Finalmente ho la casa tutta per me. La moglie e la figlia se ne sono andate a fare shopping e non torneranno a casa prima di sera.
Ragazzi, ci pensate, un intero pomeriggio in mutande davanti alla tv. La mia scorta di birra a portata di mano. Questo sì, realizza i sogni dell’uomo. Resta da vedere cosa danno alla televisione…purtroppo con tanti canali nemmeno una partita!
Diavolo che iella nera, solo telenovelas e chiacchiere. Questo è il menu che la moglie vede tutti i pomeriggi, così impara cosa deve dirmi la sera quando rientro. Ho capito adesso da dove le tira fuori quelle sue strampalate teorie del cavolo. Mi domando perché questi programmi consigliano solo le donne su come trattare i mariti. Nessun canale fa l’opposto, come riuscire a sopportare le mogli.
Penso che dovrò scrivere una lettera a quelli della tv, voglio sentire cosa dicono di un programma serale di consigli per uomini sposati.
Strano, però, che l’arpia, mi abbia lascito il pomeriggio libero non caricandomi di lavori da fare e se ne sia uscita con un sorriso falso che sapeva di inganno, chissà cosa sta tramando insieme a quella piccola vipera di Melissa, la figlia indolente, meglio non approfondire, rilassiamoci!
Sono solo alla seconda birra quando dall’esterno sento la porta del garage che si apre, oh Dio no! Sono già tornate! Non è possibile, ci deve essere sotto qualcosa, quelle due stanno giocando sporco, e chi sarà a pagare sarò certamente io. Devo andare a vestirmi, se mi vede in mutande magari gli vengono strani pensieri e, ora come ora, non sono in grado di esaudire nessun desiderio.
Faccio in tempo a dileguarmi che la porta si apre e una sorridente balena vestita di azzurro irrompe nella sala gridando come una oca a cui hanno pestato una zampa.
-Caro, dove sei tesoruccio! La mamma oggi è tornata presto. Sei contento?
-Papino, eravamo sicure di trovarti davanti alla televisione e invece dove ti sei nascosto? Dai esci fuori, dobbiamo farti vedere delle cose.
Dalla camera da letto dove mi sono rifugiato sento il loro gracchiare, mentre mi infilo un pigiama, voglio dare l’impressione di essermi alzato adesso. Meglio dormire che stare lì a bere birra. Mangio un paio di caramelle al volo, le porto sempre con me proprio per queste occasioni. Non rispondo al loro richiamo.
-Caro, se non esci subito da dove ti sei nascosto, quando ti vedo ti rompo quel muso di scimmia che ti ritrovi …hai capito?!
Ecco, questa è la vera moglie, quella di tutti i giorni, la rompiballe, il mio unico tesoro!
-Aspettami cara, mi sto vestendo. Mi ero appisolato un attimo sul letto, sai sono stanco, lavoro, io! Non vado in giro a spendere soldi.
-Non cominciare con questa lagna, sappi che tua moglie deve essere presentabile, non come te che sembri un maiale e puzzi come una capra. Qui sento odore di birra, e ci sono anche le macchie sulla poltrona, bugiardo di un fallito che non sei altro. Esci fuori che anche tua figlia ti deve parlare, si è dannata l’anima per ... per ... peccato che non posso dirtelo. Allora devo venire a prenderti?!
Rivolta verso Melissa le fa cenno si sedersi mentre lei si toglie il soprabito. Io le spio da dietro la porta. Quegli sguardi muti d’intesa la dicono lunga sulle loro intenzioni. Mi aspetta una dura battaglia.
Finalmente esco dalla camera e le corro incontro cercando di abbracciarla, ma la mia apertura alare non tiene conto delle sue dimensioni. Lei comunque mi evita come un appestato, limitandosi ad uno sguardo indagatore alla ricerca della immancabile macchia di birra sul davanti.
-Eccolo finalmente il beone, il fannullone, il più pigro e apatico marito che esista sulla terra. Ha un pomeriggio libero da poter dedicare ai tanti lavoretti da fare in casa e lui che fa? Dorme! Almeno vuol farmi credere che stava dormendo.
-Ma certo cara, ero sul letto a riposare, una volta che mi capita ne approfitto. Tu piuttosto come mai sei rientrata così presto? Di solito quando uscite, madre e figlia, fate notte. Fino a quando non consumate tutta la carta di credito. Tanto poi c’è il fesso che paga e che deve ammazzarsi di lavoro per ricaricare, in attesa di un'altra giornata come questa. Allora, posso sapere perché sei qui adesso?
-Melissa, ma lo senti, lo senti! Ha pure il coraggio di alzare la voce. Ascolta bene, essere inutile, sono tornata presto perchè non tocca a me andare in giro, ma a te. Sei tu quello che deve darsi da fare. Il giorno più bello si sta avvicinando e tu invece di darti da fare, dormi. Vieni Melissa andiamo via, non sopporto la vista di questo ammasso di lardo ambulante
Con uno sbuffo da vecchia ciminiera si allontana seguita a ruota dalla mia ultimogenita, un affare lungo e magro che potrebbe fare la controfigura ad un cactus, con quei brufoli che si ritrova sul viso.
Questa volta ho capito il messaggio, qualcosa d'importante si dovrà verificare fra qualche giorno, siamo in febbraio. Non è il compleanno di nessuno, né l’onomastico. Non è nemmeno l’anniversario di nozze; quello me lo ricordo, cade a luglio. Come potrei dimenticare l'odissea di un giorno come quello con la temperatura a 38° infilato in un abito scuro che attirava i raggi del sole come il miele le api.
Diavolo! Cosa c’è in febbraio a cui la balena tiene tanto? So che non me lo dirà mai, lo fa apposta, sa che io mi dimentico, poi me lo rinfaccerà per tutta la vita.
Questa volta devo fare in modo da non lasciarmi fregare, devo sapere a tutti i costi, che evento sta per accadere, sarà il caso che vada a vedere sul calendario. Mi precipito in cucina dove c’è il calendario, vado, ma non lo trovo al suo posto. La perfida lo ha tolto per non farmi controllare, porcaccia miseria! Come faccio adesso? Proverò al computer. Arrivo nello studio e il pc è sparito. Diavolo di una megera, le pensa tutte, vuole costringermi a scoprirlo da solo, ma bene! Mi fermo alla scrivania e cerco in tutti i cassetti un indizio, una traccia che mi dia qualche informazione utile.
Sto rovistando nei cassetti, quando arrivano le due con un sorriso strafottente e rimangono a guardare, mentre sono al lavoro.
-Hai perso qualcosa, caro! Possiamo esserti utili?
-Fai meno la spiritosa, cara, lo sai benissimo visto che sei stata tu a far sparire tutto. Allora si può sapere cosa diavolo succede fra poco come dici tu? Mi arrendo! Non lo so, non me lo ricordo, va bene, hai vinto tu, vuoi essere allora così gentile da dirmelo?
-Hai visto figlia mia, bastano pochi anni di matrimonio e l’uomo dimentica ciò che prima era il primo a sapere. Da fidanzati sono tutti solerti e affabili, romantici. Dopo il sì, questo è il risultato. - mi addita come l’esempio di un essere iniquo a cui non dare credito-. Se non lo sai è inutile che te lo dico, non varrebbe niente se non viene direttamente dal cuore. Porco!
Se ne vanno sbattendo la porta ed io resto lì, inginocchiato davanti all’ultimo cassetto aperto, faccio fatica ad alzarmi, nel farlo lo sguardo va alla parete dove una foto di altri tempi mi ritrae insieme alla moglie.
Eh sì, altri tempi, altre taglie per tutti e due; in quella foto sullo sfondo si vede della neve, ricordo quando la facemmo, il giorno di S. Valentino in gita sulla montagna.
Un lampo, veloce come un fulmine, il pensiero finalmente afferra ciò che non riuscivo a capire. LA FESTA DI S. VALENTINO, il giorno degli innamorati! Ecco cosa erano tutti quegli sguardi, nient'altro che manovre per costringermi a ricordare da solo. Ci sono arrivato! Purtroppo la mia dolce metà, alla soglia dei 50 anni di matrimonio, pensa ancora come una giovane ragazza e vuole il pensierino per S. Valentino.
Senza dire niente, con aria seccata vado a vestirmi, passo davanti alle due che fanno ancora le sostenute ed esco, dovrò comprare qualcosa per festeggiare.
- Ci sono! - esclamo dandomi una manata sulla fronte. Un’idea magnifica: prenderò una meravigliosa torta alle fragole con panna. Bianca e rossa, le fragole come cuoricini, bellissima idea! Conquisterò il suo cuore ancora una volta. Lo riconosco, sono troppo forte, troppo buono, so anche che lei è allergica alle fragole.