Pescara: il luogo
Piero: l’astuto
Paola: l’ingenua
Anna: la complice
Sento incomprensibilmente girare la chiave nella serratura della porta di casa. La vedo aprirsi lenta ed entrare una tizia sui 40 anni, bionda, in tuta, sudaticcia e affannata. Mi guarda stupita. L’afferro forte per il polso, chiudo la porta e la costringo a sedere sul divano. “Chi sei? come mai sei qui? Che cosa vuoi? Perché hai le chiavi di casa mia?”.
Cinque ore prima, nel pomeriggio della vigilia di fine anno, ero finalmente arrivato a Pescara, nella casa sul mare dalla quale mancavo da almeno tre mesi. Aprendo la porta mi ero subito accorto che qualchecosa non andava. Quando me ne vado per qualche tempo, ritiro lo zerbino, tolgo la luce, il gas e l’acqua. Niente corrispondeva. Inoltre il riscaldamento era acceso. Qualcuno era entrato e vi stava soggiornando. La serratura d’ingresso era però intatta. Ho fatto un giro affannoso delle stanze e tutto sembrava in ordine. In un angolo della stanza c’era una valigia bianca che non conoscevo.
Ora sono qui, con questa davanti. Mi rendo conto che il tono della voce e la mia postura aggressiva, deve averla terrorizzata (anche se lo nasconde bene). “A cosa vuoi che risponda per prima?”, mi fa con un irritante sorriso. Poi, visto il mio sconcerto, prosegue: “mi chiamo Paola e sono a casa mia. A proposito, tu che ci fai qui?”.
“Ora chiamo i carabinieri”, dico con tono minaccioso. “112”, fa Paola.
Beh, i carabinieri li chiamo davvero visto che li conosco per via di un furto subito mesi prima. Mentre li aspettiamo, ci studiamo reciprocamente. Mi sembra sicura di sé e più che altro stupita (lei eh!). Quando arrivano ho buon gioco a dimostrare chi sono, visto anche la testimonianza dei vicini. Paola, sempre più turbata, blatera di aver acquistato sei mesi prima l’appartamento per 200.000 €. Non ha con sé il contratto perché rimasto nella sua residenza di Crema.
Non gli crede nessuno. Alla fine il maresciallo le ingiunge di seguirlo in caserma per accertamenti. “Prendi la valigia”, le urlo mentre la portano via. Verso le 12.00 del giorno dopo mi telefona il maresciallo. “E’ incredibile le truffe che s’inventano per ingannare la gente. Abbiamo controllato al catasto e non risulta nessun passaggio di proprietà. La ragazza avrà saputo che la sua casa è vuota per mesi e avrà pensato di farsi una vacanza gratis e magari poi andarsene con un po’ di refurtiva. Le è andata bene!”.
“Grazie, meno male che ci siete voi a garantire GIUSTIZA”, ribatto rassicurato.
Mi squilla il cellulare.
“Tutto bene? - riconosco la voce di Anna - come ci si sente con 200.000 € in tasca?”.
“160.000 tolta la tua parte. Comunque l’hai sicuramente meritata. Visto che i cinque anni presso il notaio Palazzi non sono stati buttati? Andiamo dal Corsaro a mangiare il pesce che ti devo esporre un’idea che mi è venuta”, ribatto.