Puntuale come un orologio dell' isola di Samotracia lei, con il suo passo corinzio camminava; anzi non camminava danzava; devo correggermi non danzava, fluttuava; ma che dico, senza esagerare lei non danzava, non fluttuava ma bensì, come un dolce andirivieni di vento primaverile, lei felpava come in un eccitata visione. State dicendo che vi sembro un pò Fantozzi? Eh! ma se anche voi aveste visto quella donna la vostra lingua si sarebbe srotolata come quella di un'iguana.
È proprio vero che tutti gli uomini sono mascalzoni, basta che vedano un pelo di topa e gli si drizza l'immaginazione, confermando a furor di popolo che tira più un pelo di topa che un carro di ippopotami e, chiaramente, io sto con gli ippopotami.
Ma detto questo, intanto i giorni passavano e gli uomini sbavavano, si alternarono i giorni, le settimane, i mesi, arrivò la Primavera e la gonna della donna del mistero si accorciava, le sue gambe bellissime mettevano in risalto una caviglia da sturbo e lei, impassibile, sapendo di non passare inosservata non batteva ciglio e non ci degnava del più minimo sorriso che ci donasse una soddisfazione. Lei, tanto seria al contrario della sua andatura e della sua linea che erano provocanti come mai viste sui fumetti del Lando.
Finalmente al culmine del desiderio arrivò l'Estate, per la quale tutti immaginavano tutto, ma tutto rimaneva nell'ambito della fantasia perchè dovevamo accontentarci di quello che passava il marciapiede e, sinceramente, era pure tanta roba. Solo uno di noi ebbe l'ardire di andare a fondo e, dopo operazioni di spionaggio, ricatto e investigaggio, Anselmo l'idraulico venne a sapere che la donna del mistero, arrivata l'Estate, andava al mare a mostrar le chiappe chiare. Ebbene sì, andava a prendere il sole alla spiaggia dei nudisti, sorpresi eh?
Ma non finisce qui, perchè Anselmo ebbe il coraggio di seguirla. Logicamente si sarebbe dovuto mettere a nudo e della comitiva solo lui, per quanto piacesse a tutti, aveva la faccia tosta di andare sulla spiaggia senza mutandoni. Pertanto Anselmo, che di lei sapeva tutto, doveva solo appostarsi comodo sull'asciugamano coperto da occhiali da sole indiscreti a gustare la scena, sognando di attaccare poi bottone con una scusa. La solita "signorina sa che ore sono?". Ma no, troppo banale. "Signorina ha da accendere?". Impossibile, non l'avevamo mai vista fumare. "Signorina ci conosciamo?". Ecco, forse questa andava meglio.
Così Anselmo si avvicinò a lei come un gatto arrapato: aveva riposto la lingua da iguana e sfoderato il sorriso da Proietti nella mandragata, lei era nuda di spalle, si voltò e ad Anselmo quasi gli venne un infarto. Il sorriso mandragato si ammosciò perchè lei si alzò e, a parte il viso che effettivamente era bellissimo, tutto il resto era conturbante. Pure il pelo, anzi no, il pelo era rasato, sfinato con un rigo alla rococò che non avrebbe eccitato manco Fantozzi. Insomma, la scena era tutto il contrario di quello che l'immaginazione dei maschi mascalzoni avevano sognato e quindi al volo Anselmo, coprendosi l'intimità, prese il volo, raccattò le sue cose sull'arenile e scappò urlando come un ossesso.
Nel pomeriggio nel consueto briefing con gli altri marpioni raccontò il fattaccio e logicamente la delusione fu imperante, ogni sogno erotico riposto nei meandri dei ricordi da dimenticare.
Nessuno fece tesoro erudito dell'esperienza vissuta da Anselmo e la vita continuò come sempre con altri misteri da svelare.
P.S.
Questi due minuti di lettura sono dedicati a Scilipoti, sa lui perchè.