“Eolo, il re dei venti decise di imprigionare tra le caverne dell'Etna i suoi venti e da quel giorno il vulcano si sfoga con le colonne di fumo e con i tremori, che fanno presagire la sua rabbia e quella del gigante, mezzo uomo mezzo drago, Tifone, confinato in questa spelonca da Zeus quando, più grande di qualsiasi montagna, figlio di Gea e del Tartaro, colpendo con la testa le stelle e mostrando le dita delle mani come draghi e con le vipere attorno alla vita e con gli occhi di fiamme, aveva attaccato il Cielo, facendo fuggire tutti gli dei, tranne Atena e Zeus. Dopo una strenua lotta Zeus lo vinse, colpendolo con i suoi fulmini e schiacciandolo sotto l'Etna. Pertanto i terremoti si cagionarono e continuano a prodursi anche dai suoi vani, tentativi di liberarsi dal peso del monte. Assieme a lui Encelado fu sepolto da Atena sotto un enorme cumulo di terra e pietre, che con il tempo sarebbe diventato la Sicilia. Il suo corpo è ancora disteso sotto l'Isola e in corrispondenza del vulcano ci sarebbe la sua testa: quando il gigante grida è dall'Etna che esce la sua rabbia, sotto forma di lapilli e fuoco. Qui aprì la sua officina il fabbro degli dei: Efesto (o Vulcano), luogo dalle temperature elevatissime, che in seguito fu indicato come il "mondo dei morti" greco, il Tartaro. Etna però è anche una dea, la figlia di Urano e Gea, personificazioni del Cielo e della Terra. Ed il vulcano dunque è il frutto dell'unione tra il cielo e la terra. Arbitro durante le dispute tra il dio del fuoco Efesto e la dea delle messi (del grano), Demetra ed è anche descritta come la madre dei Palici, figli di Zeus e della ninfa Talia, che nacquero però sottoterra perché la madre aveva paura che Giunone, compagna ufficiale di Zeus, potesse ucciderli. Infine Ade, zio della giovane Persefone e dio degli Inferi, l'attirò con un narciso e quando lei lo raggiunse si aprì, nel punto in cui erano, una immensa voragine nel terreno che li ingoiò. Alla notizia del rapimento della figlia Demetra iniziò a cercarla con una fiaccola accesa nelle viscere dell’Etna. Persefone fu trovata dopo che si era nutrita del cibo degli inferi, quei chicchi di melagrana, che, se mangiati, non permettono più di ritornare.”
Il bambino era rimasto a bocca aperta a sentire tante storie legate alle eruzioni dell' Etna e raccontate dal nonno.. Come era possibile che quella montagna nera con un pennacchio di fumo innocente potesse trasformarsi in una pericolosa fornace, da cui sarebbero arrivati ceneri e lapilli? Di Catania ricordava le estati favolose e la visita al parco acquatico Etnaland, dove aveva sfidato la sua capacità di gestire le emozioni, precipitando nell'acqua in una discesa vertiginosa. Ora i tremori del vulcano non lo avrebbero spaventato più, perche sapeva che dentro al sacro monte si nascondevano i segreti del passato. Ogni terremoto , ogni tremore accompagnato dalle esplosioni, dal sorgere di nuovi crateri laterali non erano altro che segnali interni di un comportamento umano errato, votato all'egoismo e non alla fratellanza. Sì, perché gli isolani sono come dentro ad una barca i marinai in mezzo al mare. Solo la collaborazione di tutti potrà continuare a farle solcare i flutti capricciosi del Mediterraneo. Ed il Vulcano questo lo sa. Perciò si altera con tutte le divinità, che ospita: i venti, Efesto, Etna, Tifone. Si altera quando vede i figli morire nella guerra civile per far trionfare la legalità, quando la gramigna infesta i campi, quando la piovra muove i suoi tentacoli, quando si muore per raggiungere la terra e per fuggire dai drammi della guerra e della fame, quando i politici vorrebbero innalzare muri e lasciare chi arriva a marcire in mezzo al mare, inventando provvedimenti razzisti nella terra dell' accoglienza. Il vulcano erutta il suo sdegno, copre di ceneri l' isola, sommerge tutto sotto il magma. E quando si trasforma in lava e le speranze rinascono, vedi fiorire la ginestra sui suoi fianchi per indicarci che la strada percorsa è quella giusta e che la fioritura è preannunzio di primavera.