Per un bambino la realtà non importa, perché sarà sempre accompagnato durante i suoi giorni dalla sua immaginazione.
Piccolo racconto natalizio.
Mancano pochi giorni a Natale e, una volta giunti al parcheggio del centro commerciale dopo l’acquisto dei regali, io, mia moglie Francesca e il nostro piccolo Calogero di sette anni siamo pronti per ritornare a casa.
Accendo la radio e proprio adesso trasmettono Happy Christmas dei Pooh, le cui note per il sottoscritto, a distanza di molti anni, non perdono neanche minimamente la loro magia.
L'allegria e l'atmosfera natalizia ci hanno letteralmente contagiato, tra l'altro ieri pomeriggio all'agenzia di viaggi abbiamo prenotato per una settimana bianca in Austria e non vediamo l'ora di partire.
Dio benedica i last minute!
Ad ogni modo, essendo vicinissimi all'aeroporto di Fiumicino, il ritorno a Roma si sta rivelando piuttosto difficoltoso, infatti stiamo procedendo a passo di lumaca, ma pazienza, d'altro canto è comprensibile, essendo in pieno periodo pre-natalizio.
«Mamma, papà, che cos'è quello?», osserva Calogero additando con enfasi.
«Dove?», gli chiediamo all'unisono.
«Nel cielo, precisamente lì. Guardate! È Babbo Nataleeeeeeeeeeee!»
Mi cimento ad alzare lo sguardo e, al contempo, restare concentrato sulla guida. L'ho visto.
Francesca si mette a sorridere.
«Tu dici che è lui?», le domando sorridendo anch'io complice e con espressione da finto tonto.
«Frittellina, guarda che alla Vigilia mancano tre giorni!», espone divertita mia moglie a Calogero.
«Vi dico che è lui, è lui, è lui...», urla eccitato, «ne sono sicuro, si vede che si è modernizzato e sta semplicemente facendo un volo di prova!»
«Beh, sicuramente c'ha ragione, dai!», dico rivolgendomi a Francesca e strizzandole un occhio.
Io e mia moglie, per non tradire l'infantile fantasia del nostro piccolino, non possiamo mica dirgli la verità. Non sarebbe giusto.
In realtà si tratta di un piccolo aereo della Bartolini.