Per poter conoscere Palermo bisogna camminare per anni, attraversare le strade perchè tutte le volte vuoi scoprire qualcosa di nuovo, proprio lì dove ti sembra di conoscere bene, perché c'è tanta storia in ogni pietra, in ogni angolo che non ci basta una vita a raccontarla e a riviverla.
C'è molta bellezza, nonostante la criminalità e la povertà economica ed educativa siano sotto gli occhi di tutti. Ma è la povertà degli abitanti, sempre diversi, che però insegnano tante cose e tutte le volte vuoi sfogliare le pagine di questo enorme libro cittadino. Bisogna cominciare dai quartieri, considerando gli aspetti migliori di ciascun luogo, perché affezionandosi si genera il senso di appartenenza e, nel migliore dei casi, la rinascita. È chi ci vive, chi soffre, chi gioisce, chi ama, chi fa violenza e la riceva che ci portano a conoscere i secoli di una storia di dominazioni e di soprusi, di odio e di vendetta, di incanto e d'amore, di folklore e di tradizioni. Ricostruire le storie della gente, portarle sulla scena, è il metodo migliore per leggere la memoria, addentrarsi nelle storie della gente che in quei territori realizza se stessa. Gente che coincide esattamente con il luogo in cui vive, lavora, immagina, sogna.
I quartieri, i monumenti sono sempre un corredo alla vita pulsante e dipendono da chi decide di cambiarli, migliorarli e prendersene cura. Gli uomini, le donne, i bambini sono gli attori di una realtà colorata dove si vive a vari livelli, dove si sbarca il lunario vendendo di tutto o si anima la notte fra movida ed avventure culturali ed eventi importanti. Non si conosce mai tutto di un quartiere. Ogni quartiere o rione nasconde una vocazione che, se valorizzata, sarebbe capace di farlo rinascere. Danisinni e la sua natura straordinaria, che ha fatto emergere una fattoria con tanto di animali e manifestazioni artistiche.
Brancaccio con Maredolce, il Monte Grifone fino a Ciaculli rappresentano una meravigliosa campagna, un polmone che respira e fa respirare in una città che, a volte, può rivelarsi asfissiante e pesante.
Ballarò è una realtà multietnica in continua evoluzione e la Zisa si nutre di arte e storia araba e normanna per trovarsi verso il mare, lungo una costa che, oltre al degrado, racconta di favolose storie: Arenella, Vergine Maria, Acquasanta, Sant’Erasmo, Acqua dei Corsari. É da qui che si deve ripartire e valorizzare ciò che già abbiamo.
Si tratta sempre di luoghi in cui sta avvenendo qualcosa, colti nell’istante prima che il cambiamento si realizzi. É un cambiamento che, si sa, è inevitabile e che potrebbe portare realtà cittadine oltre l'immobilismo della fine del novecento dove il degrado è stato sempre ignorato.
Il riassetto delle spiagge, il recupero del verde prossimo al mare, il ripristino della passeggiata a mare sono tentativi di risveglio paesaggistico, ma se Palermo si risvegliasse davvero e inseguisse il suo sogno camminando verso un futuro positivo, potrebbe svilupparsi per vivere con il solo turismo culturale ed estivo.
Il mare sarebbe la coperta di seta dei suoi sogni e i quartieri vivrebbero una nuova ossigenazione che potrebbe incastonare altri tasselli di una storia lunga un'eternità.