Il faraone messo di fronte all’evidenza non poté ribattere, sorrise e si distese, era sveglio, ma ancor debilitato, voleva riposare. Per evitare che il ragazzo fosse scoperto e lui in stato d’incoscienza non potesse salvarlo, lo fece nascondere sotto il letto, poi chiamò le guardie.
<<Sentite voi due, come vedete sono ancora vivo e desidero per le prossime ore non essere disturbato da nessuno, compresi quei ciarlatani dei dottori, chiunque si avvicini alla porta voi dovete cacciarli, qui non deve entrare nessuno a meno che io non vi chiami, intesi? Se pensate di non farcela rivolgetevi al vostro superiore e riferite le mie parole. Se ritiene che due di voi sono pochi che ne mettesse altri. Io adesso devo dormire e devo essere sicuro che nessuno mi disturbi, se qualcuno entra qua dentro voi e i vostri compagni sarete morti prima che ve ne rendiate conto>>.
I due soldati si allontanarono veloci con gli occhi bassi, il faraone stava tornando in salute e padrone come sempre. Andate via le guardie Atticus uscì da sotto il letto e si mise a disposizione del suo re. Nel pomeriggio dello stesso giorno gli fece bere un’altra dose di pozione e attese che facesse effetto.
Come il ragazzo aveva promesso, in pochi giorni il faraone era tornato quello di sempre. Era sempre al potere, più dispotico che mai. La presenza a corte del giovane non era più necessaria e il re lo fece andar via di nascosto, era grato per aver avuto salva la vita ad opera di quel giovane ostinato, gli promise che avrebbe tenuto in considerazione la sua richiesta se fosse stato possibile.
Il tempo passò veloce e il faraone, ormai anziano, sentì che per lui il momento di lasciare questa terra era arrivato. Fece cercare e condurre a palazzo il giovane Atticus che intanto era cresciuto, si era sposato e aveva due figli, dei quali era molto fiero.
<<Allora amico dottore, eccoci arrivati alla fine del viaggio. Come vedi non mi sono dimenticato di te e di quello che hai fatto per me, una promessa è una promessa e specie io che sono il Faraone devo mantenerla. Sei pronto a seguirmi nella piramide? Ho predisposto le cose in modo da farti mettere al mio fianco, ma in basso sotto il sarcofago, come un alleato, una persona degna di tale onore, che dici sei sicuro di volerlo fare? Io sono propenso a mantenere la promessa, ma tu sei ancora sicuro di volere chiedere la stessa cosa? Pensaci!>>.
Atticus prese atto delle parole del faraone. Ora a distanza di anni e con due figli di cui doveva curarsi non era più certo di volersi sacrificare, solo non voleva perdere la faccia difronte al suo re, che dalle parole che aveva detto gli stava lasciando un'opportunità per rifiutare.
<<Oh immenso signore del cielo e delle acque, padre di noi tutti, dalle tue parole sgorga limpida una sorgente di verità nascoste agli altri, ma per tua benevola concessione a me molto chiare, ebbene hai letto nel mio cuore e il dubbio che alberga in questa mente. Da una parte devo mantenere la mia promessa di restare con te fino alla fine e anche oltre, dall’altra sento la necessità di adoperarmi per salvare quante più vite possibile. Nel tempo ho affinato le arti mediche e devo dire che i risultati sono molto soddisfacenti>>
<<Lo so Atticus, lo so bene, per questo ti ho posto la domanda, la scelta è tua e solo tua. Io non posso imporre niente, sono tuo debitore della vita e lascio a te il compito di valutare cosa è meglio.>>
<<Avete ragione mio re, se fosse possibile credo che sarei più utile da vivo per curare chi non può sostenere le spese di medici affermati. Con le mie conoscenze mediche il popolo d’Egitto sarà in buone mani.>>
<<Ebbene che così sia - esclamò il faraone anche per mettere fine a quella discussione – tu sarai il medico di corte in primo e se ti resta tempo potrai curare chi vorrai. Inutile sprecare una risorsa come la tua per restare chiuso in un mausoleo per l’eternità>>.