È di nuovo lei, sdraiata su una poltrona, è sempre sola, l’ho già vista altre volte, non ha un grosso seguito, la classica tappezzeria, però m’intriga. Osservandola bene ha degli occhi verdi dolci e limpidi, lunghi capelli neri, belle gambe che spuntano da una gonna che ormai ha smesso di combattere contro la gravità.
Serata di festa, ma lei pensa ad altro. Perché è qui? Non si diverte, questo è chiaro
«La trovo sempre dappertutto, lo fa apposta?»
Mi guarda allarmata, non capisce se scherzo.
«Scusi?»
«È la terza festa che passiamo insieme, anche lei è amica di Walter?»
«Sì, sono la cugina, mi ricordo di lei ma non la sto seguendo, né come azione, né come pensiero»
«Ha ragione, ma non posso far passare altre dieci feste, anche se veramente piacevoli, ci vuole un’azione improvvisa, mi chiamo Leo, e lei?»
«Narda»
«Bello, come la fidanzata di Mandrake il mago»
«Non lo conosco»
Non l’ho colpita, sarà una giornata lunga, ma tempo dopo mi confessò che si chiamava Bernarda detta Narda, dieci anni dopo, ripensandoci, ho fatto bene ad insistere a volerla conoscere.