Beh, la mia vita ha avuto diversi fasi
Qualcuna bella, qualcuna brutta, ma comunque sempre molto intensa
In realtà dividerei il tutto in un numero, il 3
1) All’inizio, il tutto nacque da un semplice movimento di una mano che spargeva un seme su di un terreno pronto ad accoglierlo
La piantina nacque rigogliosa e fui tutto ricoperto di batuffoli bianchi davvero belli
Al tatto erano morbidissimi e alla vista di un color talmente verginale, che tutti i neri pensieri scappavano via
Noi batuffoli passavamo la giornata a crogiolarci al sole e a chiacchierare tra di noi, mentre il vento ci cullava
Vento che in quella radura da alcuni giorni soffiava con una calma disarmante, ma molto accogliente
Le chiacchiere tra le piantine giovani e anziane erano all’ordine del giorno
Alcune di loro però erano talmente perfide che mi vergognavo di essere tra loro in certi momenti
Ma questo avrebbe dovuto farmi capire che da lì a poco le cose sarebbero cambiate e che la vita non mi avrebbe sorriso sempre
Alcuni giorni dopo si sparse una notizia allarmante
Le piante più anziane avvertirono tutte noi, che il mercoledì sarebbe stato il giorno delle macchine
Noi eravamo sbigottiti e poco consci di cosa fossero “le macchine”, ma da lì a poco capimmo
Un rumore infernale di cingoli e ferraglia iniziò sempre di più ad avvicinarsi
Erano gli umani
Erano loro con quelle macchine che ci avrebbero aspirate, risucchiate, strapazzate e gettate senza alcun riguardo dentro un grande cassone
Uno che raccoglieva il fusto e un altro i nostri candidi batuffoli bianchi
Ci ritrovammo al buio, tutti i batuffoli stipati nel cassone grande, e venimmo portati dentro una grande casa
2) Lì altre macchine che facevano un baccano infernale lavoravano a pieno ritmo questi batuffoli rendendoli fini fini, in un intrecciarsi di fili lunghi chilometri il cui sguardo si perdeva lontano
Questo mio allungarmi, se mi permettete, non mi rese particolarmente felice
All’inizio ero paffuto, morbidoso e pochi istanti dopo lungo e molto meno morbidoso
In questa, che chiamavano fabbrica, la permanenza non fu lunga
Rimasi male quel giorno che tutti i nostri filamenti furono fatti passare attraverso una macchina stranissima
Ebbene, fuoriuscitone avevo cambiato colore
Ma anche forma
Ero di un rosa pallido, non mi capacitavo chi avesse mai potuto generare mentalmente quel colore cosi orrendo
Io ero bianco. Volevo rimanere bianco
Le mie rimostranze rimasero inascoltate
Di giovedì fummo caricati su un camion
Le più anziane mi dissero che dal momento che avevo preso quella forma mi sarei chiamato “lenzuolo”
Ci portarono in un negozio detto Outlet
Solo a pronunciarlo, blehhhh.
Fui depositato con violenza su un ripiano e lì, durante il giorno, vidi un movimento tale di persone che la sera andavo a riposare con la testa che mi girava come una trottola
3) Quel giorno arrivò lei
Era bellissima
Iniziò a spostare i lenzuoli alla ricerca di qualcosa che potesse piacergli
Io ero tutto sudato e avevo le dita incrociate
Speravo che scegliesse me
Volevo quasi allungare le braccia
Ma non le avevo
Il sol pensiero di passare ancora un giorno dentro quel coso, insomma Outlet... No! Non lo avrei sopportato
La fortuna non mi volse le spalle
Mi portò a casa sua
Era una casa piccola ma molto graziosa
La luce era intensa e la brezza che proveniva dal mare lì vicino mi faceva accapponare la pelle
Mi ricordava casa mia, di quando ero in quel bellissimo campo tutto bianco
Quando dopo avermi lavato mi stendeva fuori, il sole mi accarezzava e io mi abbandonavo all’oblio
La parte che consideravo meno simpatica era quella fase detta “dello stirare”
Troppo violento quell’arnese
La parte più profumata era quando invece mi adagiava in quel cassetto insieme a dei saponi profumati, che mi facevano girare la testa
La parte invece non riservata ai più piccoli e che non si potrebbe dire, ma che racconto solo a voi, era quando avvolgevo i corpi dei due amanti nel loro vorticoso gioco d’amore
Stupendo
Insomma, io in quella casa ho passato gli anni più belli della mia esistenza, ma volevo che questa mia voce potesse giungervi per farvi sentire non soli e trarre dagli oggetti che vi appartengono tutto il meglio che loro possano offrirvi
Anche da un semplice lenzuolo come me