Gli Stati Uniti sono sull'orlo di una crisi politica e militare da quando un baldanzoso e coatto dittatore (esteriormente e palesemente ispirato a Saddam Hussein), di una nazione del Medio Oriente, con l'ausilio dei suoi militi prende in ostaggio un gruppo di coraggiosi marines che aveva l'ordine di ucciderlo. Il presidente americano ordina di mandare una seconda squadra di addestrati ed esperti soldati, ma anche loro cadono nelle mani del nemico e finiscono per essere imprigionati assieme agli altri. Dopo tre missioni fallite, i funzionari della Casa Bianca ideano l'unica soluzione: Topper Harley (Charlie Sheen), considerato Il Migliore di quelli rimasti.
Denton Walters, (un eccellente Richard Crenna), il suo ex colonello, e Michelle Rodham Huddleston, (una Brenda Bakke in parte, forse troppo!) un avvenente agente della Cia, gli fanno visita al fine di convincerlo a ritornare a servire il paese. Tuttavia, il giovane tenente, in seguito agli eventi di Hot Shots, in cui gli viene inferta una dolorosa delusione amorosa causata da Ramada, (interpretata da una insolita Valeria Golino), lascia il mondo dell'azione e dismette la divisa, decidendo di isolarsi in un monastero buddista. Lì aiuta i monaci con numerose (e bizzarre!) attività quotidiane, praticamente vivendo "giorno per giorno" (cit. da Rambo II - La vendetta), e per di più in una autoimposta castità, limitandosi a sfogare la sua aggressività e la sua mascolinità attraverso combattimenti illegali. Non senza una certa riluttanza Topper, per una serie di circostanze, decide di accettare la missione ad alto rischio. Competenza, follia e un sano essere burlesco, in cooperazione con un manipolo di uomini + una donna, saranno le risorse essenziali per completare con esito positivo l'incarico che gli è stato affidato.
Se nel primo episodio veniva parodiato principalmente Top Gun, questa volta tocca ai film Rambo. Charlie Sheen fa di tutto per assomigliare almeno fisicamente all'originale veterano di guerra del Vietnam. Niente sud-est asiatico, visto che l'azione si sposta altrove, pur mantenendo atipicamente, tra le ambientazioni, le giungle di “rambiana” memoria. Ma non è tutto, dal momento che il parodiare prosegue a oltranza, difatti appaiono scene riconducibili a una moltitudine di film di successo, da Star Wars, Casablanca, Robocop, a Terminator II – Il giorno del giudizio. Per il resto l'humour si perpetua costantemente, uno humour pazzesco che risulta il segno distintivo della commedia hollywoodiana contemporanea.
Hot Shots! - part Deux ha una densità di battute leggermente maggiore rispetto Hot Shots!. Alcune di esse con nonchalance si prendono gioco del Governo e dell'esercito americano, del regime dittatoriale iracheno e relative forze armate. A tutto questo "carnevalare" non sfuggono nemmeno le personalità politiche dei paesi alleati con gli States, per non parlare dei luoghi comuni, peraltro inseriti intelligentemente. Data la natura del prodotto filmico, sarebbe consigliabile visionare il lungometraggio con il doppiaggio in italiano, tutta un'altra cosa rispetto alla versione originale in inglese. Di fatto il riadattamento si avvale, tra la varie cose, di alcune voci dall’inflessione dialettale. Ad esempio i soldati iracheni, compreso il baffuto villain di turno, non di rado si esprimono con cadenza meridionale.
La violenza... sì, il film è violento e di base guerrafondaio, muore un sacco di gente, però c'è un però, si parla di una violenza da cartoni animati alla Looney Tunes o comics per ragazzi, in cui le persone vengono colpite e i loro corpi assumono movenze strane e senza una goccia di sangue, anzi, in verità c'è una sola goccia di sangue. Da menzionare la gagliarda sequenza hot tra Topper e Huddlestone che dapprima fanno l'amore in una limousine, per poi concludere nell'abitazione della donna con uno scimmiottare il famoso Basic Instict, senza cascare nell'erotismo vero e proprio e soprattutto nella perversione. La scena mantiene sempre e comunque un sex appeal, fa eccitare e... ridere o sorridere quanto basta.
Conclusione: Hot Shots 2, ne consiglio la visione, magari potrebbe far storcere il naso a chi non nutre simpatia per gli Stelle e Strisce. Tra l’altro, "scherzando e ridendo" c'è del patriottismo e una sottesa propaganda. Per ovvi motivi non è una pellicola che va presa sul serio. Sarebbe strano il contrario.
Ottimo intrattenimento per un pomeriggio o una serata da passare allegramente tra amici, il film garantisce allo spettatore tanto di cui ridere. E di ridere in questi tempi tediosi e difficili c’è proprio bisogno.