"Il faraone, prima di raggiungere le stelle del nord, dovrà passare per le porte del cielo e sedersi sul suo trono di ferro" - Testi delle Piramidi.

 

Chefren.

Una folla che mi acclama. Le voci attraversano le tende del mio palazzo come il vento caldo del deserto.

Ma il vento sfiora il mio viso, muove i miei capelli d'ebano e non tocca le mie mani. 

Mani. E non posso fare a meno di ricordare chi ero. Non dovrei. 

Un guerriero. Il più forte. 

Ma anche i più coraggiosi cadono. E la loro sconfitta è un tuono.

Da dove vengo gli errori si pagano cari. Non ho più braccia per difendermi e gambe per fuggire.

E la pietra delle piramidi ha sostituito i miei muscoli.

Pietra bianca di piramidi del mio mondo.

Mi avvicino alle tende.

Troppe persone che sperano in me.

Ma sono solo un'anima spezzata.

Forse è per questo che mi hanno dato un'altra possibilità.

Da una stella della costellazione del Leone sono arrivato, un giorno d'estate.

L'aria profumava di terebinto, come oggi.

Le stelle le guardo ogni notte. E mi consolano. La mia era una stella lucente, piena di piramidi, come l'Egitto.

Stringo la collana di lapislazzuli, quella che mi hai regalato tu. Azzura come i tuoi occhi.

 

E il dolore danza al ritmo delle mie lacrime.

Dovrei uscire fuori. Ma tremo.

Mi hai detto che non morirò mai davvero.

Mi trasformerò in un grande leone, che manterrà il mio volto.

 

Proteggerò la mia piramide. Aprendo le mie ali per scacciare i pericoli.

E ti aspetterò per centinaia di anni.

Quando arriverai qui anche tu.

Tornerò anche io.

 

Ora sono pronto.

Chefren.

Mi chiamano in molti.

 

Sono faraone per un motivo.

Aspettare di raggiungere il mio trono di ferro.

E aspettarti.

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