L'aria frizzante del mattino e una colazione fruttariana mi avevano reso una grande energia necessaria per la meta che volevo raggiungere: attraversare il bosco di conifere a mezza costa e raggiungere l'altopiano, ammirare quella distesa infinita di cime e avvallamenti che ti fanno sentire parte del tutto, e inebriarmi del respiro del cosmo.
Scarpe e bastoncini rigorosamente da trekking, presi il sentiero che, iniziando dolcemente tra i prati verdi di tenera erba, man mano si inoltrava nel bosco restringendosi e inerpicandosi in un sentiero reso difficile da increspature, rami secchi sul terreno, pozzetti di acqua sorgiva, ciottoli rotolati dalla parete scoscesa, mi metteva a dura prova;
fortificato dall'aroma resinoso dei pini e dal profumo del muschio, il sottobosco così invitante non lasciava spazio alla noia, mi soffermavo a guardare ogni capolino di timido fiore, di funghi colorati, abbracciavo qualche albero prendendo la loro sottile energia, ascoltavo un trillare di uccelli e intonavo una silenziosa canzone con loro.
A mezza mattina decisi di fare una sosta e uno spuntino con la barretta di cioccolata che dà energia supplendo alla fatica, avvistai uno spiazzo e deviai verso un grande masso che mi sembrò adatto allo scopo, lo aggirai pensando di trovare un punto di appoggio sicuro.
Fatti pochi passi improvvisamente lo vidi; tanta bellezza, misterioso e profondo.
Il cuore accelerò i battiti.
Un turbinìo di emozioni mi diede le vertigini.
Un passo, solo un passo ci separava.
Lo guardavo e lui guardava me, invitante.
Lasciarsi andare a braccia aperte in un amplesso totale, dimenticare tutto il mondo e....volare.
........resisti.......resisti.... ..Uno stallo senza tempo!
Il gracchiare di un corvo mi scosse da quella fissità, distolsi lo sguardo, un passo indietro, girai sui tacchi e me ne andai.
Molto avevo ancora da cogliere dalla vita.
Lasciai il dirupo a bocca aperta ad aspettare qualcun altro.