Oggi è stata una grande giornata: Ho trovato una scarpa sinistra.
E pensare che la mattina era iniziata come tante altre...
Le campane di San Qualcuno Martire mi fanno da sveglia (la messa è finita, andate in pace, se la trovate) mentre la vecchia cara lombalgia è sempre la prima a darmi il buongiorno (eh già, non le fanno più le panchine di una volta).
Un turista di passaggio mi guarda con un misto di schifo e compassione (Homeless. No Fixed Abode, N.F.A. Gli anglofoni e la loro fissa per le sigle, non li capirò mai).
Al bagno trovo la fila, la Fontana della Piazza è occupata da una combriccola di colombe intente alla pulizia straordinaria del piumaggio, mi tocca aspettare (prima le signore, non sia mai), anche se così arrivo al Bar all'Angolo un po’ in ritardo, appena in tempo per trovare sul tavolino di fuori la solita brioche smangiucchiata lasciata apposta per me (ormai non è colazione se non ha il retrogusto di burrocacao e marlboro light).
Finalmente mi posso sincronizzare con il mondo. Dunque, quali sono le ultime notizie...
La giovane mamma cinese corre verso la scuola trascinando per la mano il suo piccolo, stando all'Orologio della Torre sono in ritardo di 7 minuti, è record stagionale.
Situazione stazionaria nelle aiuole del parco, ma nuovi boccioli di rosa sono pronti, si prevede un brusco rialzo della bellezza nella giornata di domani.
Significativo passo avanti nel corteggiamento della panettiera da parte del timido ragazzo del piano di sopra, a una carezza sul braccio lei ha risposto con un sorriso sincero.
A giudicare dai segni sul corpo, il gatto Tigrato è uscito sconfitto dallo scontro notturno con il gatto Nerobianco, ribaltate le previsioni della vigilia.
Passeggio, o meglio zoppico (Clochard: Dal francese clocher, zoppicare. Ehi, vi vorrei vedere io a camminare per giorni con mezza suola), nelle vie del centro in vena di shopping tra i rifiuti, quasi più per curiosità che per istinto di sopravvivenza (Dimmi cosa butti e ti dirò che civiltà sei), quando ecco che la trovo lì, una scarpa da ginnastica sinistra abbandonata su un muretto. Nemmeno un vetrinista saprebbe fare meglio.
<< Hai ragione scarpa, Nike! Vittoria! >>, esclamo. Calza a pennello ed è pure sufficientemente nuova.
Sono talmente di buon umore che tiro fuori il piattino e porto l’armonica alla bocca, intonando qualche nota...
Come risultato, finisco per assistere a una preghiera per la più grande e antica Dea dell’umanità, l’Indifferenza. Il silenzio collettivo è un'ode, lo sguardo basso è il gesto rituale. Quante vite risparmiate dalla folle consapevolezza che il velo che separa me dagli altri è sottile come un passo falso, come un attimo di traverso. Se siamo arrivati sino a qui è merito suo, ma Lei non vuole che si riconosca. Ignorarla è il modo migliore per onorarla.
Quando la fame dello stomaco arriva a mangiarti la mente e inizi a pensare queste cose è ora di andare al Rifugio, dove persone ti offrono un mestolo di pasto caldo in cambio della loro eterna beatitudine (Che pessimo senso degli affari).
Torno alla fontana per un’ultima sciacquata prima di coricarmi, mi specchio nel fondo (Barbone: Persona fornita di grossa barba, sinonimo di vagabondo che vive ai margini della vita cittadina, senza fissa dimora).
Senza. Fissa. Dimora.
Addormentandomi, con una scarpa in più e un giorno in meno, il mio sguardo di perde nell'infinito tra le stelle.
Convivo con sette miliardi di coinquilini, la mia casa è l’orizzonte...
Esiste dimora più fissa di questa?