VENTISEI ORE !
Tanto è durato il viaggio per andare a vedere quella ‘pietra’ !
A parte gli scherzi, il monolito di Uluru, al centro del continente australiano era una meta che ci eravamo prefissi da tempo.
Ci avrebbe riportato alle popolazioni aborigene che abitavano quelle terre da tempo immemorabile, ben prima degli australiani…
Così ci organizzammo bene.
Partenza alle 7 di mattina, arrivo alle 21 del giorno dopo a Brisbane.
E’ vero, c’è il fuso orario, ma le sedici ore della tratta Roma-Singapore erano reali !
Dopo un paio di settimane in giro per l’Australia, ci ritroviamo ad Ayers Rock, al centro di quell’immensa landa quasi desertica, in un resort costruito apposta.
Ed era strano leggere quel cartello all’uscita del Parco
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Bene, alle quattro di mattina c’è la sveglia e dopo poco si parte per il monolito.
Siamo molto ansiosi e pieni di emozioni: stiamo andando a visitare un luogo unico, spirituale, magico.
Arrivati, ci rendiamo conto, a malincuore, della spiacevole sorpresa: il posto è stracolmo di pullman, auto, moto, biciclette ed altri mezzi di trasporto. Ed una fiumana di persone !
Ma dove siamo ?
Sembra Disneyland !
Banchetti con caffè e tè caldo, panini, briosce ed altro per rifocillare i visitatori/turisti.
Colpo di scena !
Il momento clou della visita: due anziane aborigene ci illustreranno gli avvenimenti sviluppatisi intorno al monolito.
Nel loro tipico abbigliamento aborigeno: gilet di pelle e gonna di jeans !
A questo punto, come spesso accade, sorge un problema: il
finale !
Come finirà il racconto ?
Ci sto pensando da un po’ ed ho diverse prospettive.
Nel frattempo, spedisco il nostro protagonista a sdraiarsi sui sedili in fondo al pulmino che lo ha condotto qui. Magari per recuperare il sonno perduto per l’alzataccia della mattina, poi si vedrà…
In ogni caso, buona visione !