Sappiate che il buio copula con la luce, vibra, dardeggia, ansima come il mio esausto coraggio.
In questo intestino nella terra del deserto d'Australia, una miniera per sogni miserabili, il miraggio dell'opale mi ha catturato come una ragnatela, io che soffro di claustrofobia sono stato attirato in questo inferno ipogeo senza anime, la cupidigia, "troia maledetta", le storie da minatori, "bastardi", il mio sogno di una facile vita, "infimo idiota che sono"... tutto ciò mi ha portato qui, un cunicolo di 60 cm di diametro che ho percorso faticosamente, impastando il mio sudore con la terra rossa del Queensaland, milleduecento metri lineari a una profondità di trecento metri per raggiungere il tesoro di Henry il monco, una polla di opale con pietre grandi come un pugno.
La mappa, che ho rubato a un povero cristo moribondo fuori da un locale malfamato della periferia di Sidney, è dettagliata e precisa, ma non dice della fatica necessaria ma solo dell'obbiettivo da raggiungere, un miraggio che ora si dissolve nell'angoscia.
La lampada al carburo da segni di esaurimento e il tappo di una frana che mi sbarra il percorso emana rumori. Rumori di qualcosa che scava con potenza, sibili, stridore di pietre graffiate... fan culo...
il terrore si prende la mia ragione, vorrei fuggire e mi dimeno infrottusamente, sbavo e smoccio preda dell'ansia crescente... perchè ho ascoltato le leggende delle talpe carnivore che i minatori mi hanno raccontato?
Mostri di trecento kili che infestano le terre d'Australia.
Ansimo, sudo e il cuore mi scoppia, vorrei urlare ma il panico mi trattiene i suoni nella gola che sembra lacerarsi... morire qui, divorato, dimenticato... solo e inutile.
La fiammella vivida della lampada al carburo fa una deliziosa piroetta e si spegne... se fosse una ballerina qualcuno applaudirebbe ma qui, nella profondità australe, non vi è pubblico.