Le isole della Dalmazia sono state da sempre terre aspre, dure e difficili da vivere. Le abitavano gente di mare avvezza a guadagnarsi da vivere con la pesca, ma anche con scorribande nei porti più vicini dove transitavano merci che loro non potevano permettersi. Erano veri atti di pirateria, assalivano le navi da carico con le loro imbarcazioni veloci e maneggevoli.
La pirateria era una vera e propria piaga che affliggeva tutto il mar Adriatico. Quell’intricato dedalo di isole grandi e piccole e i relativi canali che le intersecavano erano un ottimo rifugio. Nessuno era mai riuscito a debellare quel fenomeno, fin dai tempi dei romani questi pirati imperversavano sulle coste italiche. Una delle zone più bersagliate era la costa dove una volta c’era il porto romano di Atri. A pochi metri dalla riva c’era il borgo di Silvi che ancora non trafficava merci, si limitavano a battute di pesca senza allontanarsi troppo con delle piccole imbarcazioni a vela.
Ogni zona della costa Dalmata aveva i suoi gruppi, uno di questi stanziava nel Montenegro, erano i Dulcignotti, i più organizzati e i più furbi. Non sempre si dedicavano a ruberie e saccheggi, quando capitava erano in grado anche di commerciare tranquillamente con le altre attività, diventando così anche loro vittime di assalti da parte di altre piraterie, come i Barbareschi che arrivavano dalle coste africane e non avevano riguardi per nessuno.
Uno dei capi più intelligenti e capaci dei Dulcignotti era un certo Branko Petrovic. Aveva a disposizione una piccola flottiglia di barche, suddivise fra fuste e feluche, barche molto veloci e di facile governabilità, erano l’incubo delle grandi e pesanti galere della repubblica di Venezia che si era assunta il compito di perlustrare l’intero mare Adriatico. Contro quelle invisibili e micidiali imbarcazioni non avevano vita facile. Branko era acclamato capo di quell’accozzaglia di marinai montenegrini e le sue sortite sulle coste italiane davano sempre ottimi risultati.
Con l’avvento degli Angioini al potere si decise di incrementare le torri di avvistamento lungo tutta la costa, furono ampliate e aumentate, ma non sempre servirono a fermare le scorrerie dei vari gruppi pirati. Capitò che per tutto un inverno e oltre, Branko non poté allontanarsi molto dalle sue coste, in quella zona assaliva le navi veneziane che costeggiavano appena al largo delle isole. Per più di un anno, quindi limitò le sue scorrerie entro i confini dalmati. Con l’arrivo dell’estate e per scarsità di traffici navali fu costretto a ritornare sulle coste Italiane.
Partirono una mattina molte ore prima dell’alba in direzione delle terre dell’Aprutium, sapeva che da quelle parti non avrebbe incontrato resistenza, erano terre quasi deserte, ma ricche di materie prime e lo scalo dove si approvvigionavano le navi in transito era il più fornito. Il sole ormai era salito alto nel cielo e la flottiglia pirata navigava veloce spinta da un vento di brezza che la spingeva proprio verso la terra. Fu il marinaio di vedetta sulla vela maestra che per primo urlò qualcosa.
- "Branko, attenzione a dritta di prua c’è qualcosa che spicca sulla costa, qualcosa che prima non c’era!"
Il capo dei pirati si affannò a cercare un cannocchiale per vedere cosa stesse urlando il suo marinaio. Puntò lo strumento verso dritta e con sua grande sorpresa vide stagliarsi sullo sfondo verde della vegetazione lussureggiante la sagoma di una torre, alta e solida. Il suo biancore spiccava sulla riva e incuteva anche un certo timore. Se c’era una torre, di sicuro c’erano anche delle milizie.
- "Accidenti a loro, da dove esce quella cosa? Non c’è mai stata una torre in quel posto, si stanno facendo furbi questi quattro stupidi commercianti. Pensano che dovrei rinunciare per quella ridicola torre? So bene che quelle non sono attrezzate per resistere a un assalto armato. Servono soltanto per vederci arrivare così possono scappare, conigli erano e conigli sono rimasti, nessuna paura ragazzi, andiamo avanti lo stesso e non vi preoccupate. Appena a tiro li bersaglieremo con tutto il nostro potenziale e voglio vedere cosa sono capaci di fare".