Bernard ha sessantatre anni e si appresta a ritornare a casa, da moglie e figlie, dopo sette anni di lavoro vissuti all'estero.
Arrivato all'aeroporto di Francoforte, prende a nolo un auto e si avvia verso la piccola città dove vivono i congiunti.
Durante il tragitto, l'uomo torna con la mente alla propria storia sentimentale ed affettiva.
In fondo, quella moglie che sta raggiungendo non è stata mai il suo "grande amore", ma, forse, soltanto la madre delle sue figlie.
Ripensa, quindi, a Silvya, l'unica donna che è convinto di aver mai amato.
Aveva diciassette anni quando, arrivato in paese con la famiglia dopo la guerra, prendendo possesso della nuova casa la incontra nel cortile del palazzo: questa ragazzina di quattordici anni piccola e occhialuta gli rimane impressa nella mente.
Questa immagine lo accompagnerà per tutta la vita.
I due ragazzi si conoscono ed hanno una breve storia d'amore. Ma la ragazza si sente troppo giovane per un rapporto duraturo.
Per lui è la fine. Si sente abbandonato.
Passano tre anni ed i due ragazzi si ritrovano, riprendendo la storia interrotta.
Ma lui è pervaso da una forte ossessione: mentre non faceva che pensare a lei, con chi era stata Sylvia in questi anni? chi aveva amato, al suo posto?
E questo pensiero lo aveva portato a tormentare la ragazza in continuazione con continue scenate di gelosia ed un insistente "terzo grado" sugli ultimi anni trascorsi lontana da lui.
Dopo tre anni di quest'inferno, Bernard la lascia. Decisione che rimpiangerà tutta la vita.
Alle prime luci della sera, l'auto si avvicina alle prime case del paese.
I ricordi sono svaniti. Si torna alla "normalità".