L’incidente si sta rivelando mortale.
Il corvo appollaiato sul sofà
continua a snocciolare pensieri e forme,
aspettando l’inizio del discorso.
Godot l’immaginario continua a ritardare,
lasciando sempre soli
il Cappellaio Matto e il Mangiatore di panini.
Il vento, lentamente, va convincendosi del contrario,
anche se continua a percorrere le antiche scale.
Il medico aspetta pazientemente il treno
senza aver terminato la colazione.
Alessandro il cavallo pazzo
tornerà, forse, a infastidire il sonno dei giusti.
Il tedesco di passaggio non inventerà più
noiosi giochi per i viaggiatori della sera.
L’orda dei barbari arriverà dall’Est
per continuare ad invadere i campi di cipolle.
Il cavallo muto vincerà ancora
le guerre senza tempo in spazi senza ossigeno.
Il presente, dono del futuro,
canterà in una folla di cartoni animati.
Le caverne continuano a nacondere
le bestie feroci dell’anima e dello specchio.
L’indeciso fiore continua a fare da madre
all’eroe danese.
La volontà della ragione, il topo del cervello,
rosicchia ancora le ghiande di plastica
dell’albero di Natale.
La mela giornaliera è baciata dal sole
del giardino domenicale.
Il vento ha la gola arsa per il troppo cantare
in compagnia dello zio Tom.
E il lamento del folle
potrebbe continuare all’infinito.