Era una sera come un'altra, prese la penna e iniziò a scrivere, non sarebbe servito a nulla, ma almeno non ci sarebbero state recriminazioni.
Forse avrebbe guarito la sua ferita, una ferita che si era fatto da solo pensando di essere stato messo in secondo piano, ma come aveva potuto lui che era l'amore della sua vita, mettersi a paragone del nulla?
Lui il compagno di una vita non era neanche stato menzionato in quelle poche righe scritte per gioco .
Aveva sbagliato? E come?
Lui aveva il posto d'onore nella mente e nel cuore, nessuno poteva sostituirlo.
Aveva offeso persone a lui care?
Non era stata sua intenzione, aveva solo preso spunto da una cena a cui avevano partecipato per creare una storia, ma non era certo una persona che offendeva, di certo non lei.
Era solo per descrivere l'amicizia.
Se qualcuno si era riconosciuto e sentito colpito ne era dispiaciuta, ma chi scrive sa che gli scrittori scrivono creando storie da un piccolo fatto, non vogliono... quando hanno in mano la penna ferire.
Comunque avrebbe scritto ‘scusate non era per voi , non eravate i protagonisti, non intendevo ferirvi’.
Sopratutto tu che sei il mio compagno e non sei paragonabile a nessuno.
Volevo descrivere l' amicizia, la sorellanza, sono stata fraintesa.
Mi sono perduta, ho vissuto un periodo spensierto fatto di giochi e risate, un pò come tornare bambini, ma non ho mai perso di vista te.
Tu sei il mio compagno di vita con cui ho condiviso un bel pezzo di vita, se ti ho ferito perdonami, ho perso la via, se ti ho offeso baciami, non volevo farlo.
A volte la spensieratezza e la superficilalità ci fanno perdere di vista il fulcro della nostra vita.
Ti aspetto ogni giorno e le mie parole volevano essere un gioco.
La mia vita sei tu, tu sei la mia bussola, la mia linfa vitale, il mio sole.
Ma ora non ci sei più hai lasciato che il cielo si oscurasse di nuovo, che io andassi in mille pezzi, che spegnessi il mio sorriso.
Così ora scriverò del vento che ti ha portato via e dell'amicizia che è sfumata così come un fuoco di paglia.
E della mia finestra aperta in attesa di te, che troppo tardi ho capito quanto ho ferito.
Ti amo.