tornati sotto forma di spiriti invisibili e fluttuanti nello spazio per reclamare una vittima per placare la loro sete di vendetta.
La cerimonia era chiamata: il giorno della stella lucente. Il dieci di agosto, per l’esattezza, secondo la leggenda, mandavano una ragazza nella foresta come offerta agli spiriti. Questo per non correre pericoli e assecondare la credenza popolare. La poverina s’incamminava nel buio seguendo un sentiero fra gli alberi illuminato solo dalla luce delle stelle. In quella notte particolare, si potevano vedere nel cielo le scie luminose di stelle che cadevano in una frazione di secondo, la tradizione diceva che erano gli spiriti che dal cielo venivano sulla terra per impadronirsi della vittima sacrificale.
La sventurata ragazza, offerta in sacrificio, nel vedere quella miriade di luci che continuavano a cadere tremava di paura, quante erano queste anime perse! Lei era terrorizzata, pensava volessero colpire lei. Continuava a camminare inoltrandosi sempre di più all’interno del bosco, quello era il suo compito, camminare lungo il sentiero e sperare di uscire dalla parte opposta da dove era entrata. Finora nessuna ci era riuscita. Di tutte le ragazze che l’avevano preceduta non si era saputo più niente, scomparse nel nulla. Se erano vive o morte nessuno lo poteva sapere.
Questa storia delle ragazze offerte agli spiriti ormai andava avanti da molti anni, il popolo è restio a cambiare la propria storia, anche se le nuove generazioni stavano cominciando a sfaldare il senso di unità degli abitanti del villaggio. Non capivano il perché di questa assurda cerimonia, possibile che nel tempo non c’era stato nessuno che aveva voluto indagare su questo fenomeno? Perdere una ragazza ogni anno stava diventando intollerabile.
Andava dunque la fanciulla, pregando che il sentiero finisse al di là degli alberi. Aveva ancora una speranza, perché ancora non aveva incontrato nessuno e la distanza da coprire era diventata breve.
Guardò il cielo e continuò a vedere le stelle cadere, erano davvero troppe, timorosa cercò di accelerare il passo, si accorse che gli alberi erano sempre più radi e in fondo si vedevano le luci del paese, rincuorata accelerò ancora il passo, era a meno di cento metri dalla fine del bosco quando un bagliore improvviso, accecante la investì in pieno.
Chiuse gli occhi per istinto e subito dopo si senti sollevare da terra, qualcuno l’aveva presa in braccio e la stava trasportando verso il buio che era subentrato subito dopo quel bagliore. Era cosciente che le braccia che la sostenevano erano robuste, non pensava che uno spirito potesse avere quella forza, essendo fatti di aria. Cercò di emettere un grido, ma una mano le coprì subito la bocca.
Adesso aveva la certezza che i cosiddetti spiriti erano degli uomini in carne e ossa. L’avevano presa e la stavano rapendo, per fortuna lei, d’accordo con il suo fidanzato, aveva escogitato un piano nel caso gli spiriti avessero tentato qualcosa contro di lei. Infatti all’uscita del bosco il suo ragazzo era nascosto aspettandola, in caso di pericolo sarebbe intervenuto.
Nel momento in cui il bagliore si era manifestato alla ragazza, il compagno si era accorto che erano semplicemente i fari di un grosso autocarro e due uomini erano scesi per andare a prenderla. Uno trasportava lei in braccio, l’altro faceva strada con una torcia rivolta verso il basso per non dare nell’occhio con troppa luce.
Quando passarono davanti al nascondiglio del ragazzo questi con un balzo assalì prima quello con la torcia colpendolo con una bastonata in testa tramortendolo, poi si scagliò contro quello che aveva la ragazza, impedito nei movimenti questi non poté fare nulla per respingere l’attacco del giovane che prese a bastonate anche lui. Con entrambi i rapitori a terra poté liberare la ragazza e insieme legarono i due malviventi, li caricarono sul camion e tornarono in paese dalla parte opposta dove c’era la strada principale.
Entrarono in paese suonando il clacson a più non posso, per svegliare tutti. Quando si fu riunita una folla davanti alla vettura i due ragazzi mostrarono al popolo i due ribaldi e spiegarono che non c’era nessuna maledizione, ma solo due furbastri che saputa della leggenda stavano sfruttando la stessa per compiere azioni criminose, rapire una ragazza che poi avrebbero venduto all’asta per il mercato orientale sempre a caccia di nuove ragazze da mettere nei loro harem.
Una volta e per tutte quella leggenda era stata messa a tacere, la superstizione è una brutta malattia che alligna in genere nei popoli ignoranti e restii ai cambiamenti.
La storia e le origini di un popolo vanno salvaguardati, ma non a discapito di una realtà che diventa ogni giorno diversa.