Chi è un'amica?
A volte me lo chiedo. Non riesco a definirlo bene.
Le definizioni sono come delle scatole, non mi piace racchiuderci dentro persone o sentimenti.
I contorni dei rapporti sono sfumati e non sempre classificabili.
Però, troppe volte in passato ho sofferto per atteggiamenti "strani".
Cosa sono gli atteggiamenti strani?
Tipo l'amica con cui hai condiviso molte avventure nel periodo di studio, che poi ad un certo punto non ha più tempo per incontrarti per un caffè nè per portarti i famigerati confetti rossi.
Tipo l'amica che ti vuole bene, ma poi si sposa e tu non sai nemmeno dove abita. Anche lì prendere un succo di frutta insieme è come pagare la rata di un mutuo.
Tipo l'amica con cui ha un bel feeling, ma poi si eclissa nelle occasioni ufficiali.
Tipo l'amica che ti parla di affetto, ma poi l'affetto va da un'altra parte.
Ho dato troppo? Sicuramente sì.
Mi sono illusa? Non so rispondere.
Nei rapporti umani è difficile gestire l'altro.
Cioè, gli altri non sanno come gestire me.
Penso di essere un'empatica (non mi sto facendo il santino, badate bene).
Però sono sempre stata capace di creare un filo invisibile con le vite degli altri e di capire le loro ragioni.
Il problema nasce quando le trecce di questi fili le stringi solo tu.
E tornando alla domanda di prima è probabile che sia stata io a volerle tessere.
Forse ne avevo bisogno in quel periodo.
Eh sì, ne avevo bisogno.
Quando hai un passato difficile, cerchi il calore umano dietro sguardi che non lo sono per nulla.
Ma ci sono amici veri, che per fortuna esistono.
Li incontri per caso e te li porti dietro per una vita intera.
Sono sempre stata molto selettiva, ma le difese non bastano mai.
Si diventa forti e questo è l'importante.
Troppi inverni ho lasciato alle mie spalle.
Ma la verità è che non mi hanno mai intimorito.