Andrew e Carol si erano conosciuti a un convegno degli scout organizzato dalla locale associazione religiosa.
Il presidente, il reverendo Allison, aveva relazionato sull’importanza che ricopriva lo scoutismo per il recupero di giovani sbandati e disagiati. Restare a stretto contatto con l’associazione e condividendo tutte le incombenze si acquisiva sicurezza, tranquillità e la consapevolezza che anche i più reietti potevano far parte della comunità rendendosi utili e scoprendo, magari, potenziali capacità che non sapevano di possedere. Andrew era uno di questi ragazzi, arrivato alla porta dell’Associazione spinto dal desiderio di cambiare vita. Cercava di salvare il salvabile di un’esistenza travagliata, aveva 23 anni e ancora non era riuscito a capire cosa voleva fare della sua vita.
Accolto a braccia aperte all’interno del gruppo, dopo i primi periodi di sbandamento dovuti alle regole fissate per tutti e con l’aiuto materiale di Carol era riuscito a risollevarsi dal suo stato di abbandono morale e fisico e pian piano si era affezionato alla ragazza che tanto lo aveva aiutato nella sua rinascita.
Ora Andrew era un elemento di spicco all’interno dell’Associazione. Era lui che accoglieva i ragazzi che venivano a bussare alla porta ed era sempre lui che si prodigava per scuoterli dal torpore mentale in cui si trovavano. Proponeva sempre la sua storia come esempio reale di come si poteva cambiare con l’aiuto di qualcuno e con molta buona volontà.
Alla fine Andrew dichiarò a Carol il suo amore, lei accettò volentieri perché quel giovane così determinato non le era stato del tutto indifferente fin dal primo giorno. Aveva aspettato con pazienza per vedere se la volontà di riscatto di quel giovane sarebbe stata più forte della deriva in cui si trovava, adesso finalmente era libera e convinta di poter accettare la sua corte.
L’estate successiva decisero insieme di andare a trascorrere una vacanza in un posto insolito, in Alaska. Ne avevano sentito parlare in termini entusiastici da molti loro amici e anche dopo aver fatto delle ricerche su internet sulle caratteristiche della regione si erano convinti ad affrontare i rischi di quella che doveva essere una vera avventura. Loro erano temprati dagli imprevisti che un’avventura poteva presentare, erano scout e come tali amavano le sfide, specie quelle più ardue.
Fuori dai soliti circuiti turistici, la località che avevano scelto come sede della loro vacanza si trovava nell’estremo nord, era un posto completamento boschivo e presentava molte opportunità per fare scalate e camminate all’ombra di alberi magnifici. Scelsero con cura il periodo adatto e, appena le previsioni meteo furono sicure, noleggiarono un deltaplano per farsi condurre sul luogo prescelto.
Il panorama era da mozzare il fiato, spaziava su una distesa di acqua cristallina, un grande invaso d’acqua circondato da immense foreste di conifere. Quello sarebbe stato per le successive due settimane il loro territorio di scoperta e di divertimento.
Arrivarono a metà mattinata, sotto un cielo terso e azzurro, pulito, senza ombra di nebbie o di smog, l’aria era frizzante data la latitudine in cui si trovavano, era molto gradevole, avevano con loro tutta l’attrezzatura per poter vivere due settimane da sogno. L’appuntamento con l’aereo che doveva prelevarli era stato fissato al secondo sabato successivo. Partito l’aereo si diressero verso un altopiano da dove si poteva dominare con lo sguardo l’intero lago, le cui acque brillavano sotto i raggi del sole. Iniziava così l’esperienza di trovarsi da soli in una terra sconosciuta e selvaggia. Erano soli con la loro gioventù e la voglia di dimostrare, a loro stessi, di essere in grado di riuscire in questa sfida.
Andrew, che solo poco tempo prima era sulla soglia di non ritorno dall’annientamento fisico e morale, ora era un uomo cosciente, sicuro di sé e al suo fianco aveva una donna forte quanto lui, in grado di affrontare non solo quella sfida, ma anche il suo futuro. Tese la mano alla sua compagna per superare uno sperone di roccia e lei lo ringraziò con un dolce sorriso.