Alessandro, e Paola, erano arrivati presto alla clinica “ VILLA DEI PINI”. Operatori di un'associazione umanitaria che si occupava di anziani, erano stati incaricati dal responsabile del loro gruppo di allestire uno spettacolino in occasione del Carnevale Non erano i soli, tutti gli iscritti all’associazione si adoperavano per rendere le giornate degli anziani, specie quelli che soggiornavano nelle case di cura, un po’ meno monotone del solito. Spesso si mettevano a disposizione della struttura stessa, per dare una mano. Il loro tempo libero era interamente dedicato a queste incombenze.
Anche quel giorno i due ragazzi, poco più che ventenni, si erano recati presso la clinica per organizzare un intrattenimento per la imminente festa. Sapevano benissimo che l’impresa era ardua. Non tutti i degenti erano autosufficienti e sperare di far sorridere tutti poteva essere davvero una cosa non facilissima.
Una volta entrati e deposti gli enormi borsoni che avevano portato con loro, si accinsero a decorare l’ambiente scelto dall’amministrazione per festeggiare l’evento. Si misero a gonfiare i palloncini colorati: ogni tanto ne scoppiava qualcuno e dalle stanze limitrofe si udiva un gemito, forse per i timori da parte dei pazienti.
Unirono le pareti fra loro con lunghissime stelle filanti. Il soffitto fu ben presto coperto da strisce di colore, alle stesse furono appesi dei palloncini speciali pieni di coriandoli, sarebbero serviti in seguito durante i giochi che avevano in mente di organizzare. Prepararono con cura, in uno scatolone, dei kit completi di maschere, cappellini e sacchetti di coriandoli da distribuire ai partecipanti. Paola aveva portato anche un piccolo apparecchio stereo, e un po’ di CD con le musiche adatte. Certo non potevano fare un chiasso eccessivo, ma la musica era necessaria per allietare la serata.
Dopo un'oretta di lavoro sembrò che tutto fosse pronto. Il martedì grasso doveva essere festeggiato, nei tempi e nei modi possibili a persone disagiate, nessuno doveva essere triste, in quella serata speciale. Ora si trattava di andare per le camere a convincere i più riottosi a partecipare all’evento. I due ragazzi si divisero il compito, lei dagli uomini, lui dalle donne, chissà forse il fascino o la gentilezza dell’altro sesso verso le persone anziane poteva far colpo.
Quelli, che stavano abbastanza bene, accettarono ben volentieri, specie gli uomini si erano improvvisamente ringalluzziti al pensiero di poter fare un giro di ballo con qualche simpatica amica. Qualcuno dovette essere convinto e blandito con promesse e lusinghe.
Paola ebbe la sorte di incontrare un vecchietto che se ne stava in camera da solo. Non sapeva se malato da non potersi muovere, o era un atteggiamento voluto. Era scontroso, ruvido, nessuna moina della ragazza sembrava fare effetto sul vecchio. Ad un certo punto lei capì che stava facendo ostruzionismo, era perfettamente in grado di muoversi, ma faceva il duro.
- Bene signor Luigi, se veramente ha deciso di non venire con noi, può benissimo restare qui da solo, non posso certo obbligarla, ma non sa cosa si perde.
- Seh! Capirai, due palloncini e tutti quei coriandoli che ti entrano da ogni parte, per non parlare della musica, un rumore fastidioso che romperà sicuramente i timpani
- No, cosa dice, sappiamo bene dove ci troviamo, sarà messa al minimo, quel tanto per poterla ascoltare e fare un giro di valzer.
- Cosa? Una festa di carnevale e lei propone un valzer, ma è matta?
- Cosa avrebbe pensato di fare lei, se per ipotesi fosse intervenuto?
- Cara la mia ragazza, avete fatto tutto voi, cosa crede che non l’abbia vista, lei e quel suo scialbo compagno, nessuno che si fosse preso la briga di chiedere a noi. La festa è per noi, allora dovevamo essere, almeno, messi al corrente e interpellati su cosa preferivamo, non le pare! Ora sta insistendo per farmi venire, addirittura propone il valzer….Lei è matta; non ci verrò!
- Signor Luigi, forse lei sarà in grado di fare altro, non tutti, però, possono...
- Certo ragazza! Chi non può muoversi starà ad ascoltare e, al limite, a battere le mani. Chi vorrà divertirsi, una volta tanto che capita, e dovesse poi star male, amen, non avrebbe niente da perdere, questo lo sa vero? Ormai siamo chiusi qui dentro da troppo tempo. Ha visto? Sembra una sala d’attesa della stazione. Ogni tanto qualcuno prende il treno e parte, gli altri…aspettano!
- Su adesso non si metta a fare discorsi strani; siamo in Carnevale e vogliamo divertirci.
- Appunto! Come le stavo dicendo, vogliamo divertirci, altro che valzer. Così ci ammosciamo ancora di più.
- Ho capito - rispose Paola colta da una idea improvvisa - allora, facciamo così. Adesso lei viene con me nel salone, prima che la festa abbia inizio, e mi dà dei consigli: siamo ancora in tempo per migliorare, se lei mi da una mano verrà fuori una bella festa.
- Sai che ti dico, cara ragazza, adesso sì che si ragiona. Aspetta che mi vesto e poi andiamo.
Il vecchietto si alzò con leggerezza dal letto e baldanzoso si mise saltellare per la camera, al ritmo della canzone più gettonata nella ricorrenza carnevalesca < Brigitte Bardot Bardot- heo heo!!!>, andò in bagno e ne usci vestito di tutto punto, un pantalone arancione, da dove era uscito fuori Paola non sapeva, e un maglione giallo limone, come diavolo faceva il nonnino ad avere sottomano quel genere di vestiti fu un mistero.
Insieme si recarono nel salone dove Alex era alle prese con l’impianto stereo che stava facendo le bizze. Il signor Luigi fu ben lieto di aiutare e si dimostrò all’altezza della situazione. Man mano cominciarono ad arrivare gli ospiti, donne e uomini , alcuni in vestaglia e paantofole, ma la maggior parte agghindati di tutto punto.
La serata ebbe inizio con un po’ di musica di sottofondo, fu fatto girare del punch caldo, furono distribuiti i kit con le maschere e i coriandoli, i più volenterosi azzardarono qualche passo di ballo, ma la festa non decollava.
Solo quando Luigi pensò bene di mettersi al centro della sala per eseguire un ballo sudamericano gli animi si riscaldarono. Gli uomini presero ad imitarlo, le donne ridevano dello spettacolo, qualcuna si buttò nella mischia. Arrivò anche il personale medico, infermieri, donne e uomini, con il loro contributo la festa decollò. Gli anziani si riposarono mentre gli altri appena arrivati, si lanciavano nelle danze. Altro giro di punch e arrivarono i dolci tipici, castagnole, chiacchiere, torte e tutti gli altri dolci di Carnevale. Fu un vero successo.
Arrivò la mezzanotte e il personale accompagnò nelle loro camere i vecchietti ormai esausti. Tutto tornò alla normalità, quando il silenzio si impossessò della clinica i due ragazzi smantellarono quanto avevano costruito.
Erano stanchi, ma felici di aver creato un momento di felicità per quelle persone.
Un'infermiera chiese loro se non avrebbero preferito magari andare a divertirsi con i loro coetanei la risposta fu univoca e immediata:
"Siamo felicissimi. Questa è la nostra missione, aiutare il prossimo! Siamo solo due piccole stelle nel firmamento della solidarietà e non vogliamo essere da nessun’altra parte se non qui."