Il mattino seguente Paolo aveva in agenda un incontro importante. Quando arrivò in ufficio il suo capo, Antonio, e i nuovi potenziali clienti erano già seduti al tavolo nella sala riunioni. Antonio iniziò a presentare l'azienda, Paolo aprì il portatile davanti a lui per controllare le email: ne notò una, proveniente da un indirizzo sconosciuto, il cui contenuto lo fece sobbalzare dalla sedia. Diceva: < allora, tua moglie cosa sa? >.
Rispose immediatamente: < chi cazzo sei? >.
Anche dall'altra parte risposero subito: < questo non è importante, lo è che tutti sappiano chi sei tu. Ti diverti nel tuo appartamentino? >.
< pezzo di merda, lo so che stai bluffando >.
< bluffando? >, e insieme a quest'ultima risposta arrivò un file, con una foto: lui in un letto a dorso nudo sorride abbracciato ad una ragazza con il seno scoperto. Ricordava quel selfie e quando era stato scattato, ma sarebbe dovuto restare privato.
Non si era accorto che Antonio aveva finito, era arrivato il suo momento.
< Paolo, ci sei? >.
Si ricompose. < Si, scusate >.
Quando ebbero finito Antonio entrò nel suo ufficio.
< mi dici cos'è successo? Non eri al tuo solito prima >.
< guarda qua > girò il monitor e gli fece vedere l'email.
< che casino! Devi scoprire chi è questo stronzo >.
< giuro, non ho idea >.
< sono nel mio ufficio se hai bisogno >.
< ok, grazie >.
Rileggeva le email, cercando di cogliere qualche indizio, quando bussarono alla porta: era Michela.
< scusa, non ho tempo ora >.
< bell'accoglienza, grazie! E io che ero passata per metterti in guardia >. Catturò la sua attenzione.
< in guardia da cosa? >.
< su un tipo, ieri, alla festa, mi ha fatto un sacco di domande su di te. Farneticava dicendo che hai avuto una relazione con la sua fidanzata... è vero? >.
"potrebbe essere lui", pensò
< E che ti ha detto? Che voleva? >.
< Ma non eri impegnato? >.
< senti, non fare la stupida, c'è qualcuno che mi sta minacciando, ha chiamato a casa mia stanotte e ha una foto compromettente... se sai chi è devi dirmelo subito! >. Il suo tono, nervoso e agitato, la spiazzò.
< Non so chi sia... mi pare si chiami Daniele, lavora nelle officine... una foto? Nostra? Perché non me l'hai detto prima? >.
Paolo si collegò al pc sperando di trovare, nell'elenco dei dipendenti, l'uomo che stava cercando.
< certo >, continuò lei < è chiaro perché non me ne hai parlato... Non sono io quella della foto! Giusto? > lui non rispose.
< sei un bastardo! > .
Tanto era preso dalla sua ricerca, che non si voltò nemmeno a guardarla andare via.
Poi scrisse un'email ad Antonio. < l'ho trovato! >.
Il cellulare, poggiato sulla scrivania, iniziò a vibrare.
< ciao cara, dimmi >.
< solo per ricordarti di mandarmi i biglietti >.
Mentre le rispondeva che l'avrebbe fatto subito, Antonio gli scrisse di andare nel suo ufficio, messo giù il telefono si precipitò.
< ora lo convoco > disse Antonio < se vuoi, puoi anche essere presente, ma non devi fiatare >.
Paolo se ne andò in un angolo in fondo alla stanza, tra il muro e l'ampia vetrata. Poco dopo si presentò un ragazzo in tuta da meccanico, con i capelli e gli occhi neri.
< prego, si accomodi > fece Antonio < sa perché l'ho fatta chiamare? >.
Il ragazzo si sedette e spavaldo disse < Sì, ma non volevo fargli nulla di male, solo spaventarlo... si è portato a letto la mia fidanzata... ci dovevamo sposare! >
Si voltò verso Paolo, si guardarono in cagnesco ma, prima che profenissero parola, intervenne Antonio: < non mi interessa sapere cosa sia successo, mi importa però che certe cose non accadono nella mia azienda. Ha fatto una cosa gravissima, che io non tollero >.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
< non voglio metterla in difficoltà, ma capisca la mia posizione: le darò un mese di tempo, retribuito, per trovare una nuova occupazione. Farò in modo che abbia una soddisfacente buonuscita insieme a una lettera di referenze. Se non dovesse trovare niente ho qualche amico che mi deve un favore. Ma non voglio più sentir parlare di questa storia, in caso contrario, mi vedrò costretto ad agire diversamente, pertanto, le consiglio vivamente di distruggere quelle foto. Ho la sua parola? >.
< per me va bene, tanto qui non ci volevo più restare >, il ragazzo andò via senza salutare.
< grazie Antonio, sei un amico! >.
< si, però, cazzo Paolo, anche tu! Ora basta con queste stronzate da liceali. Hai una bellissima famiglia e una moglie stupenda che non si merita questo >.
< hai ragione >, disse Paolo annuendo con il capo, < e me ne sono reso conto solo oggi, quando stavo rischiando di perderla, e con lei, tutto quello che abbiamo costruito >.
< sarà diverso ora >, pensava mentre guidava verso casa, < mi dedicherò solo a loro, sarò più presente e saremo felici >.