Per la festa dei morti esisteva un pupo di zucchero che allietava i bambini. Era una scultura zuccherina, variamente colorata, che troneggiava sulla tavola la notte dei morti e accompagnava la frutta secca e i giocattoli che i defunti facevano trovare ai bambini buoni. Tutti contenti si mangiavano i dolci ringraziando i defunti che avevano pensato a tutti quelli che si erano comportati bene durante l’anno e che magari erano andati al cimitero a trovarli di tanto in tanto. Una festa che allietava i cuori e contribuiva alla conservazione della memoria.

Poi arrivò la tecnologia che soppiantò la dolcezza della tradizione. Sui tavoli c’erano computer, telefonini, Ipad ed il pupo di zucchero non era più considerato. Rimaneva sempre lì, ma sempre più di rado, fin quando i pasticceri cominciarono a no realizzarlo più perché non sene vendevano. Scomparve per tanti anni e si conservò solo il ricordo in quelle persone che ora erano anziane e cha da bambini avevano gradito la sua presenza sul tavolo deli morti. Sembrava essersi sciolto fra i dolciumi sempre più rari, perché ormai i dolci si mangiavano sempre e non durante le feste. La notte dei Morti aveva perso la sua magia.

Oggi come un’araba fenice il pupo di zucchero sembra essere ritornato. Qualcuno avalla l’ipotesi della riscoperta delle tradizioni e così dallo zucchero rinacque il pupo che ha assunto nuove forme come quelle dei moderni cartoni animati. Qualche nonna piange perché ricorda i suoi tempi e i nipoti, ormai stufi della tecnologia sempre anonima e insensibile, riscoprono la magia di quel pupo che con la pasta di mandorla e i dolci dei morti sono la speranza della nostra memoria.

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