Mi servirebbero in prestito gli aggettivi più incisivi, le forme più esplicite per raccontare come e quanto odiassi la scuola!

Forse tutto è dipeso dagli esordi, dall’inizio di quella che è stata un’ infausta carriera scolastica. Odiavo la scuola come si può odiare la galera, una malattia, qualunque genere d’imposizione che ti costringa a fare ciò che non vuoi e a non fare ciò che più ti piace.

La scuola (elementare di Montesignano) era brutta, puzzava, ed era sempre luogo di paure e grosse delusioni; era il tempio della Dea Competizione, dove ogni giorno veniva offerto l’agnello sacrificale in nome della cultura, dell’apprendimento, del bel voto e altre stronzate come queste. Inutile dire che le vittime della cerimonia didattica eravamo sempre in due o tre, i soliti.

Ma se ci fosse un processo di Norimberga per l’eccidio di quelle cento, mille mattinate passate in aula, davanti alla cartina dell’Italia, alla foto incorniciata di Saragat e al crocifisso, sul banco degli imputati ci sarebbe, per i reati più gravi, il maestro Capretti.

Quest’uomo, al quale riconosco il primato di essere stato la prima brutta persona della mia vita, poteva sembrare, ai miei occhi di bambino, un anziano di cinquanta o sessant’anni, ma la lunga prospettiva del tempo mi fa pensare che non ne avesse più di quaranta; sempre con la stessa divisa da maestro (un completo fantasia sul grigio scuro), con la “r” moscia, un po’calvo, piuttosto basso e con quelle rotondità che dichiaravano la totale astinenza dalle attività motorie, il maestro Capretti aveva tutto per essere definito una persona esteticamente mediocre.

Io ero molto vivace, lui un pessimo educatore; io ero sveglio e intelligente, lui era ottuso come un mulo; io ero un bel bambino, lui un adulto inguardabile. Tutti questi elementi determinavano un costante attrito fra me e lui, anche perché aveva il senso dell’umorismo che è proprio delle capre e questo lo innervosiva e lo faceva diventare manesco: quando perdeva la pazienza si alzava, veniva al mio banco e con un enorme pizzicotto al braccio mi faceva sobbalzare sulla sedia. Che male!!!

Quel dolore, che non ho mai scordato, era tutta la sua povertà spirituale, il suo fallimento professionale e una meschinità commovente.

A onor del vero, devo confessare che il mio impegno verso lo studio era ridicolo, se non nullo e questo era il motivo principale per cui gli stavo sonoramente sugli zebedei! Per ogni compito, che fosse un problema, un tema o un’interrogazione di geografia, il voto era sempre lo stesso: 6. Peccato che tutti gli altri miei compagni prendessero in scioltezza 9 e anche 10 a ripetizione.                     

Durò i primi tre anni di scuola, col maestro Capretti; poi mia madre, saputo finalmente dei modi ruvidi del suddetto, mi fece spostare in un’altra classe. 

Mi sembrò di rinascere, ma ormai il mio rapporto con quaderni e libri era compromesso irrimediabilmente. Ma ero felice. Mi bastava pensare che non avrei mai più rivisto quell’orrido individuo che pretendeva di insegnarmi la grammatica e le moltiplicazioni a suon di pizzicotti e che del sottoscritto non aveva capito un cazzo.

La vita però, come dicono i muratori, regala sempre il tempo per  una seconda mano.

Accadde circa sette anni dopo. Su un campo di calcio. Era una partita al Baiardo, un impianto sportivo che nasceva in quegli anni nel mio quartiere; non ricordo bene chi c’era, in quanti eravamo, da chi era organizzata e perché; ricordo solo che io e il maestro Capretti giocavamo contro. 

In maglietta e calzoncini corti era ancora più imbarazzante rispetto all’immagine che ricordavo di lui nel suo completo grigio. Non aveva perso, però, quel ghigno odioso, quella sicumera tutta genovese che facevano di lui un essere ributtante; e quando s’involò sulla sinistra, palla al piede, con un incedere senz’altro più vicino a un preservativo che galleggia che a un uomo che corre, con la sicurezza che niente e nessuno l’avrebbe fermato, la mia freschezza giovanile, l’eccesso di agonismo e soprattutto il desiderio di vendetta funsero da molla per farmelo rincorrere, mollargli un calcione sulla tibia e farlo rovinare a terra; il fondo misto ghiaia del campo fece il resto. 

Si rialzò. Era sporco di polvere e sangue. Mi scusai, mi finsi mortificato. Mi guardò. Forse lo sfiorò il sospetto della premeditazione, si spolverò con le mani la maglietta e zoppicando si apprestò a battere la punizione. Io mi allontanai guardandolo e pensai fiero: 1 a 1, stronzetto!

Riguardo oggi la foto della seconda elementare. Ricordo a malapena i cognomi di alcuni compagni e di molti non ho saputo più nulla. In mezzo a loro ci siamo anche io e lui e guardando i nostri volti riesco a pensare a una sola cosa.  

Che siamo esseri umani e tutti gli esseri umani hanno bisogno di essere amati e ascoltati. Tanto i grandi, quanto i bambini.

Che siamo tutti disperatamente e felicemente diversi. E non può essere colpa di nessuno.

Perché la scuola è la rappresentazione del genere umano e in ogni classe c’è posto per tutti; per i volenterosi, per i geni, per le capre… e i Capretti. 

Ciao Armando, ovunque tu sia.

Tutti i racconti

2
3
17

La fermata

21 November 2024

Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ellissa: la vita è un continuo ricercare un' equilibrio tra noi e gli altri. [...]

  • U1657: Santa crocifissa!!!

1
3
11

Egregio Sig.Ictus

21 November 2024

Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Vally: Grazie Dario.
    Buona giornata

  • Adribel: Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]

1
3
11

Le mollette

21 November 2024

Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Adribel: Ma che bel testo, alleggerisce il cuore, complimenti.

  • Ecate: Grazie!!! Mi fa piacere alleggerire i cuori :-)
    @Dario: un corso accelerato [...]

1
7
11

Racconto ln breve la schiavitù dal cellulare

Le persone sono portate a schiavizzarsi.

21 November 2024

È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Gennarino: Dario Mazzolini: Grazie per il tuo commento. Un saluto da Napoli. Buona giornata

  • Rubrus: Si diceva lo stesso della TV, del cinema, dei fotoromanzi... internet è [...]

5
10
22

Il caffè col babbo

20 November 2024

È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dario Mazzolini: grazie di cuore Adribel per le tue parole. Il dolore per la perdita di un genitore [...]

  • Ecate: mi hai commosso.... le vite "sbilenche", stai tranquillo, sono le [...]

2
1
7

Condanna D'Amore

20 November 2024

Condanna Ad ogni battito di ciglia i suoi occhi indigo sprigiona in me ardente ardore. Ha dimenticato il mio sole caldo nel suo vascello come astro d'amore in quei fluttui delle sue tribolazioni. Ero al suo fianco come ancora di salvezza per non farla annegare, conficcata nella sabbia della sua [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
3
21

Doppio sogno (2/2)

PG
19 November 2024

Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Un buon racconto, ben costruito, con una trama ben articolata e ben scritto. [...]

  • Gennarino: Molto bello. Bravo

2
3
30

Goal

19 November 2024

Fare il medico gli piaceva. Dopotutto non era un lavoro pesante come fare il fonditore. E lui per tanti anni di estate quando chiudeva la scuola il fonditore lo aveva fatto davvero. Dalla mattina alla sera insieme al suo babbo. Di quei giorni lontani gli erano rimasti sulla pelle del dorso delle [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Cavallaselvatica: un goal indelebile, le emozioni che lo circondano sono infinite. complimenti

  • Adribel: Il passato, spesso si vorrebbe fare un rewind e si vorrebbero sistemare cose [...]

1
3
17

La luna in una stanza

Ispirata a "il cielo in una stanza"

19 November 2024

La luna in una stanza Varco l'uscio, chiudo la porta, accendo la luce, mi trovo solo con la luna. In una stanza.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • L’esilioDiRumba: Ciao @Dario, apprezzo il tuo commento praticamente immediato e la tua opinione. [...]

  • Adribel: Solo, è questo il punto, essere soli, capita, a molti.

5
8
26

Sensuale

18 November 2024

Ho scompigliato i tuoi capelli stelle filanti di argento e oro Ho baciato i tuoi occhi di mandorle e miele la tua bocca letizia di scandalosa grazia Ho baciato I tuoi seni che sono onde di mare Il tuo innocente candore di lussuria, estasi che trascende il corpo, in un triangolo oscuro di umido [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • PRFF: Eros, Bacco, un goccetto di innocente perversione, un tocco di spiritualità [...]

  • Dario Mazzolini: grazie prff per il tuo commento spiritoso. Se vogliono pagano il biglietto [...]

2
4
19

Doppio sogno (1/2)

PG
18 November 2024

La vita influenza il sogno. E viceversa. (Dialoghi Onirici, Thomas J. Plight) Era una mattina di uno splendido Luglio, mi sentivo molto vivo, immerso negli scarichi ignoranti di uno degli quattro letali serpenti di veicoli. Scorrevano affiancati e vagamente consapevoli l’uno dell’altro. Anche [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
9

CENTRALE PARANOICA 6

CICCIONE FA UN BUDDHA

18 November 2024

CICCIONE FA UN BUDDHA Hi, qui è la Centrale Paranoica, non siete ancora stufi di noi? Oggi è la volta di Archie, un gran predicatore ed un gran ciccione. "CICCIONE FA UN BUDDHA" sta scritto su una specie di arco sul vialetto che porta al suo bungalow a forma di Igloo. In effetti il suo giardino, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su