Alle spalle il mare.
Di fronte a me case incollate tra di loro.
Sinuose, impenetrabili, misteriose.
Il colore su ogni facciata le fa sembrare un vero arcobaleno.
Ne percorre la città da destra a sinistra.
Dall’alto in basso, impennandosi al suo centro.
Voglio immergermi in esso.
Allungo la mano come per poter avere l’entrata facilitata.
Ne vengo tirato dentro in un vorticoso salto nella vita di tutti i giorni.
Il vissuto di ciascun abitante.
Gli odori sono forti davvero.
La muffa si unisce all’odore di pesce.
Il profumo di bucato sale ai piani superiori dove si consumano pipe cariche ti tabacco.
Anche i suoni hanno effetto su di me, spettatore estraneo.
Bambini che giocano a palla.
Preti che girano nelle case professando rosari.
La signora si affaccia brevemente, tira dentro il bucato azionando una corda.
Il negoziante di cornici abbassa la sua saracinesca.
Questo vicolo è davvero stretto.
Forse non vuole mostrami oltre, geloso o riservato.
Non voglio insistere.
Solo chi vuole essere visto apre la strada.
Cerco la delicatezza, non la soddisfazione di curiosità.
Mi abbandono al suo volere.
Con gli occhi un ultimo sguardo.
Sommessamente ne esco.