Sono qui in mutande.
Davanti al mio p.c.
Lo sguardo annebbiato da una giornata di lavoro tipo.
Il palmo della mano appoggiata alla tempia.
O forse in contrario.
Sbadiglio.
La noia mi sta invadendo.
Anche il corpo sembra risentirne.
Gli occhi sono gonfi e la miopia fa il resto.
Le notizie che scorrono sono così tante che sembrano solo formarsi colonne di lettere.
Anche la musica sembra soporifera. Eppure gli Stadio mi piacciono molto.
Il dito gratta la punta del naso.
La mano sinistra gratta il sedere.
Il telefono tace. Neanche una telefonata in mio soccorso.
Provo a reagire. Bevo qualcosa.
Mangio della cioccolata. Oddio mi spossa ancora di più.
Guardo fuori dalla finestra. Tutto tace.
Anche il caldo la fa da padrone.
Quel piccione sul mio davanzale. Niente di romantico, solo una sosta.
Rulli di tamburi echeggiano dalla piazza. Gli sbandieratori delle squadre del Palio.
Facebook, bello risentire vecchi amici, alcuni ritrovati dopo vent’anni.
Alle tele un accidenti di niente.
Penso ad un nuovo soggetto per un racconto, vorrei chiamarlo Sassi.
Mi riprendo. Ho scritto davvero tutto questo mentre mi annoiavo.
Sono veramente distratto.
O forse è davvero solo noia.